Trova un vestito di Louis Vuitton usato per pochi euro, quando scopre il suo vero valore fa i salti di gioia

Un colpo di fortuna di quelli indimenticabili è capitato a Kelly Cianciminio, 51 anni, donna statunitense con la passione per l’usato. In giorno come tanti, in un negozio Goodwill come tanti, ha messo le mani su un vestito firmato Louis Vuitton in mezzo ai soliti abiti anonimi. Prezzo sul cartellino? 13 dollari. Valore reale? Molto più alto. Altro che saldi al 50%: quanto successo va ben oltre.

Da Goodwill a Vuitton: la favola vintage che conquista TikTok

Kelly, che vive a Rancho Cucamonga, non è una 18enne che ha appena scoperto il curioso mondo second hand. Da anni fruga tra gli scaffali di negozi dell’usato, a caccia di pezzi unici. Ma niente l’aveva preparata a quella scoperta datata 8 aprile 2025. In mezzo a un mare di vestiti, le salta all’occhio un chemisiere color crema con dettagli a catena. Lo tocca. Il tessuto parla chiaro (e il suo intuito pure): è roba buona. Controlla l’etichetta, legge Louis Vuitton e il cuore le salta in gola. Corre allo specchio, si guarda, se ne innamora. A quel punto, lo mette subito nel carrello come se temesse che da un momento all’altro sparisse. Alla cassa lo paga 13$, che con il dollaro svalutato da aprile, oggi equivalgono a 11.47€.

Il vestito in questione, pagato 13$, viene venduto a circa 6000$
Il vestito in questione, pagato 13$, viene venduto a circa 6000$

Appena rientrata a casa, fa una ricerca online. Risultato? Il modello usato in buono stato è ancora in vendita per la modica cifra di 5.472 dollari. Nuovo, valeva quasi 6.000. Altro che affare: Kelly ha trovato un tesoro. Altra curiosità: è una collezione venduta inizialmente solo in Giappone, dunque davvero qualcosa di raro.

Un mercato che fa tendenza: i numeri dell’usato da capogiro

Il colpo di Kelly non è solo una storia fortunata: è lo specchio di una tendenza mondiale in piena esplosione. In Italia, il mercato dell’abbigliamento usato ha toccato nel 2023 un valore di circa 6 miliardi di euro. La second hand economy complessiva vale ben 26 miliardi, pari all’1,3% del PIL. Un italiano su due ha acquistato almeno un capo second hand nell’ultimo anno.

La Gen Z e i Millennials guidano la rivoluzione: comprano usato per risparmiare, distinguersi e scegliere con più consapevolezza. Nel 2025 si stima che spenderanno il 46% del loro budget moda in abbigliamento di seconda mano.

Nel solo 2023, in Italia sono state vendute più di 63.000 tonnellate di abiti usati. I canali principali? Piattaforme online (56%) ma anche negozi fisici e mercatini, che restano punti di riferimento per i cercatori di affari.

Dall’usato al virale: la svolta social di un vestito griffato

Dopo aver fatto l’affare della vita, Kelly ha condiviso il tutto su TikTok: un video con il vestito tra le mani, girato direttamente nel negozio. Risultato? Boom di visualizzazioni: oltre 125.000 views e 2.000 like. Nei commenti, pioggia di cuori, applausi e invidia positiva. "Voglio anch’io questa fortuna", scrive una follower. "È l’energia da thrift che mi fa vibrare", commenta un’altra. E c’è anche chi ammette candidamente: "Mi è caduta la mascella minuto dopo minuto."

Per Kelly, quel vestito non è solo un affare: è un’emozione pura. "Ho avuto delle borse di Louis Vuitton, ma mai vestiti. Questo è proprio un sogno che si realizza", ha raccontato. Ora lo custodisce come un tesoro e già sogna il momento in cui lo sfoggerà: "Lo porterò in un viaggio estivo in Europa con mio padre. Questo abito merita attenzioni speciali."

Il colpo di scena di Kelly è un caso eclatante, ma sempre meno raro. Il mercato globale dell’abbigliamento usato vale già oltre 100 miliardi di dollari e punta a toccare i 350-367 miliardi entro il 2028. La crescita media annua si aggira tra il 10% e il 20%, contro l’1-2% del retail tradizionale.

Nel 2024, il segmento online ha fatto un balzo del 23% a livello globale. In confronto, la moda tradizionale sembra camminare con le ciabatte. Due capi su cinque venduti nel mondo sono ormai second hand. La sostenibilità, la ricerca di pezzi unici e l’influenza dei social sono i veri propulsori di questo boom.

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