Negli ultimi anni, sempre più persone hanno iniziato a interrogarsi sulla composizione degli alimenti che consumano abitualmente. Uno dei prodotti al centro dell’attenzione è la fetta biscottata, un alimento molto diffuso sulle tavole italiane, spesso considerato una scelta sana per la colazione. Tuttavia, una preoccupazione comune riguarda la presenza di acrilamide, una sostanza potenzialmente nociva. Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni? Walter Antonucci, noto nutrizionista italiano seguito da migliaia di utenti sui social, ha affrontato il tema in un video dedicato, facendo chiarezza sulla questione.
L’acrilamide è una sostanza chimica che si genera naturalmente durante la cottura di alimenti ricchi di amido a temperature elevate, generalmente superiori ai 120 gradi. Il fenomeno avviene attraverso la cosiddetta reazione di Maillard, la stessa che conferisce ai cibi quel tipico colore dorato e un sapore più intenso. Le fette biscottate, così come il pane tostato, le patatine fritte, i biscotti e persino il caffè, contengono acrilamide proprio a causa del processo di produzione. Ma questa sostanza è davvero pericolosa per la salute?
L’acrilamide fa davvero male?
Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’acrilamide è stata classificata come “probabilmente cancerogena” per gli esseri umani. Studi condotti sugli animali hanno dimostrato che l’esposizione a dosi elevate di questa sostanza può aumentare il rischio di sviluppare tumori. Tuttavia, bisogna fare una distinzione tra le quantità somministrate nei test di laboratorio e quelle realmente presenti negli alimenti di consumo quotidiano. Walter Antonucci invita a evitare inutili allarmismi: “Le quantità di acrilamide contenute negli alimenti sono nettamente inferiori a quelle utilizzate negli studi sugli animali. Non bisogna demonizzare un cibo solo per la presenza di questa sostanza, ma piuttosto adottare un’alimentazione equilibrata e varia”.

Dobbiamo smettere di mangiare fette biscottate?
La risposta è no. Come sottolinea il nutrizionista, la chiave sta nella moderazione e nella varietà alimentare. Le fette biscottate possono far parte di una colazione bilanciata, magari abbinate a una fonte proteica e a una porzione di frutta per mantenere stabile il livello di zuccheri nel sangue e garantire un apporto nutrizionale completo. Se si desidera ridurre ulteriormente l’assunzione di acrilamide, è possibile adottare alcuni accorgimenti:
- Evitare di tostare eccessivamente gli alimenti: più scura è la crosta del pane tostato o delle fette biscottate, maggiore è la quantità di acrilamide.
- Alternare le fonti di carboidrati: variare tra pane integrale, gallette di riso o avena può ridurre l’esposizione.
- Scegliere prodotti con cotture più delicate: alcune aziende hanno ridotto la temperatura di cottura per limitare la formazione di acrilamide.
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