Giappone, italiana scopre che a Kyoto ci sono secchi rossi pieni d'acqua ovunque: il motivo

Un’italiana in viaggio in Giappone nota un dettaglio curioso che passa spesso inosservato ai turisti: a Kyoto, davanti a tantissime case e attività commerciali, ci sono secchi rossi pieni d'acqua. Li trovi ovunque, quasi a creare una specie di “arredo urbano” non ufficiale. Ma non sono lì per estetica e nemmeno per dissetare animali randagi durante le giornate più torride — anche se, in alcuni casi, è quasi sicuramente successo. La vera motivazione è ben più seria. A raccontarlo è il profilo Instagram trip.n.roll, gestito da due italiani appassionati di viaggi. In un video pubblicato di recente, i due spiegano che quei secchi rossi sono un simbolo silenzioso ma potentissimo: servono a combattere gli incendi.

Una tradizione antica, ancora attuale

Kyoto è una delle città più antiche e affascinanti del Giappone. Capitale imperiale per oltre mille anni, conserva ancora un numero elevatissimo di case in legno, templi storici e costruzioni tradizionali. Ma proprio la bellezza della sua architettura rappresenta anche un rischio. Molti edifici sono a stretto contatto tra loro e costruiti con materiali infiammabili. Un piccolo focolaio può trasformarsi in una tragedia in pochi minuti. Da qui nasce l’usanza dei secchi rossi: recipienti d’acqua pronti all’uso in caso di emergenza, posizionati con cura nei punti più strategici.

I secchi rossi pieni d'acqua sono presenti quasi ovunque a Kyoto: sono un modo per prevenire gli incendi e per informare i passanti del rischio.
I secchi rossi pieni d'acqua sono presenti quasi ovunque a Kyoto: sono un modo per prevenire gli incendi e per informare i passanti del rischio.

Un tempo, ogni abitante ne aveva almeno uno davanti alla propria casa. Bastava un grido d’allarme e l’intero quartiere si mobilitava, secchio in mano, per fermare le fiamme. Oggi, anche con la presenza di moderni estintori, questa tradizione è ancora viva. I secchi vengono mantenuti pieni, a volte affiancati proprio da dispositivi antincendio più recenti. Ma il principio non cambia: meglio prevenire che curare.

Non solo secchi rossi: Kyoto e le sue mille precauzioni contro gli incendi

La città ha sviluppato, nel corso dei secoli, un'intera cultura della prevenzione legata al fuoco. E non parliamo solo di strumenti visibili. Di notte, alcune pattuglie antincendio volontarie percorrono i quartieri storici suonando gli hyoshigi, due bastoncini di legno battuti ritmicamente per ricordare agli abitanti di spegnere candele e stufe prima di dormire. Il suono è quasi ipnotico, ed è diventato parte del paesaggio sonoro notturno di Kyoto.

In alcune locande tradizionali, si possono ancora vedere stuoie bagnate appese ai tetti e bordi metallici lungo le grondaie, ideati per impedire che le fiamme si propaghino. Nei vicoli stretti e nei templi più antichi, operano vigili del fuoco specializzati in interventi rapidi, dotati di equipaggiamento adatto a spazi ridotti.

Ma Kyoto non è solo precauzione: è anche bellezza, cultura e storia millenaria. Camminare per le sue strade significa respirare un’aria diversa. Ogni angolo racconta qualcosa. Ogni oggetto, ogni suono ha un valore. Anche un secchio d'acqua. Kyoto ospita circa 1.600 templi buddisti e oltre 400 santuari shintoisti. È sede di 17 siti dichiarati patrimonio dell'umanità UNESCO. E ancora oggi mantiene uno dei più alti livelli di conservazione architettonica del Giappone, anche grazie a rigidi regolamenti che impediscono la costruzione di edifici troppo alti o moderni nella zona storica.

Le altre meraviglie di Kyoto che forse non conoscevi

  • Kiyomizu-dera, uno dei templi più famosi della città, è costruito interamente senza l’uso di chiodi. Si erge su palafitte di legno e offre una vista mozzafiato sulla città.
  • Kinkaku-ji, il Padiglione d’Oro, è rivestito con foglie d’oro e immerso in uno scenario che sembra uscito da una stampa ukiyo-e.
  • Nel quartiere di Gion, le Geisha (o Geiko, nel dialetto locale) continuano a praticare l’arte dell’intrattenimento tradizionale, con danze, canti e cerimonie del tè che hanno resistito al passare dei secoli.
  • La cerimonia del tè, conosciuta come chanoyu, qui non è solo un rito: è un’arte, una filosofia di vita.

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