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C’è chi entra in un bar e chiede un pacchetto di sigarette insieme al caffè. C’è chi va dal tabaccaio sotto casa e, con la solita voce bassa e distratta, chiede “le solite”. Poi c’è la Norvegia. Qui comprare un pacchetto è un’esperienza completamente diversa. E lo ha raccontato perfettamente Martina Massai, content creator italiana molto seguita che vive a Tromsø, nel profondo nord del paese scandinavo.
Nel suo ultimo video, diventato virale su Instagram, Martina mostra passo dopo passo cosa succede quando vuoi acquistare le sigarette in Norvegia. Spoiler: non troverai mai un’insegna con scritto “Tabacchi”. E no, non puoi neanche aspettarti il classico distributore automatico con lucette colorate e pacchetti in bella vista.
In Norvegia i tabaccai non esistono: ecco dove si comprano le sigarette
A differenza dell’Italia, dove i tabaccai fanno parte della routine quotidiana, in Norvegia i prodotti del tabacco si acquistano esclusivamente nei supermercati. Non in tutti, però. Solo le grandi catene autorizzate – come Coop Norge, Rema 1000, Norgesgruppen e Bunnpris – possono venderle. Questi quattro colossi controllano praticamente tutto il commercio al dettaglio: il 99,7% del mercato è nelle loro mani.
Il sistema è studiato nei minimi dettagli per scoraggiare l’acquisto d’impulso. Niente scaffali pieni di pacchetti, niente marchi in vista. La procedura è macchinosa e, per un italiano, decisamente strana. Prima tappa: la cassa del supermercato. Se chiedi le sigarette, la cassiera non ti porgerà il pacchetto, ma un foglietto con un codice a barre. Si fa così perché se il richiedente è minorenne, la cassiera gli negherà l'acquisto. A quel punto, devi cercare un distributore automatico – ma non quello classico. È una struttura rossa, integrata nel muro, senza loghi o scritte. Totalmente anonima.

Scannerizzi il codice, paghi (se non l’hai già fatto) e ritiri il tuo pacchetto. Fine. O almeno dovrebbe esserlo. Perché nel video di Martina, la sua amica si ritrova con un messaggio di errore: “prodotto non valido”. Ha pagato, ha il codice, ma il distributore si blocca. Soluzione? Chiedere aiuto allo staff del supermercato, che per fortuna della sua amica ha risolto prontamente il problema. In un distributore di fianco a quello delle sigarette normali, viene venduto lo 'snus' (quello da masticare).
Il governo norvegese “nasconde” (e scoraggia l’acquisto del) le sigarette
Martina lo dice con ironia: “Ho trovato molti italiani quassù che andavano avanti e indietro per Tromsø sperando che comparisse un tabaccaio. Il governo norvegese le nasconde bene dai turisti”. E ha perfettamente ragione. Tutto fa parte di una strategia ben precisa. La Norvegia ha una delle politiche anti-tabacco più severe d’Europa. L’obiettivo? Arrivare a una società libera dal tabacco. Il piano è in corso da anni. Dal 1975 è in vigore il Tobacco Control Act, legge che ha subito numerosi aggiornamenti per adattarsi ai tempi e alle nuove abitudini, come l’uso dello snus, il tabacco umido da masticare, molto diffuso nei paesi nordici.
Anche i prezzi scoraggiano i meno ricchi. Il costo di un pacchetto in Norvegia è da brividi: 136 corone norvegesi, ovvero circa 12 euro per 20 sigarette Marlboro (dato aggiornato al 5 marzo 2025). Già nel 2017 si pagavano più di 11 euro, e i prezzi hanno continuato a salire. Insieme all’Irlanda e al Regno Unito, la Norvegia è tra i paesi europei con i prezzi più alti per i prodotti del tabacco.
E non è solo una questione economica. L’intero sistema è pensato per limitare l’accesso ai prodotti della nicotina, soprattutto per i giovani. La vendita online di snus, ad esempio, è stata vietata pochi anni fa. I minorenni non possono acquistare nessun tipo di tabacco. La pubblicità è completamente bandita, e anche i sacchetti di nicotina senza tabacco – tanto popolari tra gli adolescenti – sono stati recentemente messi al bando.
Gli obiettivi (ambiziosi) del governo norvegese
Il Ministero della Salute norvegese ha messo nero su bianco una strategia nazionale di controllo del tabacco che punta in alto. Ecco alcuni dei traguardi fissati per il prossimo decennio:
- Ridurre al di sotto del 5% il numero di fumatori quotidiani e consumatori di snus in tutte le fasce d’età e livello di istruzione
- Assicurare che i bambini nati dal 2010 in poi non inizino mai a usare prodotti contenenti tabacco o nicotina
- Garantire a tutti l’accesso gratuito a percorsi per smettere di fumare
- Eliminare l’esposizione al fumo passivo, in particolare in ambienti frequentati da bambini
Insomma, una crociata contro il fumo che coinvolge leggi, supermercati, scuole, ospedali e trasporti pubblici. Il fumo, ad esempio, è vietato in tutti i luoghi pubblici al chiuso, nelle fermate dell’autobus e persino nelle aree esterne degli asili.
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