Nell'Antica Roma il bacio non era solo un gesto d'affetto o passione, ma un vero e proprio atto codificato con regole sociali ben precise. A raccontarlo in uno Short su YouTube con oltre 300.000 visualizzazioni è Nuisia Raridi, docente di Italiano e Storia in un Istituto Tecnico, laureata in Filologia, linguistica e tradizioni letterarie presso l'Università G. D'Annunzio. Secondo la docente, i Romani distinguevano chiaramente tra diversi tipi di bacio, tanto da attribuirgli tre nomi distinti. Ogni termine indicava una sfumatura ben precisa del gesto e il suo contesto d’uso.
I tre tipi di bacio nell'Antica Roma
Osculum: il bacio formale e ufficiale
L'Osculum era il bacio più casto e istituzionale. "Era il bacio a labbra chiuse, quello che oggi chiamiamo 'a stampo'," spiega la Raridi nel suo video. Non aveva connotazioni passionali, anzi, era usato in occasioni solenni come il matrimonio. Un marito e una moglie potevano scambiarsi un Osculum pubblicamente, ma solo in momenti specifici della loro vita coniugale. Questo bacio serviva più come simbolo di un legame giuridico e sociale che di un sentimento romantico.
Savium: il bacio della passione
Ben diversa era la natura del Savium, il bacio degli amanti, l’equivalente del nostro "bacio alla francese". Questo gesto era percepito come altamente passionale e viscerale. "Si sente già dal suono della parola che è più intenso rispetto all’inamidato Osculum", osserva la Raridi. Un bacio del genere, se dato in pubblico, era visto con sospetto e disapprovazione. Nella società romana, una donna rispettabile non si sarebbe mai mostrata mentre scambiava un Savium con qualcuno in pubblico. Questo tipo di bacio era considerato troppo intimo e sconveniente per la rigida morale romana.
Basium: il bacio dell'affetto e della tenerezza
Infine, c'era il Basium, il bacio affettuoso e tenero. Non prevedeva il contatto prolungato delle labbra e veniva utilizzato tra familiari o amici. Era il gesto con cui i genitori dimostravano il loro amore per i figli, ma anche un segno di rispetto e amicizia. Tra i tre termini, spiega la docente, Basium è quello che ha avuto più successo linguistico. Dalla sua radice derivano infatti le parole per "bacio" nelle principali lingue neolatine: baiser in francese, beso in spagnolo e bacio in italiano.
La quotidianità dei Romani raccontata sui social
Nuisia Raridi non si limita a raccontare curiosità sui baci nell'Antica Roma. In un altro video, la docente ha svelato un dettaglio sorprendente sulla quotidianità dei Romani: la loro "carta igienica" non era usa e getta. "Mi dispiace deludervi, ma 2000 anni fa non esisteva l’usa e getta", afferma Raridi con tono ironico.

I Romani usavano il Tersorium, una spazzola formata da un bastone e una spugna marina. Questo strumento veniva immerso nell’acqua dei bagni pubblici (cioè usati da più persone contemporaneamente) per la pulizia dopo aver espletato le funzioni fisiologiche. Nei bagni più avanzati, l’acqua scorreva in alcuni canali di scolo e veniva costantemente cambiata, garantendo un minimo di igiene. Nei contesti più poveri, invece, la spugna veniva sciacquata in un secchio d’acqua comune, nella migliore delle ipotesi addizionata con aceto per le sue proprietà disinfettanti.
"Bella la vita ai tempi dell’Antica Roma, vero?" conclude ironicamente la docente, lasciando intendere che non tutto era così affascinante come nei film storici.
