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Un content creator italiano ha visitato un mercatino sovietico 'vintage' a Tbilisi, capitale della Georgia. Qui ha trovato numerosi oggetti 'memorabili', che ricordano i tempi dell'Unione Sovietica.
La Georgia, situata nella regione del Caucaso meridionale, ha avuto un rapporto complesso e spesso turbolento con l'Unione Sovietica. Annessa all’impero russo nel XIX secolo, divenne parte integrante dell’URSS nel 1922, anno della sua fondazione. Per gran parte del XX secolo, la Georgia fu uno dei quindici stati sovietici, soggetta alle politiche di Mosca ma mantenendo al contempo una forte identità nazionale e culturale.
Curiosamente, uno dei personaggi più noti dell’Unione Sovietica, Joseph Stalin, era georgiano. Nato a Gori nel 1878, Stalin (il cui vero nome era Iosif Vissarionovich Dzhugashvili) ebbe un impatto decisivo non solo sul destino dell’URSS, ma anche sulla storia del mondo intero. Nonostante il passato complicato e le ferite lasciate dal regime, la Georgia è ancora intrisa di tracce sovietiche visibili nell’architettura, nei monumenti e, come racconta la storia che segue, nei mercatini dell’usato.
Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, la Georgia ha riconquistato la propria indipendenza, cercando di affermarsi come nazione moderna pur mantenendo, in alcuni angoli, i ricordi del passato. Ed è proprio in questi luoghi che si possono trovare testimonianze dirette di quell’epoca.
Il mercatino sovietico di Tbilisi: la scoperta di Cristian Di Giacinto
Cristian Di Giacinto, content creator italiano noto per i suoi viaggi e racconti sui social, ha recentemente intrapreso un tour attraverso i paesi dell'ex Unione Sovietica, documentando la cultura e le peculiarità locali. Durante la sua tappa in Georgia, la capitale Tbilisi gli ha riservato una delle esperienze più sorprendenti del viaggio: la visita a un mercatino sovietico, dove ha trovato oggetti che raccontano storie di un passato non troppo lontano.
Il video di questa esplorazione ha attirato l’attenzione del suo pubblico grazie alla varietà e alla stranezza degli articoli in vendita, molti dei quali risalgono all’epoca sovietica. Gli stand del mercatino erano un vero e proprio tuffo nel passato, con bancarelle colme di oggetti “vintage” e cimeli ormai introvabili altrove.
Gli oggetti più curiosi del mercatino
Tra le prime scoperte, Di Giacinto ha notato una coppia di cardigan tipici per babushke, termine russo che indica affettuosamente le nonne. Questi indumenti, realizzati con filati spessi e dai motivi tradizionali, sono spesso associati alla figura materna e protettiva delle anziane donne dell’Europa dell’Est e dell’ex Unione Sovietica.
Ma le stranezze non si fermano agli abiti. Passeggiando tra le bancarelle, l’italiano ha scovato oggetti inusuali come corni di caprone, utilizzati sia come contenitori che come elementi decorativi, e una collezione di pugnali e coltellacci con manici di osso, testimonianze delle tradizioni artigianali locali. Non mancavano cappelli tradizionali georgiani e quelli in pelo, ancora oggi utilizzati durante le festività folkloristiche.

L’aspetto più singolare è stato scoprire articoli legati alla propaganda sovietica. Di Giacinto ha mostrato ai suoi follower una serie di calamite raffiguranti Joseph Stalin, simbolo di un passato controverso ma ancora presente nell’immaginario collettivo georgiano. La vera ironia della sorte si è palesata quando, nello stesso stand, venivano venduti oggetti con la falce e il martello – emblema dell’URSS – insieme a vere falci e martelli, in un curioso gioco tra simbolismo e realtà.
Tra soldatini, mappe e ricordi di un’epoca passata
L’esplorazione ha portato alla luce anche una piccola collezione di mappe dell’Unione Sovietica, soldatini in metallo e quadretti dedicati a figure iconiche come Yuri Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio. Ogni oggetto sembrava racchiudere un frammento di storia, testimoniando l’importanza della corsa allo spazio e dell’orgoglio nazionale che l’accompagnava. Tra le altre curiosità, c’erano passaporti sovietici, tessere elettorali, giornali d’epoca e persino almanacchi di calcio degli anni ’80, un chiaro richiamo alla cultura sportiva dell’URSS. Non mancavano giocattoli, bambole e targhe, oggetti che, seppur semplici, hanno suscitato nei visitatori un mix di nostalgia e meraviglia.
La visita di Cristian Di Giacinto al mercatino sovietico di Tbilisi non è stata solo un’esperienza pittoresca, ma anche un modo per riflettere sul passato e sull’eredità culturale che ancora permea la Georgia e altri paesi dell’ex URSS. Questi oggetti, per quanto strani possano sembrare a occhi occidentali, rappresentano testimonianze di un’epoca che, nel bene e nel male, ha lasciato un segno indelebile.
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