Peppino di Capri, film indimenticabile al fianco di Pasolini: ecco dove rivederlo

Chi pensa a Peppino di Capri immagina subito le sue canzoni d’amore, le hit estive, la voce che ha fatto ballare e sognare generazioni. Ma pochi ricordano che, nel pieno degli anni Sessanta, l’amatissimo cantante partenopeo è apparso anche in un film indimenticabile diretto da Pier Paolo Pasolini. Il titolo? Comizi d’amore. Non una pellicola qualsiasi, ma un documentario che ancora oggi sorprende per coraggio, profondità e attualità.

Comizi d’amore: il film “scandaloso” di Pasolini

Comizi d’amore esce nelle sale italiane nel 1964. Pasolini, all’epoca già scrittore e regista affermato, ha un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: capire cosa pensano davvero gli italiani su temi come l’amore, il matrimonio, il divorzio, la prostituzione. Lo fa in modo diretto, girando l’Italia da Nord a Sud con un microfono in mano e una troupe al seguito.

Nel 1963, mentre cerca location per Il Vangelo secondo Matteo, Pasolini coinvolge il produttore Alfredo Bini in un progetto parallelo, un film-inchiesta che diventa un viaggio nel cuore più intimo del Paese. Gira spiagge, mercati, scuole, stazioni e strade di città e paesini. Intervista donne, uomini, giovani, vecchi, contadini, studenti, suore e soldati.

Un frame da "Comizi d'amore" di Pasolini
Un frame da "Comizi d'amore" di Pasolini

Il risultato è un ritratto disarmante dell’Italia dell’epoca: un Paese in pieno boom economico, ma ancora profondamente conservatore, impaurito, timoroso di affrontare argomenti allora considerati tabù. Nel film, le persone rispondono con esitazione, imbarazzo, oppure con una sorprendente spontaneità. Le differenze tra Nord e Sud emergono chiaramente: finta apertura al settentrione, rigidità profonda nel Meridione.

Il ruolo di Peppino di Capri: un volto pop in un film controcorrente

Nel cuore di Comizi d’amore, a sorpresa, compare Peppino di Capri. Non canta, non recita, non è protagonista in senso classico. Eppure la sua presenza lascia il segno. Rappresenta l’Italia pop, quella della musica leggera, dei juke-box, della modernità che avanza. Pasolini lo intervista come personaggio noto, per cogliere la voce di chi, pur appartenendo allo spettacolo, ha radici profonde nella tradizione italiana. Peppino, all’epoca idolo delle giovani, risponde con misura, non si sottrae. La sua opinione contribuisce a quel mosaico di voci che compongono il film, e segna una pagina affascinante della sua carriera, spesso dimenticata.

Gli interventi di Musatti, Moravia, Fallaci e Ungaretti

A rendere Comizi d’amore ancora più prezioso sono gli interventi di alcune delle menti più brillanti del tempo. Il regista affida il commento delle interviste allo psicanalista Cesare Musatti, che analizza con sguardo clinico le paure, le difese e le ipocrisie degli italiani. Lo scrittore Alberto Moravia, amico e complice di Pasolini, interviene più volte, così come la giornalista Oriana Fallaci, la scrittrice Camilla Cederna, l’intellettuale Adele Cambria e addirittura il poeta Giuseppe Ungaretti. Una squadra di voci autorevoli che danno peso e struttura al film, trasformandolo in un documento storico.

Dove rivedere Comizi d’amore oggi

Oggi Comizi d’amore è considerato un capolavoro assoluto del cinema italiano. Nonostante il tempo passato, conserva una potenza visiva e intellettuale rara. Fortunatamente, rivederlo non è complicato. Il film è disponibile in streaming su Prime Video per gli abbonati, senza sovrapprezzi, nella sezione dedicata ai classici del cinema italiano. In alternativa, online è presente in formato DVD nei cofanetti dedicati all’opera di Pasolini, con contenuti extra e interviste. In alcuni periodi dell’anno, in particolare in occasione di rassegne culturali o anniversari legati a Pasolini, Comizi d’amore torna anche al cinema. Vale sempre la pena tenere d’occhio i programmi di Cineteca di Bologna, Cineteca Nazionale e altri circuiti indipendenti. Oppure, ancora, è disponibile su YouTube: basta aprire l'app e cercare il titolo per trovare una clip in buona qualità.

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