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Un incubo lungo 95 giorni in balia dell’oceano, con la speranza di rivedere la sua famiglia prima o poi a motivarlo. Máximo Napa Castro, pescatore peruviano di 61 anni, si era preparato per una normale battuta di pesca di due settimane, ma una tempesta lo ha spinto alla deriva nell’Oceano Pacifico, lasciandolo senza aiuto e con scorte di cibo sempre più limitate.
La tempesta e l’inizio del dramma
Castro era partito il 7 dicembre 2024 dal porto di Marcona, sulla costa meridionale del Perù. Come faceva da anni, era pronto per un’uscita in mare di due settimane, senza sapere che sarebbe diventata un’odissea da record. Dopo 10 giorni, una violenta tempesta lo ha spinto fuori rotta, portandolo alla deriva a oltre 1.000 km dalla costa. Il suo GPS non funzionava e le onde lo trascinavano sempre più lontano. La sua famiglia, preoccupata dalla mancanza di comunicazioni, ha lanciato un appello sui social e ha chiesto aiuto alle autorità. Le ricerche della marina peruviana sono iniziate subito, ma senza successo. Nessuna traccia della sua barca.

Sopravvivere in condizioni estreme, poi il salvataggio
Senza più provviste, Castro ha dovuto ingegnarsi per restare vivo. Aveva cibo per due settimane, ma con il tempo ha dovuto adattarsi alla realtà della sopravvivenza in mare aperto.
- Acqua: ha raccolto la pioggia con un recipiente di fortuna e, quando scarseggiava, ha bevuto acqua di mare in piccole dosi per evitare la disidratazione estrema.
- Cibo: inizialmente ha razionato il poco cibo rimasto, poi ha dovuto catturare uccelli marini e insetti, tra cui scarafaggi. Nei giorni più disperati, ha mangiato anche tartarughe marine crude.
- Ultimi giorni senza cibo: gli ultimi 15 giorni prima del ritrovamento sono stati i peggiori: non aveva più nulla da mangiare, aveva difficoltà a procurarsi cibo dalla natura e la sua resistenza era al limite.
"Ogni giorno pensavo a mia madre. Non volevo morire. Ho una nipotina di pochi mesi e ho resistito per lei", ha raccontato a CNN. Dopo quasi tre mesi alla deriva, il 11 marzo 2025, un’imbarcazione della guardia costiera ecuadoriana lo ha individuato a 680 miglia dalla costa. Era disidratato, in condizioni critiche, ma ancora vivo. "Grazie ai fratelli ecuadoriani per aver salvato mio padre. È un miracolo!", ha scritto sua figlia Inés Napa Torres su Facebook. Appena recuperato, Castro è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Nuestra Señora de las Mercedes a Paita per le cure mediche. Era fortemente denutrito e debilitato, ma i medici hanno assicurato che le sue condizioni sarebbero migliorate con il tempo e con le cure specifiche.
Dopo il ricovero, Castro è stato riportato in Perù, dove ha riabbracciato la sua famiglia. All’aeroporto Jorge Chávez di Lima, sua figlia lo ha accolto con una bottiglia di pisco, il tradizionale liquore peruviano. Nel suo paese natale, San Andrés (Ica), i vicini hanno organizzato una festa per il suo ritorno. Sua nipote, Leyla Torres Napa, ha raccontato che vogliono festeggiare il suo compleanno, passato in mare: "L’unico cibo che ha avuto quel giorno era un piccolo biscotto. Ora festeggeremo perché per noi è come se fosse nato di nuovo."
Dopo quasi 100 giorni di inferno, Castro guarda al futuro con gratitudine: "Oggi ho mangiato riso con pollo e fagioli, volevo mangiarne cinque piatti, ma il mio stomaco deve riabituarsi e sono riuscito a mangiarne solo uno. Ora voglio solo abbracciare mia madre. Lei ha sempre pregato per me".
I precedenti casi di sopravvivenza in mare
La storia di Máximo Napa Castro ricorda altri incredibili casi di naufraghi sopravvissuti per mesi in mare:
- Mikhail Pichugin, un russo che ha resistito oltre due mesi alla deriva nel Mare di Ochotsk.
- José Salvador Alvarenga, un pescatore salvadoregno che ha trascorso 14 mesi nell’Oceano Pacifico, sopravvivendo grazie a pioggia e tartarughe.
