Cosa significa se non ti senti mai incluso in un gruppo, secondo la psicologia

Per quale motivo tante persone non si sentono incluse in un gruppo? Secondo la psicologia sono molteplici le cause e le motivazioni. Scopriamo insieme i dettagli più interessanti.

Essere parte di un gruppo non è solo un bisogno sociale, è una componente fondamentale del benessere psicologico. Tuttavia, capita a molte persone di vivere una sensazione persistente di esclusione, come se una barriera invisibile impedisse l'integrazione autentica all'interno dei gruppi sociali. Questo sentimento può emergere in ambienti scolastici, lavorativi, in contesti amicali o persino familiari, e spesso lascia dietro di sé un senso profondo di inadeguatezza e solitudine. Ma perché accade tutto questo? E, soprattutto, è possibile cambiare la situazione?

Quando si vive il periodo adolescenziale, si sviluppa in modo decisamente spiccato, il desiderio di sentirsi "parte attiva" di un gruppo. La voglia di assomigliare a tutti gli altri, di sentirsi amati e apprezzati sempre, diventa il centro dei pensieri. Molte volte però, questo continuo obiettivo, finisce per prendere il sopravvento nelle persone. Queste ultime ottengono l'effetto opposto, quello dell'esclusione. Non è solo in età adolescenziale però, anche durante quella da adulti, è spesso complicato fare parte di un gruppo e vivere con la certezza di essere sempre inclusi e considerati.

Quando il senso di esclusione nasce dall'interno: il punto di vista psicologico

La psicologia ci offre risposte illuminanti. Numerose ricerche evidenziano come la mancata inclusione derivi non solo da dinamiche esterne, come l'esclusione da parte degli altri, ma anche da fattori interni, come le aspettative, le paure inconsce e le esperienze pregresse. Spesso non esiste una reale ostilità da parte del gruppo, ma è la mente stessa a creare una narrazione di non appartenenza. Questo fenomeno si chiama profezia che si autoavvera: credendo di non essere accettati, si assumono atteggiamenti di chiusura o evitamento che, agli occhi degli altri, risultano stranianti. Le cause possono affondare le radici nell'infanzia o nell'adolescenza, periodi cruciali per la costruzione dell'autostima e dell'identità sociale. Bambini che hanno vissuto episodi di bullismo, esclusione o rifiuto tendono, da adulti, a sviluppare schemi mentali che li portano a percepire l'esclusione anche quando non è realmente presente. Al contrario, esistono situazioni in cui l'esclusione è concreta: gruppi chiusi, dinamiche di potere, giochi di alleanze silenziose possono rendere l'inclusione estremamente difficile. Anche in questi casi, tuttavia, la gestione psicologica della situazione fa la differenza tra chi subisce passivamente e chi riesce a reagire costruttivamente.

Non sentirsi parte di un gruppo
Non sentirsi parte di un gruppo

La buona notizia c'è, è possibile risolvere il problema, in che modo? Come prima cosa è bene sostituire i pensieri come "non piaccio a nessuno" con "sto ancora conoscendo queste persone" riduce l'ansia sociale e apre nuove possibilità di connessione.  Migliorare le competenze sociali, come l'ascolto attivo, l'empatia e la comunicazione assertiva, incrementa il senso di padronanza nelle interazioni. Inoltre, allenarsi a osservare i comportamenti degli altri in modo più oggettivo aiuta a evitare interpretazioni errate che alimentano l'isolamento. Un aspetto fondamentale riguarda gli ambienti che si frequentano. Talvolta, è più sano allontanarsi da contesti tossici per cercare realtà dove valori come rispetto, apertura e collaborazione siano effettivamente praticati. Infine, è fondamentale accettare la propria unicità. Quando si smette di lottare per conformarsi a standard imposti, si libera energia per creare legami autentici basati sulla propria vera essenza. Essere parte di un gruppo ci fa sentire meglio, amare se stessi sempre e comunque, è però la vera grande vittoria da conquistare.

L’impatto dell’ostracismo sulle relazioni sociali e sul benessere psicologico

Un'importante ricerca spesso citata è quella condotta da Williams e collaboratori, che ha esplorato il fenomeno dell'ostracismo, ovvero l'esclusione volontaria di una persona da un gruppo sociale. Questo tipo di emarginazione può manifestarsi in maniera diretta, come ignorare o evitare qualcuno oppure in forme più sottili, ma in entrambi i casi genera un intenso disagio emotivo, paragonabile al dolore fisico. Subire ostracismo compromette bisogni umani essenziali, come il senso di appartenenza, l'autostima, il controllo personale e il significato della propria esistenza, facendo sentire le persone indesiderate o inadeguate. Le esperienze precoci di esclusione rappresentano una delle ragioni principali per cui molti avvertono questa sensazione di isolamento.

Lascia un commento