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Sempre più persone sognano di trasferirsi a vivere in Australia. Nel paese oceanico, infatti, il sistema di immigrazione è fortemente regolamentato e possono entrare solo persone con un contratto di lavoro. Gli stipendi competitivi rispetto a gran parte delle nazioni europee attirano decine di migliaia di persone. Ma è davvero la "nuova America"? Una coppia che vi è trasferita ha riportato un'esperienza diretta, assicurando che "non è tutto rose e fiori".
Una famiglia scozzese, dopo aver vissuto due anni in Nuovo Galles del Sud, ha deciso di tornare a casa. La loro storia, raccontata dalla vlogger Kimberley Lucas, è un avvertimento per chiunque stia considerando di trasferirsi dall'altra parte del mondo, in particolar modo chiunque abbia dei figli.
Costi di vita in Australia: un ostacolo per i non residenti permanenti
Secondo Lucas, uno dei principali motivi che hanno spinto la sua famiglia a tornare in Scozia sono i costi della vita proibitivi per chi non ha ancora ottenuto la residenza permanente. In Australia, le famiglie straniere devono affrontare spese aggiuntive per servizi essenziali come l'istruzione e la cura dei bambini. “La scuola pubblica costa 7.000 dollari australiani all’anno per noi, mentre l'asilo nido arriva a 23.700 dollari per soli tre giorni a settimana” ha spiegato la vlogger. Inoltre, la burocrazia per ottenere la residenza permanente può richiedere fino a 10 mesi, durante i quali le famiglie devono comunque affrontare queste spese enormi.

In Scozia, invece, l'istruzione è gratuita e le famiglie ricevono 30 ore settimanali di assistenza gratuita per i costi delle strutture per l'infanzia. Questo confronto ha pesato notevolmente sulla loro decisione di tornare.
Il work-life balance: un equilibrio difficile da trovare
Un altro problema emerso nella loro esperienza australiana è stato il bilancio tra vita lavorativa e vita privata. Il marito di Kimberely, che lavora nel settore delle costruzioni, ha dovuto affrontare orari di lavoro insostenibili, spesso con straordinari non retribuiti. “In teoria, il contratto prevede 39 ore settimanali, ma nessuno lavora mai così poco. È normale fare molte ore extra senza essere pagati,” ha raccontato. Questa pressione lavorativa non solo ha avuto un impatto sul benessere personale, ma ha anche limitato il tempo che la famiglia poteva trascorrere insieme. Malgrado avessero aperto un profilo Instagram che si chiama letteralmente: "Trasferisciti in Australia", pochi giorni fa hanno annunciato: "Non è adatta a noi".
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Una decisione difficile, ma liberatoria
Dopo due anni di dubbi e sacrifici, la famiglia ha deciso di tornare in Scozia. Lucas ha descritto la scelta come un sollievo: “Appena abbiamo preso la decisione, abbiamo sentito un enorme peso sollevarsi dalle nostre spalle. Sono felice di tornare a casa”. Per chi sta pensando di trasferirsi in Australia, il consiglio di Lucas è chiaro: “Venite per un periodo di prova. Non mettetevi la pressione di far funzionare per forza questa nuova vita.”
Una lezione per chi sogna una vita all’estero
La storia di questa famiglia scozzese è un promemoria importante per chi sta considerando di trasferirsi in un altro paese. Sebbene l’Australia offra opportunità uniche e un clima invidiabile, la realtà quotidiana può essere molto diversa dalle aspettative. Prima di fare un passo così grande, è fondamentale valutare attentamente i costi, le condizioni lavorative e il sistema di supporto disponibile per le famiglie straniere. E, soprattutto, è essenziale chiedersi se ciò che si lascia dietro non abbia, in fondo, un valore che si rischia di sottovalutare.
