Dai da mangiare ai gatti randagi? Ecco cosa vuol dire, secondo la psicologia

Molte persone si prendono cura dei gatti randagi, lasciando loro del cibo o dell'acqua, spesso senza riflettere sul perché lo fanno. La psicologia suggerisce che questo comportamento può essere il riflesso di diversi aspetti della personalità e delle emozioni umane. Studi e ricerche mostrano che chi si prende cura degli animali randagi tende ad avere determinate caratteristiche psicologiche e motivazioni profonde.

Uno dei tratti distintivi di chi nutre i gatti randagi è l'empatia, ovvero la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri esseri viventi. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Research in Personality (2017), le persone con un'alta sensibilità emotiva e una spiccata capacità di empatia tendono a sviluppare un forte legame con gli animali. Aiutare un animale in difficoltà può attivare aree del cervello collegate alla gratificazione e al senso di realizzazione personale.

Inoltre, secondo la teoria della biofilia proposta da Edward O. Wilson, gli esseri umani hanno una predisposizione innata ad amare e prendersi cura della natura e degli animali. Questo istinto può spiegare perché alcune persone provano un senso di benessere e soddisfazione nell'aiutare gli animali randagi.

Bisogno di connessione e altruismo

Dare da mangiare ai gatti randagi può essere anche il segnale di un forte bisogno di connessione e altruismo. Uno studio condotto dall'Università di Cambridge nel 2020 ha rivelato che le persone con un forte senso di comunità e di appartenenza tendono a prendersi cura degli animali randagi per compensare un bisogno di relazione e affetto. Questo atto di generosità può creare un senso di scopo e gratificazione personale.

Secondo la teoria dell'attaccamento di Bowlby, le persone che hanno sviluppato un attaccamento sicuro durante l'infanzia spesso estendono la loro capacità di cura anche agli animali. In alcuni casi, le persone che si prendono cura dei gatti randagi possono avere una storia personale legata alla solitudine o alla necessità di trovare un significato nella cura verso gli altri esseri viventi.

Atteggiamento protettivo e senso di responsabilità

Uno studio pubblicato su Anthrozoös nel 2018 ha dimostrato che molte persone vedono gli animali randagi come esseri vulnerabili che necessitano di protezione. Questo può derivare da un forte senso di responsabilità e giustizia sociale. Alcuni individui percepiscono il prendersi cura di un animale bisognoso come un modo per bilanciare le ingiustizie del mondo e offrire un contributo positivo alla società.

Alcune persone provano gioia quando danno da mangiare ai gatti randagi.
Alcune persone provano gioia quando danno da mangiare ai gatti randagi.

Inoltre, il comportamento può essere legato alla compassione e al desiderio di dare un contributo concreto alla vita degli altri. Secondo lo psicologo Daniel Batson, la compassione può essere una motivazione fondamentale per l’altruismo disinteressato, il che spiegherebbe perché molte persone nutrono gatti randagi senza aspettarsi nulla in cambio.

Benessere psicologico e riduzione dello stress

Dare da mangiare agli animali può avere anche effetti benefici sulla salute mentale. Secondo uno studio pubblicato sulla Human-Animal Interaction Bulletin (2019), prendersi cura degli animali può ridurre lo stress, abbassare la pressione sanguigna e aumentare la produzione di endorfine e ossitocina, gli ormoni del benessere. La cura degli animali è spesso utilizzata anche in terapie psicologiche, come la pet therapy, proprio perché migliora lo stato emotivo e riduce l’ansia. Prendersi cura di un gatto randagio può quindi essere un atto che, oltre ad aiutare l'animale, porta benefici anche a chi lo compie.

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