Fai ripetizioni private o lavori come baby sitter? Devi comunicarlo all'INPS: ecco come

Molte persone, soprattutto studenti o giovani lavoratori, svolgono lavoretti occasionali per arrotondare, come dare ripetizioni private o lavorare come baby sitter. Tuttavia, in Italia, ogni attività lavorativa retribuita deve essere regolarmente dichiarata e soggetta a tassazione. Questo significa che anche chi offre ripetizioni scolastiche o si occupa della cura dei bambini deve informare l’INPS e registrare le proprie entrate.

Riccardo Onano, content creator laureato in Giurisprudenza e specializzato in diritto del lavoro, ha recentemente affrontato questo tema in un suo post su Instagram. Attraverso i suoi contenuti informativi, Onano chiarisce dubbi comuni su tasse, contributi e normative riguardanti il mondo del lavoro. Secondo il suo approfondimento, chiunque svolga queste attività in maniera occasionale deve seguire una precisa procedura per regolarizzare il proprio compenso ed evitare problemi con la legge.

Come dichiarare le ripetizioni private e il lavoro di baby sitter?

Per regolarizzare i compensi derivanti da ripetizioni private o baby sitting, è necessario aprire il libretto famiglia, uno strumento predisposto dall’INPS per la gestione delle prestazioni di lavoro occasionale. Questo sistema permette ai datori di lavoro (genitori, nel caso dei baby sitter, o studenti e famiglie nel caso delle ripetizioni) di pagare in modo regolare i lavoratori senza dover aprire una partita IVA o ricorrere a contratti più complessi.

Riccardo Onano, esperto in diritto del lavoro, ha spiegato perché è obbligatorio comunicare all'INPS se lavori come baby sitter o se fai ripetizioni.
Riccardo Onano, esperto in diritto del lavoro, ha spiegato perché è obbligatorio comunicare all'INPS se lavori come baby sitter o se fai ripetizioni.

Come funziona il libretto famiglia?

Il libretto famiglia consente di retribuire i lavoratori occasionali con un compenso orario di 10 euro lordi. Questo importo viene così suddiviso:

  • 8 euro vanno direttamente al prestatore d’opera, ovvero a chi ha svolto il lavoro;
  • 1,65 euro vengono versati all’INPS come contributo previdenziale, il che garantisce un minimo di contribuzione pensionistica;
  • 0,25 euro sono destinati all’INAIL per la copertura assicurativa contro eventuali infortuni sul lavoro;
  • 10 centesimi vengono trattenuti per i costi di gestione del servizio.

I limiti del libretto INPS

Nonostante i vantaggi offerti dal libretto famiglia, esistono alcuni limiti importanti da rispettare:

  • Un prestatore può guadagnare al massimo 5000 euro annui derivanti da prestazioni occasionali;
  • Presso lo stesso utilizzatore (datore di lavoro) si possono percepire al massimo 2500 euro all’anno.

Questo significa che una persona può lavorare per più clienti e accumulare diversi pagamenti, ma senza superare i tetti stabiliti dalla legge. Oltre tali soglie, sarebbe necessario adottare altre forme contrattuali per continuare a lavorare in modo regolare.

Perché comunicare il proprio lavoro all’INPS?

Chi svolge lavori occasionali come ripetizioni private o baby sitting deve assolutamente informarsi sul libretto famiglia attraverso il sito dell’INPS e assicurarsi di dichiarare le proprie entrate. Utilizzare questo strumento permette di evitare il rischio di lavorare in nero, godere di una tassazione agevolata rispetto a quella prevista per i lavoratori dipendenti e accumulare, seppur in piccolissima parte, contributi pensionistici.

Sebbene le cifre versate siano basse rispetto a un impiego standard, registrare il proprio lavoro occasionale è fondamentale per essere in regola e poter continuare a svolgere queste attività senza incorrere in sanzioni o problemi legali.

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