La crosta del formaggio si può mangiare? Nutrizionista italiano risponde così

Una domanda che molti italiani si sono posti almeno una volta è: “La crosta del formaggio si può mangiare?”. Alessandro Di Flaviano, noto nutrizionista e gestore della pagina Instagram ‘rubricalimenti’, ha recentemente dedicato un video proprio a questo tema. Considerando la varietà di formaggi disponibili in commercio, la risposta non poteva che essere: “Dipende”. Vediamo nel dettaglio i consigli dell’esperto.

Secondo Di Flaviano, esistono formaggi a crosta naturale che possono essere tranquillamente consumati, purché adeguatamente puliti. Un esempio classico è il Parmigiano Reggiano, la cui crosta non contiene additivi o cere artificiali. Tuttavia, è fondamentale rimuovere eventuali residui superficiali con un coltello, un panno umido o un raschietto. Anche l’account ufficiale Instagram del Parmigiano Reggiano ha confermato questa informazione, rassicurando i consumatori che la crosta è completamente edibile una volta pulita. Un consiglio pratico è quello di utilizzare le croste per insaporire pasta e patate, minestre o brodi, trasformandole in una risorsa culinaria preziosa.

Croste artificiali: meglio evitarle

Non tutte le croste sono però sicure da mangiare. Alcuni formaggi, come l’edamer, il goudà e alcune tipologie di pecorino, presentano croste artificiali trattate con cere, paraffine o altri materiali non commestibili. In questi casi, è assolutamente sconsigliato ingerirle, poiché non sono state progettate per il consumo umano. Di Flaviano sottolinea l’importanza di leggere le etichette dei prodotti e di informarsi sulla lavorazione del formaggio. Questo è particolarmente rilevante per formaggi confezionati o importati, dove l’uso di rivestimenti sintetici è più comune.

Formaggi a crosta fiorita: sì, ma con cautela

Un’altra categoria interessante è quella dei formaggi a crosta fiorita, come il Brie e il Camembert. In questo caso, la crosta è commestibile ed è formata da muffe bianche inoculate durante il processo di produzione. Queste muffe sono innocue e contribuiscono al sapore e alla consistenza del formaggio, rendendoli una scelta apprezzata da molti amanti del settore caseario.

Tuttavia, il nutrizionista consiglia di fare attenzione alla freschezza del prodotto. Una crosta che appare eccessivamente umida o con segni di muffa non prevista potrebbe indicare una cattiva conservazione.

Croste lavate e formaggi erborinati: meglio evitare

Infine, ci sono i formaggi a crosta lavata, come il Taleggio, e gli erborinati, come il Gorgonzola. Nel caso del Taleggio, la crosta è sottoposta a trattamenti di lavaggio e spazzolatura per rimuovere le muffe indesiderate, ma spesso residuano batteri o microrganismi vivi. Per questo motivo, il nutrizionista sconsiglia di consumarla. Lo stesso vale per le croste dei formaggi erborinati. Nonostante nei commenti al video alcuni utenti abbiano dichiarato di mangiare la crosta del Gorgonzola, Di Flaviano mette in guardia: non si può garantire che sia sicura. Le muffe presenti possono essere microbiologicamente attive e potenzialmente dannose se ingerite.

I formaggi che hanno la cosiddetta crosta lavata non dovrebbero essere mangiati
I formaggi che hanno la cosiddetta crosta lavata non dovrebbero essere mangiati

In conclusione

In sintesi, la commestibilità della crosta del formaggio dipende dal tipo di formaggio e dal processo di produzione. Ecco alcune regole generali da seguire:

  1. Croste naturali (es. Parmigiano Reggiano): Sì, se pulite adeguatamente.
  2. Croste artificiali (es. Edamer, Goudà): No, meglio evitarle.
  3. Croste fiorite (es. Brie, Camembert): Sì, ma solo se il prodotto è fresco e ben conservato.
  4. Croste lavate ed erborinate (es. Taleggio, Gorgonzola): No, meglio non consumarle.

Seguendo questi consigli, è possibile godere al meglio dei formaggi senza rischi per la salute, valorizzandone ogni parte commestibile.

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