Psicologa spiega perché il 91% dei buoni propositi per l'Anno Nuovo fallisce

Ogni anno, il 1° gennaio, milioni di persone si promettono che sarà l’anno in cui finalmente seguiranno una dieta sana, parteciperanno a un triathlon o smetteranno con una cattiva abitudine. Tuttavia, già a febbraio, la maggior parte di questi buoni propositi diventa un lontano ricordo.

Secondo la psicologa Dr. Nicole Nasr, fondatrice del centro di terapia Journey, non è questione di pigrizia o mancanza di motivazione: il problema risiede nell’approccio sbagliato che molti adottano quando si pongono nuovi obiettivi. A suo dire, sono uno su dieci dei buoni propositi viene realizzato: il restante 91% fallisce.

Perché il mantra “Anno nuovo, vita nuova” non funziona

Dr. Nasr spiega che la mentalità di reinventarsi completamente ogni inizio anno, spesso riassunta nel mantra “Anno nuovo, vita nuova”, è destinata al fallimento. Questa mentalità si basa sull’idea di una “tabula rasa” che, sebbene sembri motivante, in realtà non è abbastanza solida per sostenere un vero cambiamento.

"Le persone si sentono spinte a ricominciare da capo perché percepiscono il nuovo anno come un reset totale" scrive Nasr in un post sul suo blog. "Ma questo tipo di motivazione superficiale non è abbastanza forte da garantire cambiamenti reali".

Invece di tentare di reinventarsi, Nasr suggerisce di adottare il motto “Anno nuovo, stesso me”. Questo approccio si concentra sul nutrire e migliorare ciò che già siamo, piuttosto che cercare di diventare qualcun altro.

La chiave del successo: introspezione e intenzione

Uno dei motivi principali per cui i buoni propositi falliscono, secondo Nasr, è la mancanza di una riflessione autentica sulle ragioni che stanno dietro ai nostri obiettivi. “Forse il cambiamento non riguarda il forzarsi a cambiare”, spiega, “ma il comprendere perché facciamo ciò che facciamo, fino a quando il cambiamento non diventa naturale”.

Ad esempio, se il tuo obiettivo è smettere di fumare, non basta la forza di volontà. Nasr sottolinea che è fondamentale chiedersi innanzitutto: "Perché fumo?". “Se fumi perché non sai regolare il tuo sistema nervoso e quest’ultimo è costantemente attivato, allora devi affrontare la causa scatenante”, afferma. “Altrimenti, il vizio tornerà.”

Lo stesso vale per altri obiettivi comuni come perdere peso o fare più esercizio. Nasr suggerisce di trasformare dichiarazioni generiche come “Voglio perdere peso” in obiettivi più significativi, come “Voglio sentirmi più energico nel mio corpo”.

Perché riflettere funziona meglio che fissare obiettivi

Invece di stilare una lista di buoni propositi, Nasr propone di sostituirli con riflessioni di fine anno. Questo approccio consente di valutare i successi e le sfide dell’anno appena trascorso e di identificare ciò che è davvero importante per il futuro.

Stilare una lista di buoni propositi del 2025, specialmente se presuppongono un cambiamento significativo, è spesso inutile.
Stilare una lista di buoni propositi del 2025, specialmente se presuppongono un cambiamento significativo, è spesso inutile.

"Sentirsi costretti a ricominciare ogni anno può danneggiare l’autostima" spiega Nasr. “Dà l’impressione che, se non si riescono a mantenere i propositi, sia colpa della nostra mancanza di disciplina. In realtà, spesso stiamo perseguendo obiettivi che non rispecchiano davvero chi siamo o non affrontiamo ciò che guida i nostri comportamenti”.

Essere gentili con sé stessi e abbracciare il cambiamento naturale

La vita è imprevedibile e i piani stabiliti a gennaio potrebbero non essere più realistici già a febbraio. Quando ciò accade, è importante essere gentili con sé stessi. Nasr incoraggia a spostare l’attenzione da ciò che “dovremmo fare” a come possiamo modificare le nostre abitudini per rendere i nostri obiettivi più raggiungibili. La psicologa conclude così la sua riflessione: “Invece di forzare una versione completamente nuova di noi stessi, concentriamoci su ciò che ha funzionato, su cosa possiamo imparare e su cosa ci incuriosisce ancora”.

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