Qual è il primo lavoro che sparirà del tutto a causa dell'Intelligenza Artificiale

Ecco qual è il primo lavoro che sparirà per colpa dell'Intelligenza Artificiale e quali sono quelli a rischio subito dopo.

Non è un’ipotesi, ma una previsione sempre più concreta: l'Intelligenza Artificiale sta riscrivendo le regole dell’occupazione, minacciando ruoli che fino a ieri sembravano intoccabili. Tra i primi a essere colpiti da questa rivoluzione silenziosa ci sono loro: gli addetti all’inserimento dati, conosciuti anche come data entry clerks. Un lavoro apparentemente stabile, necessario e onnipresente in ogni settore, ma che ha una debolezza fatale: è strutturato su processi ripetitivi, altamente standardizzati e soprattutto facilmente replicabili dalle macchine.

L’avanzamento dell’automazione intelligente è ormai inarrestabile. Le tecnologie di machine learning riescono a svolgere le mansioni di un data entry in pochi secondi, con una precisione impressionante. Non si tratta solo di velocità, ma anche di efficienza economica: le aziende stanno già iniziando a preferire sistemi automatizzati che riducono il margine d’errore e azzerano i costi legati alla forza lavoro.

Perché i data entry clerk sono i primi a scomparire?

Il destino di questa professione era scritto nel suo stesso DNA. L’addetto all’inserimento dati si occupa principalmente di trascrivere, organizzare e aggiornare informazioni, seguendo procedure fisse e ripetitive. Il problema non è la qualità del lavoro umano, ma il fatto che un algoritmo può svolgerlo meglio. Più rapidamente, senza pause, senza ferie e senza la possibilità di distrarsi o commettere sviste.

L’Intelligenza Artificiale non solo riesce a leggere e comprendere testi complessi, ma può anche correggere incongruenze, integrare fonti differenti e archiviare i dati in maniera intelligente. Un compito che fino a ieri richiedeva ore di lavoro manuale ora viene risolto in pochi clic. Non sorprende, dunque, che molte aziende, dalle multinazionali ai piccoli studi, stiano già tagliando queste posizioni in favore di soluzioni software. E ciò che stiamo osservando è solo l’inizio.

Intelligenza Artificiale
Ecco qual è il lavoro a rischio a causa dell'Intelligenza Artificiale.

I prossimi a rischio: ruoli standardizzati e poco creativi

Se il data entry sarà il primo mestiere a scomparire, altri ruoli sono già in fila sulla stessa traiettoria. I telemarketer, ad esempio, stanno cedendo il passo a chatbot vocali che possono simulare una conversazione umana, riconoscere l’intenzione dell’utente e adattare le risposte in tempo reale. Con una disponibilità 24 ore su 24 e costi contenuti, l’automazione sta rendendo obsoleta la necessità di una voce umana dietro ogni chiamata commerciale.

Anche i contabili di base e i bookkeeper stanno affrontando la stessa sorte. I software di contabilità, arricchiti da algoritmi intelligenti, riescono a gestire registrazioni finanziarie, analizzare bilanci e generare report senza l’intervento umano. Non si parla di scenari futuri: è la realtà di oggi in molte startup e imprese digitalizzate.

Perfino il servizio clienti sta vivendo un cambiamento profondo. Per tutte quelle richieste semplici e ricorrenti come resi, tracciamenti di spedizioni, informazioni su prodotti, l’essere umano non è più indispensabile. Secondo Gartner, entro il 2025 il 95% delle interazioni con i clienti sarà gestito dall’AI. E questa non è una previsione allarmistica, ma il risultato di un trend osservabile nei settori bancario, e-commerce e persino nella sanità.

Non tutti i lavori scompariranno, ma molti si trasformeranno. Il punto non è se l’Intelligenza Artificiale sostituirà gli esseri umani, ma quali competenze resteranno insostituibili: quelle legate al pensiero critico, alla creatività, all’empatia e alla capacità di prendere decisioni complesse in contesti ambigui. Mentre i ruoli basati su procedure fisse stanno già diventando obsoleti, i mestieri che richiedono intuizione, adattamento e relazioni interpersonali saranno ancora per molto tempo appannaggio esclusivo dell’intelligenza umana.

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