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Lorenzo Tripi, creator italiano da milioni di visualizzazioni, è sbarcato in Cina con varie missioni. Una delle più importanti era capire quante pietanze di street food si possono ancora comprare con 1 euro nel 2025. Un’impresa tra Shanghai e Pechino che ha acceso la curiosità di chi sogna i sapori del cibo orientale... ma con il portafoglio leggero.
La Cina è una superpotenza economica, ma nonostante la crescita e l’inflazione degli ultimi anni, rimane uno dei paesi con il costo della vita più contenuto, specie quando si tratta di cibo di strada. E Lorenzo ha deciso di testarlo sulla sua pelle – e sul suo stomaco.
Un “arancino” made in China: solo nella forma
Il primo incontro è stato quasi uno shock culturale: un cono fritto venduto come snack caldo che Tripi ribattezza subito “l’arancino cinese”. La forma inganna, ma dentro è un’altra storia: “Sembra un dolce mal riuscito, crudo e senza lievitazione”, dice nel video. Non si capisce bene cosa contenga, presumibilmente è solo glutine fritto ma la consistenza è gommosa e il colore giallo-arancio lascia perplessi. Prezzo? 60 centesimi.
La torta di Pechino: sapori forti a prezzo leggero
Tripi prosegue con un piatto più “muscoloso”: la famigerata torta di Pechino. Non è un dessert, ma uno street food salato farcito con anatra piccante, cipolla e cipolotto. Una sorta di pancake imbottito, rosolato su piastra rovente e servito in pochi secondi. Il tutto per 1 euro tondo. L’aspetto è invitante e il gusto sembra conquistare anche il palato dell’influencer italiano.
Ravioli per colazione (ma occhio ai capelli)
E cosa c’è di meglio dei ravioli cinesi per iniziare la giornata? A Pechino, una porzione da otto ravioli – quattro al maiale e quattro ai gamberi – costa 1.20€. “Erano le 8 del mattino, ci ho fatto colazione”, racconta Tripi. Ma non tutto fila liscio: in uno dei gyoza trova un capello. “Quando il cibo costa poco, i rischi sono questi”, ironizza mostrando l’inconveniente alla videocamera.
Arrosticini cinesi e bao: le vere star dello street food
Tra i protagonisti del viaggio non potevano mancare gli arrosticini cinesi, meglio conosciuti anche in Italia con il termine inglese skewers, come sa bene chi frequenta Chinatown, dove i locali che li servono sono aumentati a dismisura. “Più grassi di quelli abruzzesi, ma buoni”, commenta Lorenzo. Una stecca da assaporare in piedi tra la folla gli costa appena 90 centesimi.

Il suo preferito? Il bao salato: morbido panino cotto al vapore e ripieno di carne speziata. “Fatto a mano, con un ripieno generoso e a 60 centesimi. È davvero buono”, dice con entusiasmo. Un classico dello street food asiatico che ha fatto breccia anche tra gli italiani più esigenti.
Dolci cinesi: sorpresa... alla crema di fagioli
Tripi tenta anche il lato dolce della Cina, ma qui le barriere linguistiche si fanno sentire. Ordina a caso un dessert dal nome curioso: “L’asino che rotola”. Un rotolo gommoso, simile al mochi giapponese, con ripieno di pasta di fagioli dolci. Una porzione abbondante costa 1,20€: Tripi non fa commenti entusiastici né di disapprovazione.
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Segue un bao dolce con crema di fagioli rossi (60 centesimi) e un biscotto dessert da appena 50 centesimi, sempre a base di – indovinate – fagioli rossi. Sì, in Cina sono ovunque.
Il verdetto: tanta roba a poco prezzo
Nella caption del video che ha già superato le centinaia di migliaia di views, Tripi riassume così l’esperienza: “Cosa si mangia in Cina con meno di 1€? Un sacco di cose! Sono stato 10 giorni tra Pechino e Shanghai e costa tutto pochissimo. Cibo, hotel e trasporti. In pochi lo sanno, ma è tra i paesi più economici al mondo”.
Un viaggio all’insegna del risparmio, tanto che anche il volo è stato un affare: meno di 400€ per un biglietto diretto con China Southern. “Puntuale, comodo, economico. A parte il cibo (in volo) mi sono trovato molto bene”, scrive.
La sua conclusione è chiara: mangiare street food in Cina nel 2025 è ancora un affare. E se si è disposti a chiudere un occhio su qualche “capello” di troppo, si può fare un viaggio gastronomico autentico... con pochi spiccioli in tasca. Rimanendo in tema, uno degli articoli più letti del mese spiega perché i cinesi non mangiano insalata.
