Ecco cosa pensa la psicologia dell'abitudine di guardare sempre il telefono appena sveglio al mattino.
Appena suona la sveglia, molti allungano la mano verso il cellulare non solo per spegnerla, ma anche per controllare messaggi, notifiche, social e mail. È un gesto automatico, quasi riflesso. Ma secondo numerosi esperti di psicologia, non è affatto neutro: ciò che facciamo nei primi minuti della giornata può avere implicazioni profonde sul nostro equilibrio mentale e sul benessere generale.
Controllare lo smartphone appena aperti gli occhi è spesso sintomo di ansia latente o di un bisogno eccessivo di controllo. La mente cerca rassicurazioni: sapere che tutto è "a posto", che non sono successe emergenze, che non ci sono messaggi urgenti. Questo comportamento si lega a un fenomeno noto come FOMO (Fear of Missing Out), ovvero la paura di essere tagliati fuori da qualcosa d’importante. La tecnologia, con la sua immediatezza e accessibilità, ha accentuato questa tendenza, rendendoci dipendenti da un flusso costante di aggiornamenti che spesso ha poco a che fare con le reali priorità della nostra giornata.
Secondo gli psicologi, questa abitudine può essere un chiaro segnale di dipendenza da smartphone. Il cervello, appena sveglio, cerca stimoli. E niente è più stimolante di una notifica che ci dice che qualcuno ha messo "mi piace" a una foto o ha risposto a un nostro messaggio. Questo meccanismo innesca il rilascio di dopamina, il cosiddetto "ormone del piacere", che rafforza il comportamento e lo rende sempre più difficile da interrompere. Il risultato? Un ciclo che si autoalimenta, dove il telefono diventa la nostra prima fonte di gratificazione mattutina.

Il bisogno di connessione (e di conferme) e tutti gli effetti negativi di questa abitudine
Per molti, controllare il cellulare al risveglio è anche un modo per colmare un vuoto emotivo. È il tentativo, spesso inconsapevole, di sentirsi subito connessi al mondo esterno. Sbirciare tra le storie di Instagram, leggere i messaggi o dare un’occhiata veloce alle notizie può placare momentaneamente la solitudine o la sensazione di essere disconnessi. Ma questo gesto, apparentemente innocuo, può nascondere una ricerca costante di approvazione sociale o di conferme sulla propria identità.
Come sottolinea Fety Khosianah, docente di psicologia presso l’Università di Surabaya, iniziare la giornata con il telefono in mano disturba la capacità di affrontare il risveglio in modo calmo e centrato. Esporsi subito a notifiche, email o contenuti social può generare un’ondata di stress e ansia, ancora prima di alzarsi dal letto. Il cervello, appena uscito dalla fase REM, viene travolto da stimoli inutili e spesso negativi.
A livello fisiologico, questa abitudine può anche aumentare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, compromettendo l’umore e predisponendoci a una giornata vissuta in modalità "allerta". Inoltre, per chi tende a usare lo smartphone anche prima di dormire, si aggiunge un ulteriore fattore critico: la luce blu emessa dal display inibisce la produzione di melatonina, disturbando i ritmi circadiani e rendendo il sonno più leggero e meno rigenerante.
Guardare il cellulare appena svegli non è un gesto innocente: può rivelare fragilità emotive, dipendenze nascoste e difficoltà nel regolare l’ansia. Iniziare la giornata con la testa già nel flusso digitale significa perdere un’occasione preziosa per ascoltare sé stessi, orientare il proprio pensiero e dare al corpo e alla mente il tempo di adattarsi al nuovo giorno. Ridurre questa abitudine, anche solo per pochi minuti al mattino, potrebbe essere il primo passo per recuperare consapevolezza, equilibrio e benessere psicologico.
