Cosa succede quando un italiano curioso entra in un supermercato di una nazione remota come la Namibia? Fede Romanello, content creator noto per i suoi video di scoperta culturale e culinaria, ha documentato l’esperienza in un breve ma affascinante video che ci porta tra gli scaffali di un supermercato namibiano. L'obiettivo? Scoprire quali prodotti italiani si trovano a migliaia di chilometri da casa e a quali prezzi.
Romanello inizia il suo tour mostrando alcune curiosità che attirano subito l’attenzione. Una pizza al pollo pronta da riscaldare in forno fa sorridere: un ingrediente, il pollo, che in Italia non viene certo associato alla pizza tradizionale. Poco dopo, una mozzarella sottovuoto dal colore giallognolo e un burro "italiano" che sembra però molto diverso da quello a cui siamo abituati in patria completano il quadro di prodotti dal nome familiare ma dall’aspetto piuttosto insolito.
Le specialità locali: carne di antilope e salame di agnello
Non mancano poi prodotti che raccontano la cultura culinaria locale. La carne secca di antilope è una delle delizie che colpiscono di più l’attenzione di Romanello: un alimento praticamente impossibile da trovare nei supermercati italiani. E che dire del salame a fette? In Namibia viene prodotto con l’agnello anziché il maiale, un adattamento dovuto alla disponibilità di materie prime. Tra le altre curiosità locali ci sono la salsiccia ripiena di bacon e formaggio e alimenti come l’olio di colza e il mais per preparare un porridge al sapore di cioccolato, una variante dolce che in Italia potrebbe risultare piuttosto insolita.
Pasta e pesto: i grandi classici italiani
Romanello si concentra poi sui prodotti italiani, che non mancano di suscitare interesse. La pasta, ad esempio, è rappresentata da due marchi principali: una marca locale chiamata "Grande", venduta a circa 2€ al chilo, e la più conosciuta Barilla, che però arriva a 5€ al chilo, un prezzo decisamente superiore rispetto a quello medio in Italia. E il condimento? Il pesto è disponibile, ma con una particolarità: viene preparato con anacardi al posto dei pinoli, un adattamento necessario per via dei costi elevati e della scarsa reperibilità di questi ultimi in Namibia.

Olio e legumi: tra prezzi e alternative
L’olio d’oliva è un altro elemento immancabile nella cucina italiana, ma qui il costo è di ben 9€ al litro. Un’alternativa più economica è un mix di olio d’oliva e di girasole, che scende a 5€. Per chi cerca opzioni più semplici e versatili, lenticchie e fagioli in scatola si rivelano un’alternativa abbordabile, con prezzi rispettivamente di 80 centesimi e 1,50€.
Il vino italiano e il consumo locale
Un piccolo scaffale è dedicato al vino, ma Romanello nota subito che non è particolarmente apprezzato dalla popolazione locale. Le bottiglie di rosso sono coperte di polvere e lo spazio dedicato è minimo, segno che il vino non rientra nelle abitudini di consumo namibiane.
Le scelte alimentari di Romanello
Essendo vegano, Romanello ha dovuto adattarsi alle opzioni disponibili. La sua spesa si è limitata a lenticchie e fagioli in scatola, nonostante abbia notato nel freezer degli hot dog di carne finta, una rarità per un supermercato namibiano. Questa esperienza ha evidenziato come la dieta vegana in Namibia possa essere una sfida, soprattutto nei piccoli supermercati. Lo stesso autore ha sottolineato che i supermercati sono quasi sempre vuoti, perché la popolazione locale più povera non può permettersi di fare la spesa qui. In questi luoghi si incrociano poche persone e 9 su 10 sono namibiani benestanti.
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