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Dopo vent’anni di chiusura, Roma ha finalmente restituito ai suoi cittadini (e ai turisti più curiosi) uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della sua storia: il Passetto di Borgo, il famoso “passaggio segreto” che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo. E no, non è un set di "Angeli e Demoni", ma un pezzo autentico e incredibilmente scenografico della Città Eterna. E ora è di nuovo visitabile. Ma solo con guida.
Cos’è il Passetto di Borgo: un corridoio segreto pieno di storia (e alcune leggende metropolitane)
Il Passetto di Borgo è un corridoio sopraelevato e fortificato, lungo circa 800 metri, che collega le mura vaticane a Castel Sant’Angelo. Costruito per motivi strategici, ha avuto per secoli un ruolo cruciale per la sicurezza dei Papi. Oggi rappresenta una testimonianza straordinaria dell’architettura difensiva rinascimentale. Ma non solo: è un concentrato di intrighi, fughe rocambolesche e leggende in salsa vaticana.
Fu Papa Niccolò III a volerlo nel 1277, ma divenne famoso soprattutto grazie agli eventi del 1494 e del 1527. In quei due momenti chiave della storia della Chiesa, Papa Alessandro VI Borgia e Papa Clemente VII lo usarono per salvarsi la pelle, letteralmente. Nel primo caso, Alessandro VI fuggì dalle truppe francesi di Carlo VIII. Trent’anni dopo, Clemente VII scappò durante il Sacco di Roma, mentre la città veniva messa a ferro e fuoco dai lanzichenecchi.
C'è chi giura che Papa Borgia non lo usasse solo come via di fuga, ma anche per frequentare amanti in gran segreto. Nessuna prova documentale lo conferma, ma le voci resistono da secoli. E francamente, in quel tratto sospeso tra cupole e misteri, tutto sembra possibile. Come ha raccontato in un video la content creator Elle, esperta di viaggi e curiosità dal mondo, il Passetto è un luogo “pieno di storie e leggende”. Il video, diventato virale tra gli appassionati di viaggi culturali, mostra non solo la maestosità del corridoio ma anche la vista incredibile sulla Cupola di San Pietro. E questo dettaglio visivo, da solo, vale l’intera visita.
Dove si trova l’ingresso (e perché non puoi andarci da solo)
Il punto d’accesso si trova in piazza della Città Leonina, proprio all’angolo con via del Mascherino, nel cuore del Vaticano. Attenzione però: non è visitabile liberamente. L’unico modo per esplorare il Passetto di Borgo è partecipare a un tour guidato. E non è una semplice formalità: il percorso, ricco di dettagli, dura circa un’ora, durante la quale vengono raccontati aneddoti storici, episodi curiosi e piccoli segreti che non si trovano sulle guide turistiche.
Le visite sono gestite da CoopCulture, società che cura diversi percorsi culturali in Italia. Per prenotare basta cercare online “Passetto di Borgo: La via di fuga dei Papi - Visite al Passetto di Borgo | Castel Sant'Angelo”. Non è una pubblicità, né un'affiliazione con la Coop: è semplicemente l’unico modo esistente oggi per metterci piede.

Il corridoio è rimasto chiuso per vent’anni, a causa di importanti lavori di restauro. Solo a inizio 2025 le autorità hanno riaperto ufficialmente questo tratto delle Mura Leonine, rendendolo di nuovo accessibile al pubblico. Il risultato è un equilibrio perfetto tra conservazione storica e valorizzazione turistica, che consente finalmente di camminare dove un tempo passavano i pontefici in fuga. Il restauro ha permesso di rendere più sicuro e fruibile il percorso, senza snaturare l’atmosfera suggestiva. Luci discrete, segnaletica minimale e un rispetto quasi sacrale per i materiali originali.
Perché vale la pena visitarlo (anche se sei romano)
Molti romani non sanno nemmeno della sua esistenza. Ma il Passetto di Borgo è uno di quei posti che andrebbero visti almeno una volta nella vita. Ti permette di vivere una Roma diversa, meno instagrammata e più autentica. Ti racconta una parte di storia che spesso resta ai margini delle guide turistiche, ma che ha segnato profondamente il destino della città e della Chiesa. In più, la visuale su San Pietro che si apre in alcuni punti del corridoio è mozzafiato. Elle, nel suo video, lo definisce “il posto perfetto per scattare una foto del Cupolone”. E ha ragione. Con il vantaggio, non da poco, che non c’è la ressa dei classici spot turistici.
