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Nel cuore dell’Australia, tra paesaggi mozzafiato e temperature imprevedibili, una content creator italiana ha deciso di condividere la sua esperienza di vita e lavoro dall’altra parte del mondo. Carlotta Zacchi, giovane con un discreto seguito su TikTok, ha raccontato ai suoi follower quanto ha guadagnato in un solo mese lavorando come chef de partie su un’isola australiana. Il dato ha fatto subito il giro dei social: 5200 dollari australiani in quattro settimane. Ma attenzione: la realtà, come sempre, è fatta di dettagli.
Guadagni alti, ma occhio alla conversione
Carlotta non ha fatto mistero della cifra. Prima, però, va fatta una precisazione fondamentale: il dollaro australiano, ad aprile 2025, vale pochissimo rispetto all’euro. Per la precisione, 1 AUD equivale a circa 0,55 euro, il minimo storico degli ultimi dieci anni. Tradotto: i 5200 dollari guadagnati equivalgono a 2878 euro. Malgrado il cambio sfavorevole, non è male, soprattutto considerando che il tutto è stato accumulato in appena un mese. Ma Carlotta ci tiene a specificare: “Non è che questi soldi me li hanno regalati. Ho lavorato tra le 43 e le 53 ore a settimana”. Insomma, nessuna vita da influencer con cocktail in mano e vista oceano: la ragazza ha faticato, eccome.
Il segreto? Fare lo chef (e lavorare nei festivi)
La chiave, secondo Carlotta, è scegliere il lavoro giusto. “Se volete venire a lavorare in Australia, vi conviene puntare sulla ristorazione e sul ruolo di chef de partie”, ha spiegato in uno dei suoi video. Gli chef sono tra i più pagati nel settore dell’ospitalità. E le cifre parlano chiaro: gli extra vengono pagati 57 AUD l’ora, mentre di domenica la paga base sale a 43 AUD/h. Lavorare nei festivi? Ancora meglio. “A Natale ho guadagnato 57 dollari all’ora”, racconta. Chi lavora come cameriere o addetto alle pulizie, invece, guadagna di meno. Anche se l’Australia ha uno dei salari minimi più alti al mondo, la differenza di ruolo incide parecchio sulla busta paga.

Un daltro dettaglio importante: l’alloggio non era incluso nel lavoro. “Ho dovuto pagare circa 700 dollari australiani per l'accommodation”, racconta Carlotta. Vivendo con il fidanzato, i due pagano un bilocale circa 1400 dollari al mese. Quindi, tirando le somme, ha risparmiato 4590 AUD in un mese. Sempre una cifra interessante, ma da cui togliere anche altre spese quotidiane, come trasporti, cibo e – soprattutto – eventuali “capricci” nei giorni liberi.
L’Australia? Bella, ma non perfetta: i 5 aspetti che Carlotta odia
Se qualcuno pensa che trasferirsi in Australia significhi vivere un sogno a occhi aperti, farebbe bene a guardare l’altro lato della medaglia. Carlotta non si è tirata indietro e ha elencato cinque cose che proprio non sopporta della vita australiana.
1. Le distanze assurde
“Vuoi andare in un paesino? Preparati a guidare dalle due alle cinque ore”. L’Australia è immensa, e fuori dalle grandi città i collegamenti lasciano a desiderare. La popolazione è concentrata quasi tutta lungo le coste, e il resto del territorio sembra abbandonato a se stesso.
2. Il tempo... traditore
Altro mito da sfatare: non fa sempre caldo e non c’è sempre il sole. “A Melbourne ci sono quattro stagioni in una giornata”, ironizza Carlotta. In Queensland, dove si trova lei attualmente, nel 2025, finita la stagione delle piogge, ha continuato a piovere spessissimo. Chi si immagina una vita tra surf e abbronzatura rischia una delusione.
3. Il perbenismo (di facciata)
“Appena arrivi pensi: wow, che gentili tutti. Ti salutano, ti chiedono come stai…”. Ma, secondo Carlotta, è tutta apparenza. “In realtà non gliene frega niente. Lo fanno solo perché la società glielo impone”. E nelle zone meno turistiche, secondo lei, gli australiani sono spesso rozzi, poco amichevoli e a volte anche razzisti.
4. Moquette ovunque (e l’allergia è dietro l’angolo)
“Non ce la faccio. La moquette per me sa sempre di sporco”, sbotta la content creator. In molte case e stanze in affitto australiane, la moquette è ovunque. Un incubo per chi soffre di allergie o, semplicemente, vuole un ambiente che sembri davvero pulito.
5. Fumatori trattati come criminali (e alcol a peso d’oro)
Carlotta ha smesso di fumare da tre anni, ma difende il diritto di chi fuma. “Le sigarette costano tantissimo, sono difficili da trovare, e i fumatori sono visti malissimo. A volte devono nascondersi in vicoli bui per fumare, anche a rischio sicurezza”. E se pensi di consolarti con un drink al bar, preparati a un’altra doccia fredda: l’alcol costa tantissimo e viene servito in quantità ridotte per legge.
