Il modo in cui scegli una serie da guardare, dice molto sulla tua personalità. Secondo la psicologa, c'è una spiegazione che offre molti spunti sui quali poter riflettere. Ecco tutte le curiosità.
Scegliere una serie tv da iniziare sembra, a prima vista, un gesto semplice. Si accende lo schermo, si scorre qualche titolo, si clicca su quello che attira di più. Eppure, per moltissime persone, quel momento rappresenta qualcosa di più profondo. È uno stacco netto dalla routine, un rifugio mentale, una pausa dalla pressione quotidiana. Per molti, il legame con una serie e con i protagonisti, diventa qualcosa di molto forte, anche se c'è uno schermo che separa i corpi. Le piattaforme di streaming oggi offrono un catalogo quasi infinito. Davanti a centinaia di possibilità, la mente umana adotta strategie che rivelano molto più di quanto si pensi.
Quando apriamo ad esempio Netflix, ci ritroviamo dinanzi una scelta davvero molto vasta. Tra serie diverse e argomenti curiosi e interessanti, è spesso molto difficile selezionare la serie che davvero ci appassiona. Chi predilige le serie thriller, piene di colpi di scena, misteri e adrenalina, tende a essere una persona con un bisogno costante di stimolazione mentale. Si tratta spesso di individui razionali, analitici, che nella vita di tutti i giorni mantengono un alto livello di controllo.
Dimmi che serie guardi e ti dirò chi sei, secondo la psicologia
Gli amanti delle commedie leggere rivelano una tendenza al bisogno di leggerezza emotiva. Non si tratta di superficialità, quanto di desiderio di stacco e tranquillità, un modo per liberarsi dallo stress. Un altro gruppo affascinante è quello degli appassionati di serie fantasy o fantascientifiche. Chi si perde in mondi alternativi o futuri distopici mostra un'elevata capacità immaginativa. È spesso curioso, idealista, alla ricerca di significati più ampi. Non di rado, questi spettatori sono alla continua esplorazione di sé, del mondo, e delle sue possibilità. Chi invece si orienta verso serie storiche o biografiche, mostra un bisogno di radicamento. Questo tipo di spettatori si distingue per una forte attenzione ai dettagli, alla coerenza, alla verità. La loro visione è più che intrattenimento.

Non mancano poi gli appassionati di true crime, in genere, si tratta di persone attratte dall’ignoto, ma con un marcato bisogno di controllo. Comprendere la mente criminale, seguire le indagini, scoprire i meccanismi nascosti del male è, in fondo, una strategia per esorcizzare le proprie paure. O per anticiparle. Un discorso a parte meritano coloro che scelgono serie sentimentali o drammatiche, quelle in cui i legami umani sono al centro. Chi guarda queste serie tende ad avere un’empatia accentuata, un bisogno costante di connessione, o magari una ferita aperta. Si cerca nelle storie degli altri un riflesso della propria emotività, a volte persino una guarigione. Di sicuro il momento legato alla scelta di una serie, mette in luce diverse personalità. Tutto sta nell'avventurarsi nella trama e vivere la storia con entusiasmo ed empatia. Se si è scelto la serie giusta, un episodio tirerà l'altro, senza alcun dubbio.
Perché ci affezioniamo alle serie: il legame tra identificazione, emozioni e comfort psicologico
La psicologa Silvia Mimmotti evidenzia come il processo di identificazione abbia un ruolo cruciale già nella fase di scelta delle serie TV: tendiamo infatti a prediligere trame e personaggi che rispecchiano aspetti del nostro vissuto o che suscitano empatia. Questo meccanismo è accompagnato dalla proiezione, ovvero attribuiamo ai protagonisti emozioni e esperienze personali, anche inconsapevolmente. In pratica, scegliamo contenuti che ci aiutano a dare voce a desideri o stati d’animo che nella quotidianità restano inascoltati. Lo psicologo Neel Burton aggiunge che spesso rivediamo le stesse serie perché ci trasmettono un senso di stabilità, protezione e controllo. Elementi come la prevedibilità della trama e il richiamo nostalgico agiscono da “rifugio psicologico”, particolarmente prezioso nei momenti di ansia, tristezza o incertezza.
