Perché gli stormi di uccelli volano a forma di V? La risposta, secondo la scienza

Hai mai osservato uno stormo di uccelli volare in formazione a V e ti sei chiesto perché fanno questo? Come puoi immaginare, non si tratta di una coincidenza o di una semplice abitudine; c'è una spiegazione scientifica dietro questa affascinante strategia di volo. Gli uccelli, in particolare quelli migratori, utilizzano questa formazione aerodinamica per risparmiare energia durante i lunghi viaggi, ma non solo: ci sono anche importanti motivazioni sociali e comunicative.

La magia della formazione a V: risparmio energetico e aerodinamica

Quando gli uccelli migratori volano in formazione a V, il loro volo non è solo estetico, ma segue leggi fisiche precise. In un tipico stormo, un uccello si posiziona al vertice, mentre gli altri si dispongono dietro in due schieramenti inclinati. Questo schema non è casuale: consente a ciascun uccello di sfruttare i vortici d'aria generati dalle ali dell'uccello che precede.

Ogni battito d'ala produce due effetti principali. Il primo, chiamato downwash, crea un vortice d'aria che spinge verso il basso vicino al corpo dell'uccello. Il secondo, l'upwash, genera una corrente ascensionale più lontano dal corpo, che spinge verso l'alto. Posizionandosi nella parte ascensionale di questo vortice, gli uccelli che seguono ottengono una spinta che riduce lo sforzo necessario per rimanere in volo. Un notevole risparmio energetico, che può arrivare fino al 30%, fondamentale per affrontare le lunghe migrazioni.

In questo modo, la formazione a V permette agli uccelli di coprire distanze straordinarie senza esaurirsi rapidamente. Tuttavia, non tutti gli uccelli godono degli stessi benefici: l’uccello che guida lo stormo è quello che ha il compito più faticoso, in quanto non beneficia di questa spinta. Per questo motivo, gli uccelli si alternano periodicamente nel ruolo di apripista, un comportamento che dimostra un notevole livello di coordinamento all’interno del gruppo.

Anche se la formazione a V è utilizzata da molte specie migratorie, non tutti gli uccelli adottano questa strategia. Gli uccelli più piccoli, come i passeriformi, tendono a volare in gruppi disordinati o in ordine sparso. La loro struttura fisica e il peso ridotto rendono più difficile sfruttare i vortici generati dagli altri membri del gruppo. Al contrario, gli uccelli di grandi dimensioni come gru, cigni, anatre, oche e pellicani, che migrano su lunghe distanze, sono quelli che più spesso volano in formazione a V.

Ma la formazione a V non ha solo vantaggi aerodinamici. Questo schema ha anche un’importante funzione sociale, poiché aiuta gli uccelli a mantenere il contatto visivo tra loro. Durante i lunghi voli migratori, gli uccelli devono rimanere coordinati, e la formazione a V facilita la comunicazione tra i membri dello stormo. Per esempio, le gru emettono un continuo richiamo vocale, il caratteristico "gru gru", che permette loro di restare in contatto anche a lunghe distanze.

La migrazione degli uccelli: un viaggio incredibile

Ogni anno, milioni di uccelli intraprendono viaggi straordinari, spostandosi da un continente all'altro. La migrazione è un fenomeno ciclico e regolare che si ripete principalmente in primavera e autunno, ed è essenziale per la sopravvivenza delle specie. In Europa, circa il 60% delle specie di uccelli sono migratorie, e l'andamento della migrazione è influenzato da fattori come il fotoperiodo (la durata della luce durante il giorno) e la disponibilità di cibo.

La classica formazione a forma di V degli uccelli.
La classica formazione a forma di V degli uccelli.

Gli uccelli migratori non partono mai alla leggera: prima di intraprendere il viaggio, entrano in uno stato di inquietudine migratoria (chiamato zugunruhe) e iniziano a mangiare in abbondanza per accumulare le energie necessarie. E non è solo la forza fisica a guidarli: gli uccelli migratori sono incredibilmente sensibili alle condizioni atmosferiche, preferendo partire quando il tempo è favorevole, con vento in coda e cieli sereni. Per questo, quando arriva la primavera, in Italia vediamo specie che d'inverno sembravano sparite.

I record straordinari della migrazione e altre capacità incredibili

Gli uccelli migratori non smettono mai di stupire. Alcuni detengono record incredibili per quanto riguarda le distanze percorse. La sterna artica (Sterna paradisaea), ad esempio, è l'uccello con la migrazione più lunga al mondo, percorrendo tra i 70.000 e gli 80.000 chilometri ogni anno, un vero e proprio viaggio dalla zona artica all'Antartide e ritorno. E non è l'unico a sorprendere: la pittima minore ha stabilito il record di volo non-stop più lungo, percorrendo 13.560 chilometri senza fermarsi.

Oltre alla migrazione, gli uccelli hanno sviluppato capacità incredibili per adattarsi alle difficoltà del viaggio. L'oca indiana, per esempio, può volare a più di 9.000 metri di altitudine durante la sua migrazione, ben oltre le cime dell'Himalaya e dell'Everest. Questa altitudine estrema, dove l'ossigeno è solo il 10% di quello disponibile al livello del mare, testimonia la straordinaria capacità di adattamento di questi uccelli.

La straordinaria capacità di volo in formazione a V degli uccelli non è passata inosservata. I piloti di caccia, ad esempio, utilizzano lo stesso principio aerodinamico per migliorare l’efficienza del carburante durante i voli a lunga distanza. Grazie a questa formazione, i jet possono ridurre il consumo di carburante fino al 18%, un esempio perfetto di come la natura abbia ispirato le tecnologie umane.

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