"In questa città si paga con un ventilatore o una lampadina", ecco com'è possibile

Taipei, capitale di Taiwan, sta rivoluzionando il concetto di pagamento. Dimenticatevi bancomat, contanti o carte contactless: in questa metropoli asiatica basta una lampadina o un mini ventilatore per fare acquisti o passare i tornelli della metropolitana. Non è uno scherzo. È la realtà mostrata dal duo di content creator italiani Sara Rimondi e Lorenzo Amorosi, noti sui social come thetravelization. Il loro video è diventato virale nel giro di poche ore. L'incipit non poteva essere più efficace: “In questa città si può pagare nei negozi con un ventilatore”, dice Sara, sventolando l’oggetto incriminato. Dopo pochi secondi, Lorenzo rincara la dose: “Oppure con una lampadina”. Poi la dimostrazione: oggetto sul lettore, luce verde, pagamento andato a buon fine. E parliamo di metropolitane, treni e anche supermercati.

iCash: la tecnologia che trasforma oggetti in carte prepagate

Dietro questa apparente magia, ovviamente, c'è un sofisticato sistema tecnologico, chiamato iCash. Ogni oggetto dotato di questa tecnologia contiene un microchip che funziona come una carta ricaricabile. Basta acquistare uno di questi gadget smart nei tanti 7-Eleven sparsi per Taipei, ricaricarlo con l’importo desiderato e usarlo per pagare ovunque: supermercati, negozi, mezzi pubblici, ristoranti e perfino nei distributori automatici. Tra gli oggetti più comuni ci sono portachiavi, action figure, peluche, ventilatori tascabili e, ovviamente, lampadine. L'importante è che ci sia il simbolo “iCash” stampato sopra. La praticità è sorprendente e, come sottolineano Sara e Lorenzo, c’è anche un altro vantaggio: “Un ladro non penserebbe mai di rubarti una lampadina o un ventilatore”.

Sara ha pagato la metropolitana di Taipei con il suo mini ventilatore (anche carta di credito)
Sara ha pagato la metropolitana di Taipei con il suo mini ventilatore (anche carta di credito)

Tecnologia e sicurezza: come funziona il sistema iCash

La base del sistema iCash è simile a quella delle classiche carte contactless. Il microchip RFID integrato negli oggetti comunica con il lettore tramite tecnologia NFC (Near Field Communication). Il pagamento è istantaneo e sicuro. Non serve inserire PIN né toccare fisicamente il POS: basta avvicinare l’oggetto. L’EasyCard Corporation, che gestisce anche la diffusissima EasyCard, ha contribuito allo sviluppo del sistema. L’integrazione tra tecnologia intelligente e design giocoso ha reso Taipei una delle città più innovative del mondo in tema di pagamenti digitali.

EasyCard: la carta tuttofare di Taiwan

Prima dell’arrivo di iCash, Taiwan aveva già stupito il mondo con l’EasyCard, una carta multifunzione introdotta nel 2002. Usata inizialmente per i trasporti pubblici, oggi permette di aprire porte d’ufficio, fare la spesa, pagare parcheggi e persino identificarsi nelle scuole. È una delle prime carte ad aver unito funzionalità civiche e commerciali in un unico chip.

Oggi, grazie alla Debit EasyCard, è possibile combinare le funzioni dell’EasyCard classica con una carta di debito. È emessa dalle principali banche taiwanesi e utilizzabile in ogni angolo del Paese. In un contesto sempre più cashless, la diffusione di questi strumenti riduce anche i rischi di frode: basti pensare che in Brasile le truffe con carte sono calate dell’80% dopo l’introduzione delle carte con chip EMV.

Il futuro dei pagamenti parte da Taipei

In Europa potremmo considerarlo un gioco, ma a Taipei è una routine. Gli oggetti intelligenti iCash sono parte del tessuto urbano, disponibili in ogni angolo della città. Il messaggio è chiaro: il futuro dei pagamenti non è solo digitale, ma anche fisico, tangibile e divertente. Sara e Lorenzo, nella caption del loro video, lo dicono con ironia ma anche con ammirazione: “Solo in Asia potevano inventarsi una cosa del genere”. Ed è difficile dar loro torto. Taipei è diventata la capitale mondiale dei pagamenti alternativi, e non ha alcuna intenzione di rallentare. La prossima volta che sentirete qualcuno dire “non ho contanti”, chiedetegli: “Hai almeno una lampadina?”. E se vi guarda male, ditegli che in Asia la gente paga con le lampadine o i ventilatori. Letteralmente. Parlando di piccole cose che migliorano la vita, in un paese vicino a Taiwan, ecco cosa hanno scoperto alcuni italiani in Cina.

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