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Quante volte lo hai sentito dire, in italiano? "Sembra il Bronx!". Nel nostro paese lo diciamo per i quartieri peggiori, quelli dove non porteresti la nonna o dove non gireresti con un orologio costoso al polso. Ma com'è davvero il Bronx oggi, nel 2025? È ancora quel posto da film poliziesco o c’è dell’altro sotto la superficie? Abbiamo raccolto testimonianze dirette, dati, storia e soprattutto l’esperienza di chi nel Bronx ci vive davvero. Spoiler: la realtà è molto più sfumata di quanto pensi.
Il Bronx: da inferno urbano a simbolo pop
Il Bronx non è solo un quartiere di New York, è un’icona. Negli anni ‘60, ‘70 e ‘80 è stato al centro di un vero e proprio disastro urbano: disoccupazione alle stelle, edifici fatiscenti, gang ovunque e incendi dolosi a ripetizione. Letteralmente. I palazzi venivano bruciati per incassare l’assicurazione, in una spirale di degrado che sembrava senza fine.
Nel 1977, durante le World Series allo Yankee Stadium, le telecamere inquadrano un palazzo in fiamme. Il commentatore Howard Cosell commenta lapidario: "The Bronx is burning". Ed è lì che il mito (negativo) esplode. L’immagine di un Bronx devastato entra nell’immaginario globale, alimentata da film, serie TV, cronaca nera. Quindi, sì, un fondo di verità dietro questo luogo comune c'è.
Le cause del mito del Bronx pericoloso
- Crisi economica: Il Bronx ha perso lavoro, investimenti, residenti.
- Esodo di massa: La classe media è fuggita lasciando dietro solo chi non poteva andarsene.
- Violenza urbana: Le gang hanno preso il controllo di molte strade.
- Incendi dolosi: Una piaga vera, usata come strumento di speculazione e sopravvivenza.
Il South Bronx era praticamente una zona di guerra urbana. Addirittura il 41º distretto di polizia venne soprannominato Fort Apache. Non è un film western, è la realtà. O almeno, lo era.
E oggi? Parla un italiano che ci vive
Nel 2025, il Bronx è tutto un altro film. Parola di un italiano che da anni vive nella Grande Mela e gestisce la pagina "Un'amica a New York". In un video pubblicato su Instagram ha risposto proprio a questo dubbio: "Come tutti i borough di New York, il Bronx è enorme. Ci sono zone sicure e altre meno. Ma la regola d’oro è semplice: ti fai i fatti tuoi, nessuno ti disturba. Soprattutto qui". Ma poi, perché si chiama 'Grande Mela'? La risposta è molto interessante.

I turisti che si avventurano nel Bronx lo fanno principalmente per due motivi: Yankee Stadium e Giardini Botanici. Due zone iper frequentate e sicure, presidiate dalla polizia e ben tenute. Ma il Bronx è molto più di questo. "Qui vive il vero newyorkese. È la New York autentica, quella lontana da Manhattan e dalle luci di Times Square. È la New York che lavora, che resiste. Quella autentica".
Turismo nel Bronx? Sì, ma con le dovute accortezze
Il consiglio per chi vuole visitare il Bronx è chiaro: fatelo sì, ma con una guida. Non perché sia pericoloso ovunque, ma perché è un quartiere vasto, complesso, e come tutte le grandi città del mondo ha le sue zone calde.
Il rischio? Entrare in strade che non sono fatte per i turisti. Non perché succeda qualcosa di sicuro, ma perché chi non conosce il territorio può trovarsi a disagio o, nel peggiore dei casi, in situazioni spiacevoli. Ma lo stesso vale per alcune zone di Roma, Milano o Parigi.
Il Bronx 2025: tra rinascita e orgoglio
Il Bronx è rinato. Grazie a investimenti pubblici e privati, riqualificazione urbana, centri culturali, street art e nuove attività commerciali, oggi respira una nuova aria. Non è un paradiso, ma non è nemmeno quell’inferno che molti ancora immaginano. Le gang esistono, ma non dominano più le strade. La povertà c’è, ma non è ovunque. I palazzi sono stati restaurati, molti quartieri sono pieni di giovani, famiglie, start-up e artisti. Insomma, il Bronx è vivo, vero, e in alcuni tratti anche bello. E come ci dice il nostro amico italiano: "Chi cerca la New York vera deve venire nel Bronx".
Il Bronx resta nell’immaginario collettivo come un luogo borderline. Ma forse è il momento di cambiare narrazione. Non è più solo il Bronx che brucia. È il Bronx che rinasce, che lotta, che vive. E forse, proprio per questo, è il più autentico dei cinque borough di New York.
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