"In Giappone non ci sono spogliatoi nelle palestre", italiano mostra una grande differenza

Antonioakamontana, content creator italiano trapiantato a Tokyo, ha mostrato una realtà che lascia spiazzati molti italiani: nelle palestre giapponesi non esistono veri e propri spogliatoi. O meglio, non esistono così come li conosciamo in Italia. Nei suoi video, Antonio racconta le differenze culturali tra il nostro paese e il Giappone, soffermandosi spesso su ciò che sorprende di più. E questa volta è toccato a un luogo frequentatissimo da chi ama il fitness (come lui, che lo precisa perfino nella biografia): la palestra.

Spogliatoi? No, solo stanze private con doccia

Chi è cresciuto in Italia sa che ogni palestra, dalla più modesta alla più attrezzata, ha almeno uno spogliatoio maschile e uno femminile. Dentro ci sono panche, armadietti, qualche asciugacapelli e quasi sempre una zona docce, più o meno grande. In Giappone, tutto questo cambia radicalmente, almeno nell'organizzazione. Qui, gli spazi condivisi sono ridotti al minimo. Ci si cambia in piccole stanze comuni, ma per il resto ognuno ha la sua shower room. Si tratta di una piccola cabina privata con doccia, asciugacapelli, appendiabiti e cestino per i vestiti sporchi. Dentro si trovano anche shampoo e bagnodoccia, messi a disposizione gratuitamente.

L'ingresso della palestra che Antonio frequenta in Giappone.
L'ingresso della palestra che Antonio frequenta in Giappone.

Il tempo massimo per l’utilizzo? Venti minuti. Basta per lavarsi e sistemarsi prima di uscire. D’altronde le palestre sono spesso aperte 24 ore su 24, come racconta Antonio, il flusso di clienti è continuo e bisogna essere altruisti, liberando lo spazio il prima possibile, anche se ci si vorrebbe rilassare in solitudine. Il suo abbonamento mensile costa circa 40 euro, grazie anche al fatto che lo Yen, dalla fine del 2024, ha perso parecchio valore rispetto all’euro.

Altre regole delle palestre in Giappone

Un altro dettaglio che fa riflettere è la rigidità sulle calzature. In Giappone, portare le scarpe da strada in palestra è un reato morale. Bisogna avere con sé un paio di scarpe pulite da usare esclusivamente all’interno. E guai a dimenticarle. Ci sono persino le “ciabatte da toilette”, da indossare solo per andare in bagno. Questo rispetto quasi maniacale per l’igiene non si limita però solo alle scarpe.

Dopo ogni utilizzo, gli attrezzi vanno puliti con salviette disinfettanti o spray alcolici forniti dalla struttura. Prima del COVID si usavano panni riutilizzabili, ma ora il monouso è diventato lo standard. Inoltre, è obbligatorio portare con sé un asciugamano per asciugare il sudore durante gli esercizi. Nessuno vuole trovarsi su una panca bagnata dopo il passaggio di qualcun altro. La pulizia è parte integrante dell’esperienza, non un’opzione. Quest'abitudine ha preso piede anche in Italia - per fortuna, aggiungeremmo.

Un’abitudine che, invece, spiazza gli italiani è la prenotazione degli attrezzi. Basta scrivere il proprio nome su una lavagna accanto alla macchina e segnare l’orario di fine utilizzo. Tutto chiaro, tutto tracciabile. I turni sono rigorosi: si ha diritto a 20-30 minuti per macchina. In questo modo si evita il classico “ti serve ancora?” che si sente spesso nelle palestre nostrane. Ordine e rispetto per il tempo altrui, anche mentre si suda.

Dress code sobrio, tatuaggi coperti e maggiore privacy

In Giappone, l’abbigliamento da palestra è decisamente più sobrio rispetto a quello occidentale. Raramente si vedono canottiere o shorts cortissimi. Le donne indossano leggings lunghi e magliette larghe, gli uomini preferiscono t-shirt e pantaloncini al ginocchio. E i tatuaggi? Ancora oggi sono visti con sospetto. In molte palestre, chi ha tatuaggi deve coprirli con maniche lunghe o appositi cerotti. Il motivo? L’associazione culturale con la Yakuza, la mafia giapponese, è ancora molto forte.

Per chi è abituato a immortalarsi davanti allo specchio dopo un workout, arriva la doccia fredda (scusate la battuta). In Giappone, usare lo smartphone nelle aree comuni è vietato. Niente foto, niente video, niente storie su Instagram. La privacy viene prima di tutto. Chi viola le regole rischia l’espulsione dall’abbonamento. Nelle palestre giapponesi si viene per allenarsi, non per fare spettacolo.

Quanto costa andare in palestra in Giappone?

Le palestre si dividono in due categorie principali. Ci sono quelle comunali, economiche (400 yen a ingresso), che non richiedono iscrizione ma offrono attrezzature di base. Poi ci sono le palestre private, moderne, ben attrezzate, che costano tra i 7.000 e i 10.000 yen al mese. Alcune forniscono persino supporto in inglese. Dall'estate del 2024 lo Yen ha perso molto rispetto all'Euro. Qualche anno fa, dal nostro punto di vista, la palestra citata da Antonio sarebbe costata più di 50€: oggi ne costa 40, un prezzo oggettivamente conveniente visti gli elevati standard di qualità. Parlando di Giappone, ecco com'è il cibo per cani nel paese del Sol Levante.

 

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