Perché mettiamo gli anelli sulla mano sinistra? In pochi sanno la risposta

Quando si parla di anelli di fidanzamento o fedi nuziali, il gesto di infilarli sull’anulare sinistro è così automatico da sembrare scontato. Ma dietro questa abitudine che accomuna nazioni anche molto lontane geograficamente e culturalmente tra loro si nasconde una storia affascinante, fatta di simboli, religione, anatomia immaginata e qualche superstizione. Pochi conoscono le vere radici di questa tradizione, che attraversa millenni e civiltà. E no, non c'entra solo l’amore romantico.

Le origini: dagli Egizi ai Romani, un cerchio che non si spezza

Gli antichi Egizi, oltre a costruire piramidi e a venerare il sole, avevano un’idea precisa dell’amore eterno. Usavano anelli circolari per simboleggiare l’infinito e l’eternità. Già 5000 anni fa si scambiavano anelli come segno di unione, spesso intrecciati con canapa o giunchi, poi sostituiti con metalli più duraturi. L’anello rappresentava un legame che non ha inizio né fine, proprio come l’amore che dovrebbe legare due persone.

Gli anelli d'oro sono una tradizione nata solo di recente: ai tempi degli Antichi Egizi si usavano materiali ben meno preziosi.
Gli anelli d'oro sono una tradizione nata solo di recente: ai tempi degli Antichi Egizi si usavano materiali ben meno preziosi.

I Greci ereditarono questa tradizione e la passarono ai Romani, che diedero all’anello anche un significato legale e religioso. I Romani associavano l’anello alla dea Fides, simbolo di lealtà e fedeltà, e cominciarono a usarlo durante le cerimonie di fidanzamento. È proprio in questa epoca che iniziò a circolare la teoria della cosiddetta "vena amoris", ovvero "la vena dell'amore": secondo questa credenza, esisteva una vena che collegava direttamente il dito anulare sinistro al cuore. Non si trattava solo di poesia: era un vero e proprio tentativo di dare una base fisica al simbolismo dell’amore.

La Vena Amoris: una leggenda anatomica con lunga vita

La "Vena Amoris" è uno di quei miti che ha resistito al tempo nonostante la scienza lo abbia smentito da secoli. Nessuna vena collega in modo diretto il quarto dito al cuore. Eppure, l’idea era così romantica che ha avuto una presa fortissima sulla cultura occidentale.

Questa credenza non nacque nel II secolo, come spesso viene detto. Le sue radici sono più antiche. La versione più nota si trova in un testo latino di Aulo Gellio, Noctes Atticae, dove cita Apione, scrittore egizio. Fu poi Henry Swinburne, nel 1686, a dare risonanza moderna al concetto nel trattato A Treatise of Spousals, collegando ufficialmente l’anello all’anulare sinistro e al cuore. E così, una vena inesistente è diventata la ragione per cui ancora oggi le coppie si promettono amore eterno... sulla mano sinistra.

Anche la Chiesa cristiana ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione dell’anello nuziale, anche se il suo utilizzo in ambito religioso è arrivato più tardi. A partire dal IX secolo l’anello iniziò a comparire nei riti matrimoniali. Nel XIII secolo, Papa Innocenzo III stabilì che ci dovesse essere un periodo di attesa tra il fidanzamento e il matrimonio. Durante quel tempo, la coppia indossava anelli come segno visibile dell’impegno reciproco. Il gesto di infilare l’anello sull’anulare sinistro divenne parte integrante del rito religioso, con un significato che andava oltre il simbolismo pagano: diventava un vincolo sacro.

Mano sinistra o destra? Non tutti fanno la stessa scelta

Molti danno per scontato che l’anello vada sempre sulla mano sinistra, ma non è così ovunque. In Germania, India, Russia e in molti paesi dell'Est Europa, ad esempio, la mano “giusta” per l'anello è proprio la destra. Una questione culturale, ma anche religiosa. Durante il Medioevo, l’anulare sinistro era associato al numero quattro, simbolo del matrimonio. La mano sinistra, invece, veniva spesso vista come la mano "non dominante", quindi meno esposta al lavoro manuale, più “pura” per custodire un simbolo sacro come l’anello.

Alcune leggende parlano anche di una connessione con il diavolo, che avrebbe portato alla persecuzione dei mancini durante l’Inquisizione. Tuttavia, non ci sono fonti storiche solide che confermino questo legame diretto con l’uso dell’anello.

Lascia un commento