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Vivere in un luogo da cartolina può sembrare un sogno, ma per Óscar Monge, ristoratore di 50 anni e residente a Binibeca Vell, la realtà è decisamente più complessa. In un'intervista al quotidiano online El Mundo, Monge racconta come sia vivere in una delle località più fotografate di Instagram, un piccolo villaggio di pescatori nell’isola di Minorca, soprannominato "la Mykonos spagnola" per le sue caratteristiche case bianche e le stradine pittoresche.
"Quando esci di casa ti senti come Robert Redford. I turisti ti scattano foto come se fossi una celebrità o una curiosità esotica. A volte sembra che viviamo in un parco a tema, come se fossimo i Teletubbies di Minorca", ironizza Monge. Un paragone divertente, ma che nasconde un problema serio: la convivenza difficile tra i residenti e le orde di turisti attratti dall’atmosfera da sogno che il borgo trasmette sui social.
Un villaggio da sogno... invaso dai turisti
Binibeca Vell fu costruito negli anni ’60 per imitare i tradizionali villaggi costieri del sud della Spagna. Con le sue casette imbiancate, i vicoli stretti e le piccole piazze, è diventato in breve tempo una meta irrinunciabile per chi visita Minorca. Ogni anno attira circa 800.000 turisti, un numero impressionante se si considera che il borgo occupa appena 8.000 metri quadrati e conta solo cinque residenti stabili durante l’anno.

"Il vero caos è iniziato dopo la pandemia", racconta Monge. "Le strade sono pedonali e così strette che, nei momenti di massimo affollamento, ci vorrebbero i semafori per gestire la folla". Ma i problemi non si limitano alla semplice presenza di visitatori: c’è chi fa rumore a tutte le ore, chi entra nelle proprietà private pensando di visitare un museo e chi, purtroppo, non rispetta la quiete e l’intimità degli abitanti. "Abbiamo avuto anche episodi spiacevoli. Quello più assurdo? Alcuni sono entrati in una casa mentre filmavano con il cellulare, pensando che fosse un museo. Spesso si sono create tensioni con i vicini", aggiunge.
La battaglia per la tranquillità
Di fronte a questa situazione insostenibile, Monge e altri residenti hanno deciso di agire. Hanno promosso una battaglia civica che ha portato a un dialogo con il Comune di Sant Lluís. Il risultato? L’installazione di cartelli che invitano al rispetto delle norme di civiltà e l’introduzione di un orario di visita limitato, con chiusura serale per garantire il riposo degli abitanti. "Non chiediamo di fermare il turismo. Sappiamo quanto sia importante per l’economia locale. Chiediamo solo rispetto e buonsenso", sottolinea Monge.
Grazie a queste misure, le cose sono migliorate. "Oggi i visitatori sono più consapevoli. Continuano a venire in massa, ma rispettano di più il nostro spazio", afferma soddisfatto. E aggiunge: "Viviamo di turismo. Ci sono famiglie intere che lavorano nei ristoranti e nei negozi del villaggio. Ma convivere con centinaia di persone che passano sotto la tua finestra non è sempre facile".
Il lato positivo (e quello negativo) della popolarità su Instagram
La fama di Binibeca Vell sui social, in particolare su Instagram, ha avuto un impatto incredibile. "Prima venivano turisti curiosi, ora abbiamo visitatori di tutto il mondo che vengono qui solo per scattare la foto perfetta", racconta Monge. In estate, il numero dei residenti temporanei sale a 700 persone, ma è niente in confronto alle folle che affollano le strade per immortalare l’iconico paesaggio bianco e blu. Nonostante le difficoltà, Monge non perde il sorriso: "Ci sono momenti in cui ti chiedi se ne valga la pena, ma poi ti rendi conto che questo posto è unico e speciale. Ciò che chiediamo è solo rispetto per chi qui non è in vacanza, ma ci vive tutto l’anno. Non siamo contro chi viene a visitare questo luogo meraviglioso. Amiamo il turismo e tutto ciò che porta. Chiediamo solo che si ricordi che, dietro le foto da sogno, ci sono persone che qui hanno la loro casa".
