Ti è mai capitato di ordinare una pizza, sollevarne una fetta e notare che la parte inferiore è ricoperta da macchie nere? È una scena piuttosto comune, soprattutto quando la cottura avviene in un forno a legna o ad alte temperature. Sofia Ballati, biologa nutrizionista molto seguita sui social, ha recentemente affrontato il tema in un video che ha attirato l'attenzione di migliaia di utenti, rispondendo a una domanda frequente: cosa succede quando mangiamo una pizza bruciata nell'impasto?
Cos'è l'acrilammide e come si forma
Secondo la biologa, uno dei composti da tenere d’occhio è l’acrilammide, una molecola organica che si forma naturalmente in alimenti ricchi di amido, come pane e pizza, durante la cottura ad alte temperature. Questo fenomeno avviene a causa di una reazione chimica nota come "reazione di Maillard", che coinvolge zuccheri e l’amminoacido asparagina.
La presenza di acrilammide non è esclusiva della pizza: la ritroviamo in molti alimenti cotti ad alte temperature, come patatine fritte, biscotti, pane tostato e persino nel caffè. Le macchie nere che si formano sulla base della pizza bruciata non sono altro che segni visibili di questo processo.
L'acrilammide è pericolosa?
L'acrilammide è classificata come potenzialmente cancerogena dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ma è importante contestualizzarne il rischio. Sofia Ballati sottolinea che, sebbene consumare acrilammide non faccia bene, le quantità che ingeriamo attraverso una dieta bilanciata sono generalmente troppo basse per rappresentare un reale pericolo.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) conferma che l’esposizione alimentare all’acrilammide è sicura entro certi limiti, poiché il corpo è in grado di metabolizzare e smaltire piccole quantità senza riportare danni significativi. Questo significa che mangiare una pizza con qualche macchia nera occasionale non dovrebbe destare preoccupazioni.
I veri rischi: un consumo frequente e abitudini errate
La biologa, tuttavia, invita a prestare attenzione. Non è tanto un problema isolato quanto un’abitudine protratta nel tempo che potrebbe avere conseguenze sulla salute. Una dieta ricca di alimenti bruciati, fritti o cotti ad alte temperature può portare a un accumulo di sostanze potenzialmente dannose. È quindi consigliabile:
- Evitare di bruciare gli alimenti durante la cottura;
- Scegliere metodi di preparazione che richiedano temperature più basse;
- Alternare le modalità di cottura, privilegiando quella al vapore o in pentola.
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Cosa fare con la pizza bruciata?
Se ti accorgi che la tua pizza ha una base troppo annerita, Sofia Ballati suggerisce di eliminare le parti più bruciate prima di consumarla. Questo piccolo gesto può ridurre significativamente l’esposizione all’acrilammide, soprattutto se si consuma pizza frequentemente. Un altro consiglio è quello di segnalare il problema al pizzaiolo o al ristorante se almeno il 50% della pizza è bruciata nella parte inferiore: in molti casi, una cottura più controllata non solo è più salutare, ma migliora anche il gusto complessivo della pizza.
La regola d'oro: moderazione e consapevolezza
In conclusione, non è necessario rinunciare alla tua pizza preferita, anche se presenta qualche macchia bruciata. Tuttavia, è importante mantenere un approccio equilibrato e consapevole. Evitare cibi bruciati o cotti eccessivamente non solo aiuta a limitare l’assunzione di acrilammide, ma contribuisce anche a una dieta più salutare in generale. Come afferma Sofia Ballati, la chiave è la moderazione: consumare alimenti ben cotti e limitare le esposizioni non necessarie a sostanze potenzialmente dannose è sempre una scelta vincente.