“La donna della cabina numero 10”: il nuovo thriller psicologico di Netflix che non ti farà chiudere occhio.
Netflix ha appena aggiunto al suo catalogo un film che sta già attirando l’attenzione degli amanti del mistero: La donna della cabina numero 10. Diretto da Simon Stone e interpretato da una straordinaria Keira Knightley, questo thriller psicologico è tratto dal best seller di Ruth Ware, pubblicato nel 2016 e diventato un caso editoriale internazionale. L’adattamento cinematografico, uscito nel 2025, porta sullo schermo tutta la tensione e la claustrofobia del romanzo, regalando due ore di pura inquietudine.
Il nuovo thriller psicologico di Netflix: perfetto se ami la tensione e i misteri
La protagonista, Laura “Lo” Blacklock, è una giovane giornalista a cui viene affidato un incarico apparentemente da sogno: recensire una crociera di lusso organizzata da una fondazione benefica a bordo dello yacht Aurora. L’esperienza dovrebbe rappresentare per lei una svolta professionale, un’occasione per farsi notare nel mondo del giornalismo di viaggio. Ma quello che doveva essere un reportage elegante tra fiordi norvegesi e champagne si trasforma presto in un incubo senza via d’uscita.
Durante una notte tempestosa, Laura è svegliata da un rumore proveniente dalla cabina accanto alla sua, la numero 10. Poco dopo, crede di vedere una donna gettata in mare. Terrorizzata, chiama aiuto, ma la sua denuncia viene accolta con scetticismo. Nessuno risulta mancante all’appello, e il personale di bordo assicura che la cabina 10 è vuota. Da quel momento, la protagonista diventa preda della paranoia e dell’angoscia. È stata davvero testimone di un omicidio o si sta lasciando ingannare dalla mente, logorata dallo stress e dall’ansia? Simon Stone costruisce una narrazione che si muove tra realtà e delirio, mantenendo lo spettatore costantemente in bilico.

L’ambientazione è uno dei punti di forza del film: lo yacht Aurora è un microcosmo chiuso, elegante e spietato, dove ogni sorriso nasconde un segreto e ogni porta chiusa può celare una verità scomoda. La sensazione di isolamento cresce scena dopo scena, fino a rendere la nave una vera prigione galleggiante. Inoltre, la fotografia, fredda e luminosa, esalta la bellezza glaciale dei paesaggi norvegesi, in netto contrasto con l’angoscia interiore della protagonista. Ogni inquadratura sembra voler intrappolare Laura nel suo stesso incubo, mentre la colonna sonora, minimalista e disturbante, amplifica il senso di sospensione.
Keira Knightley, impeccabile nel ruolo di una donna in crisi
Keira Knightley riesce a dare vita a un personaggio complesso e fragile, in bilico tra lucidità e follia. La sua interpretazione cattura il pubblico sin dalle prime scene, mostrando una donna che cerca disperatamente di farsi credere in un mondo dominato dall’incredulità e dal sospetto. Il film esplora con forza il tema della credibilità femminile e del gaslighting, rendendo La donna della cabina numero 10 non solo un thriller, ma anche una riflessione sul potere e sul silenzio imposto. La trama si snoda in un crescendo di tensione, dove la realtà diventa sempre più sfocata.
Lo spettatore si ritrova a dubitare insieme alla protagonista, chiedendosi cosa sia davvero accaduto su quella nave. Ogni personaggio, dal capitano ai passeggeri, sembra avere qualcosa da nascondere, e Laura non può fidarsi di nessuno. L’acqua, onnipresente e minacciosa, diventa simbolo della verità che tutti cercano di sommergere. Il finale, che ovviamente non sveleremo, riesce a sorprendere e a lasciare un retrogusto amaro, tipico dei migliori thriller psicologici. La tensione non si scioglie del tutto, perché il film gioca con la percezione e con la mente, lasciando aperti molti interrogativi.
Perché vale la pena vederlo
La donna della cabina numero 10 è uno di quei film che cattura fin dai primi minuti e non lascia respiro. È elegante, inquietante e intelligente. Un perfetto equilibrio tra il mistero classico e il dramma psicologico moderno. Per gli appassionati di storie alla Gone Girl o The Girl on the Train, questo film è una visione obbligata.
Netflix dimostra ancora una volta di puntare su produzioni di alta qualità capaci di unire intrattenimento e riflessione. E in questo caso, con una protagonista come Keira Knightley e una regia così calibrata, il risultato è un thriller di rara intensità. Chi ama i film che giocano con la mente e lasciano il dubbio anche dopo i titoli di coda non potrà restare indifferente. Perché, alla fine, la vera domanda è una sola: quanto possiamo fidarci dei nostri occhi?
