Cosa vuol dire avere la paura degli aghi, secondo la psicologia

La paura degli aghi non è solo una semplice avversione alle iniezioni. Per molte persone, si tratta di una fobia vera e propria, riconosciuta dalla psicologia come belonefobia o agofobia. Questa condizione non riguarda solo il fastidio o il timore di sentire dolore, ma si manifesta come un'ansia intensa e incontrollabile alla sola vista di aghi, siringhe e altri oggetti appuntiti. Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), la belonefobia rientra nei disturbi d'ansia e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita.

Belonefobia: quando la paura diventa invalidante

Chi soffre di questa fobia non può semplicemente “razionalizzare” il problema o superarlo con la forza di volontà. Il contatto con un ago, anche solo in un contesto medico, può scatenare una reazione di panico, con sintomi che vanno dal battito cardiaco accelerato alla sudorazione eccessiva, fino alla perdita di coscienza. Ma quali sono i sintomi? Le persone con una paura patologica degli aghi manifestano sintomi fisici e psicologici simili a quelli di un attacco d’ansia:

  • Brividi e tremori
  • Tachicardia e palpitazioni
  • Secchezza delle fauci
  • Nausea e vertigini
  • Sensazione di svenimento
  • Sudorazione eccessiva
  • Respiro affannoso
  • Confusione mentale
  • Attacchi di panico

In alcuni casi, si verifica una risposta vasovagale, un improvviso abbassamento della pressione sanguigna che può portare a uno svenimento. Questo accade perché il sistema nervoso autonomo reagisce in modo estremo alla percezione del pericolo, facendo crollare la pressione.

Moltissimi bambini hanno paura degli aghi; anche da adulti, però, alcuni di loro non la perdono.
Moltissimi bambini hanno paura degli aghi; anche da adulti, però, alcuni di loro non la perdono.

Perché alcune persone hanno paura degli aghi?

La belonefobia può avere origini diverse, che vanno dalla genetica a esperienze traumatiche vissute in passato.

Un’eredità evolutiva?

Secondo alcune ricerche, la paura degli aghi potrebbe avere radici biologiche ed evolutive. Circa quattro milioni di anni fa, i nostri antenati avevano maggiori possibilità di sopravvivere evitando oggetti taglienti o perforanti, che spesso causavano infezioni fatali. Questa risposta di allerta si sarebbe tramandata fino a oggi, rendendo alcune persone particolarmente sensibili alla vista di aghi e strumenti simili.

Esperienze traumatiche e associazioni negative

Un altro fattore chiave è il vissuto personale. Andreas Mayr, esperto in scienze infermieristiche, sottolinea che molte persone sviluppano questa paura a causa di esperienze negative pregresse. “Una delle cause principali è legata a esperienze precedenti negative, come iniezioni dolorose o difficoltà durante procedure mediche”, spiega Mayr. Molti individui, inoltre, sviluppano la paura degli aghi per associazione: aver visto un familiare o un amico reagire male a un’iniezione può instillare un senso di paura profonda.

Tipologie di belonefobia: non tutte le paure sono uguali

Non tutti i casi di belonefobia sono uguali. Lo psicologo Hamilton ha individuato cinque sottotipi principali:

  1. Paura associativa: risposta appresa legata a esperienze traumatiche personali o familiari.
  2. Paura ereditaria: presente in circa il 50% dei casi, spesso accompagnata da una forte reazione fisiologica, fino allo svenimento.
  3. Paura resistiva: chi ne soffre tende a rifiutare ogni contatto con aghi o oggetti appuntiti, anche in situazioni di emergenza.

Cosa possono fare i medici per aiutare i pazienti?

Il personale sanitario ha un ruolo cruciale nel gestire la paura degli aghi. Alcuni accorgimenti possono fare la differenza:

  • Creare un ambiente rilassante, con una stanza adeguata e la possibilità per il paziente di sdraiarsi.
  • Usare aghi ultra-sottili, che riducono il dolore e il fastidio.
  • Evitare parole come “sentirai solo una puntura”, che possono aumentare l’ansia.
  • Far distrarre il paziente, ad esempio facendogli ascoltare musica o conversando su un argomento piacevole.

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