Cosa significa non amare le sorprese, secondo la psicologia

Molte persone non amano le sorprese e per questo, vivono con il timore di poterle ricevere. Ecco la spiegazione dalla psicologia.

Le sorprese, nella loro essenza più pura, sono un’esplosione di inaspettato, un momento sospeso tra la realtà e l’imprevedibilità. Che si tratti di una festa a sorpresa, di un regalo inatteso o di un incontro improvviso, l’elemento di rottura con la routine e la prevedibilità quotidiana affascina molti. Per alcuni, essere colti di sorpresa rappresenta un’opportunità per provare emozioni intense, per sentirsi al centro dell’attenzione in modo positivo, o semplicemente per uscire da uno schema troppo rigido.

In amore le sorprese, rappresentano una chiara e importante dimostrazione, un modo per mettere in luce i propri sentimenti. Non tutti però adorano essere sorpresi, c'è chi al contrario, evita a tutti i costi possibili imprevedibilità e momenti nuovi. Ma per quale motivo un'emozione che determina affetto e amore, viene vista come qualcosa da evitare? La psicologia risponde a questa domanda e offre molteplici spunti sui quali poter riflettere.

Quando le sorprese diventano una minaccia: l’altra faccia dell’imprevedibilità

Per comprendere perché alcune persone evitino le sorprese con determinazione, occorre partire da un punto fondamentale: l’essere umano è programmato per cercare il controllo. La mente, in particolare, funziona come una sorta di sistema di previsione. Essa analizza continuamente dati, comportamenti, pattern, nel tentativo di costruire una realtà coerente e prevedibile. Questo non è solo un vezzo cognitivo, ma una strategia evolutiva: prevedere significa ridurre il rischio, aumentare la sicurezza, sopravvivere. Le sorprese rompono questa catena di prevedibilità e spingono le persone, a fare i conti con il nuovo, con qualcosa di inaspettato. Chi non ama le sorprese spesso sperimenta quella che in psicologia viene chiamata ansia anticipatoria, ovvero uno stato di tensione che nasce dal non sapere cosa accadrà.

Chi non ama le sorprese
Chi non ama le sorprese

In alcuni casi, la paura della sorpresa non è altro che la paura di essere osservati, di dover rispondere a uno stimolo inatteso in modo socialmente accettabile. Un esempio classico è quello delle feste a sorpresa. Mentre per alcuni rappresentano un gesto d’affetto travolgente, per altri sono un incubo: l’idea di entrare in una stanza piena di persone che aspettano una reazione “perfetta” può essere vissuta come una forma di esposizione forzata. È importante non giudicare chi non ama le sorprese come freddo, ingrato o “senza spirito”. Dietro questa preferenza si celano spesso meccanismi psicologici complessi, esigenze di sicurezza, bisogni emotivi profondi. Non si tratta di un rifiuto della gioia, ma della necessità di viverla secondo modalità meno destabilizzanti. Ad ogni modo, chi non ama le sorprese, non rappresenta una persona incapace di sorprendersi, ma una che preferisce "meravigliarsi" seguendo i propri ritmi e il proprio controllo.

Il ruolo della sorpresa nelle emozioni: quando le aspettative incontrano la realtà

Un’indagine condotta da Villano et al. (2020), riportata da State of Mind, ha esplorato il rapporto tra sorpresa, aspettative personali e risposte emotive. Lo studio ha coinvolto studenti universitari in attesa dei voti d’esame, registrando in tempo reale sia le loro previsioni sui risultati che le emozioni provate alla ricezione degli stessi. I dati raccolti hanno rivelato che l’intensità della reazione emotiva è direttamente proporzionale alla differenza tra ciò che ci si aspettava e l’esito effettivo. In altre parole, quanto più il risultato si allontana dalle aspettative, tanto più forte sarà la reazione emotiva, sia positiva che negativa. Questo meccanismo si spiega attraverso il concetto di errore di previsione: se l’esito supera le aspettative, si prova una sorpresa positiva; se invece è inferiore, la sorpresa sfocia in emozioni negative.

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