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Se pensavi che i prodotti italiani all’estero costassero solo un po’ di più, preparati a rimanere a bocca aperta. Gaia Dominici, tiktoker italiana registrata come Siankiki, ha condiviso un video che sta facendo discutere, mostrando quanto siano esorbitanti i prezzi dei prodotti italiani nei supermercati kenioti.
Vivere in Kenya da tanti anni l’ha costretta a modificare radicalmente la sua dieta, rinunciando a molte delle specialità italiane per via dei costi proibitivi. Ma quanto si paga davvero per i prodotti più comuni della nostra cucina? Scopriamolo insieme.
Prezzi folli per l’olio, la pasta e i sughi
Il primo shock arriva dall’olio extravergine d’oliva, un ingrediente essenziale nella cucina italiana. 750 ml costano ben 24,50€ e la bottiglia è dotata di antitaccheggio, segno che si tratta di un bene di lusso.
Se pensavi che almeno la pasta fosse più accessibile, preparati a ricrederti:
- 500 g di pasta Barilla → 5,40€ (quasi cinque volte il prezzo non scontato in Italia!)
- Tagliatelle da un chilo → 8,20€
E cosa succede se si vuole condire la pasta con un sugo pronto? Una confezione di sugo alla bolognese da 400 g costa 7,35€, rendendolo un vero lusso quotidiano.
Dolci italiani? Solo per pochi eletti
Anche i prodotti dolciari italiani in Kenya hanno prezzi fuori dal comune. Un esempio su tutti è il Kinder Bueno, amatissimo snack che in Italia è decisamente alla portata di tutti. Nel supermercato keniota, invece, un pacco da 20 barrette (10 confezioni doppie) costa 22€.

E la Nutella? Il famoso barattolo da 750 g si paga 15,50€, rendendolo un piccolo investimento piuttosto che una dolce tentazione da gustare ogni mattina.
Affettati e formaggi: un lusso quotidiano
Per gli amanti degli affettati e dei formaggi italiani, la situazione non migliora. Ecco qualche esempio:
- 100 g di prosciutto crudo → 7,70€
- 200 g di prosciutto cotto → 10,60€
- 100 g di Parmigiano Reggiano → 7,80€
Questi prezzi rendono difficile, se non impossibile, mantenere un’alimentazione basata sui classici ingredienti italiani, almeno per chi ha un'entrata mensile nella media.
La soluzione? Comprare locale
Di fronte a questi prezzi proibitivi, Gaia Dominici è giunta a una conclusione inevitabile: “La soluzione è comprare prodotti locali e limitare al massimo quelli importati”. In effetti, puntare su alimenti freschi e prodotti locali è non solo una scelta più economica, ma anche più sostenibile. Il costo delle importazioni incide pesantemente sui prezzi finali, rendendo i prodotti italiani un lusso riservato a pochi.
I prodotti locali kenioti sono molto più accessibili e spesso altrettanto gustosi. Per esempio, l’olio di cocco è una valida alternativa all’olio extravergine d’oliva e costa decisamente meno.
Mangiare italiano in Africa? Difficile
Il video di Gaia Dominici ha acceso i riflettori su un tema spesso sottovalutato: quanto costa mantenere le proprie abitudini alimentari italiane all’estero? Se da una parte poter trovare olio, pasta, sughi e dolci italiani in un supermercato keniota è un’opzione rassicurante per gli expat, dall’altra i prezzi proibitivi spingono sempre più persone a orientarsi verso alternative locali.
La prossima volta che fai la spesa in Italia e ti lamenti di un rincaro, pensa che pagare 24,50€ per una bottiglia d’olio o 5,40€ per un pacco di pasta potrebbe essere la normalità… altrove!
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