James Hamblin, medico e docente di salute pubblica a Yale, ha suscitato scalpore qualche mese fa quando ha rivelato di non essersi fatto la doccia per ben cinque anni. La sua decisione non era un capriccio, ma un esperimento per esplorare il mondo della pulizia e dell’igiene personale, argomenti su cui ha scritto nel suo libro Clean: The New Science of Skin. La sua esperienza, che va dal 2018 al 2023, ha rivelato importanti lezioni sulla nostra cultura dell'igiene, sugli effetti degli eccesso di igiene personale e sull'industria della bellezza.
Un approccio diverso alla pulizia: cosa ci insegna Hamblin
Nel corso di questi cinque anni, Hamblin ha osservato da vicino l'effetto del non lavarsi quotidianamente sulla propria pelle e sul corpo. La sua riflessione ruota intorno all'idea che, mentre l’igiene è fondamentale, la nostra ossessione per il sapone e i rituali complessi potrebbe non essere così salutare come pensiamo. Va precisato che il medico ha lavato regolarmente le mani con sapone neutro, ha lavato i capelli solo con acqua e si è lavato nel vero senso della parola quando era visibilmente sporco o sudato.
1. L'ossessione per il sapone potrebbe creare allergie
Uno dei concetti più interessanti esplorati nel libro è che l'uso eccessivo di saponi e disinfettanti potrebbe essere alla base di un aumento delle allergie, come quelle al polline o alla nocciolina. Secondo Hamblin, il continuo lavaggio rimuove il sebo dalla pelle, una sostanza che protegge la pelle stessa e ospita batteri benefici. Ridurre l'uso di sapone permetterebbe alla pelle di sviluppare una protezione naturale più forte contro le infezioni.

2. I mitili della pelle: amici invisibili
La pelle, il nostro "organo" più esteso, ospita una moltitudine di microrganismi, tra cui i demodex, dei minuscoli acari che si annidano nel nostro viso. Anche se questi parassiti potrebbero sembrare inquietanti, svolgono un ruolo cruciale nell’esfoliazione della pelle, contribuendo a prevenire brufoli e infezioni. Mentre la nostra tendenza a eliminare ogni traccia di batteri può sembrare igienica, rischiamo di rimuovere anche queste difese naturali.
3. Il marketing ha venduto l'idea del sapone
Hamblin sottolinea come l'industria del sapone sia riuscita a "venderci" l'idea di una pulizia quotidiana e incessante. Il sapone, che in origine era un prodotto chimicamente semplice, è diventato una necessità grazie alle astute strategie di marketing. La pubblicità, spesso associata a una sensazione di status e benessere, ha trasformato il sapone da un lusso in un'abitudine radicata.
4. L'industria della cura della pelle: poco regolata e molto costosa
Uno degli aspetti più sorprendenti della sua esperienza è stata la scoperta dell’enorme business dietro i prodotti di bellezza. Hamblin ha testato in prima persona la creazione di una linea di prodotti skincare, scoprendo che, nonostante l’alto costo, molte di queste creme e sieri non offrono benefici reali per la pelle. Inoltre, l'industria della cura della pelle è scarsamente regolata, il che significa che molti prodotti sul mercato non sono nemmeno sicuri o efficaci come dichiarato.
5. La nostra paura dei germi è eccessiva
Hamblin mette in discussione l'uso smodato di disinfettanti come il Clorox. L'idea di dover sterilizzare ogni superficie potrebbe non solo essere inutile, ma anche dannosa. I "germi" non sono nemici assoluti; anzi, una certa esposizione a batteri e virus aiuta il nostro sistema immunitario a rimanere forte e pronto a difendersi. L'eccessiva pulizia potrebbe essere collegata a patologie croniche, suggerisce Hamblin.
6. L'odore del corpo è naturale, non un problema
Infine, Hamblin affronta il tabù dell'odore corporeo, che per anni è stato demonizzato dalla pubblicità e dai prodotti per la cura del corpo. In realtà, l'odore che spesso associamo alla "sporcizia" è il risultato di batteri che lavorano per proteggere il nostro corpo. Quindi, anziché mascherarlo con deodoranti chimici, sarebbe meglio lasciare che il nostro corpo faccia il suo lavoro in modo naturale.
