Va a vivere con una tribù nella giungla senza elettricità: cosa succede il primo giorno

Elie Stallard, content creator inglese specializzata in viaggi estremi, ha deciso di fare molto più di una semplice vacanza. Niente hotel, niente Wi-Fi (anche se la connessione per postare i video ce l'ha), niente comfort. Ha mollato tutto per vivere con una tribù indigena nella giungla di Mentawai, in Indonesia, dove l'elettricità (anche se in qualche modo ricarica la sua fotocamera) è solo un lontano ricordo e il cibo... si trova scavando nei tronchi degli alberi. Letteralmente.

Il suo primo video pubblicato sui social è diventato virale. E non è difficile capire perché: sette ore di traghetto, quattro ore di avventura extra, canoa su fiume, fango, insetti, e una nuova vita completamente scollegata dal mondo moderno. Ecco tutto quello che è successo nel primo giorno della sua incredibile esperienza.

Dal traghetto alla canoa: viaggio nella giungla estrema

Il viaggio di Elie inizia con un traghetto da Sumatra alle isole Mentawai. Sette ore di mare, che sono solo l'inizio. “Mancano ancora quattro ore”, racconta con il fiatone appena scesa. Prima tappa: casa della guida locale, dove incontra i genitori del ragazzo indonesiano che la accompagnerà per tutto il soggiorno. Lui sarà il suo ponte linguistico e culturale con la tribù.

“Le mie ciabattine non vanno bene per il fiume”, dice mostrando un paio di stivali in gomma presi in prestito. Inizia così la seconda parte del viaggio: una lunga tratta in canoa a motore attraverso un fiume stretto e selvaggio. A metà percorso, cambio imbarcazione: da una canoa moderatamente larga passano a una strettissima, necessaria per infilarsi nei canali più impervi.

L’ultimo tratto di qualche minuto è a piedi, su un sentiero fangoso e scivoloso. Dopo ore e ore di spostamenti, Elie arriva finalmente alla sua nuova casa: una capanna condivisa con perfetti sconosciuti. Nessuno parla inglese, ma il silenzio della giungla fa da traduttore universale.

Prima alba, primo pasto: vermi nel menù

Ore 6 del mattino. La sveglia? I rumori della foresta. Il programma del giorno è semplice: trovare il pranzo nella giungla. Nessun supermercato, niente delivery. Elie parte con alcuni membri della tribù alla ricerca dei “witchetty grubs”, larve bianche e cicciotte simili a quelle usate nella dieta tradizionale aborigena.

Lo sciamano – 70 o forse 80 anni, nessuno lì tiene conto dell’età – comincia a colpire un albero con un’accetta. “Questo è un albero sagu. Le larve vivono all’interno del tronco”, spiega Elie. Primo tentativo a vuoto: non ne compare nemmeno uno. Secondo albero: jackpot! “Wow, ce ne sono tantissime”, esclama mentre le larve vengono estratte una a una.

Degustazione in diretta: “Sarà il mio pranzo”, dice Elie con un sorriso forzato. Il morso arriva, e anche la smorfia. “Il sapore non è terribile, ma la consistenza... bleah”. A casa, si passa alla versione fritta. “Un po’ meglio, ma continuo a non amarlo”.

Dal disgusto alle risate: carte e cultura tribale

Il pomeriggio passa veloce. Elie, quando non c'è la sua guida, prova a comunicare con i gesti, ride, osserva. La tecnologia non esiste, ma la connessione umana è fortissima. In serata, l’incredibile sorpresa: una partita a UNO nel cuore della giungla. I membri della tribù si divertono, imparano le regole al volo. “È una delle esperienze più incredibili della mia vita”, racconta emozionata.

Mangiare larve e giocare a carte con dei residenti della giungla sono stati i momenti topici della giornata.
Mangiare larve e giocare a carte con dei residenti della giungla sono stati i momenti topici della giornata.

“Ho voluto vivere io con una tribù, immergendomi nel loro stile di vita, completamente disconnessa dalla tecnologia e dalla società esterna”, scrive nella didascalia del suo video. E il pubblico la premia con like, commenti e condivisioni a raffica. La sua storia conquista migliaia di utenti e accende la curiosità su uno stile di vita radicalmente diverso.

Mentawai: dove il tempo si ferma e il cuore accelera

La tribù Mentawai vive seguendo ritmi antichi, in simbiosi con la natura. Niente elettricità, niente orologi, niente telefono. La giornata inizia all’alba e termina con il calare del sole. Si mangia ciò che si trova. Si vive tutti insieme, in un’unica grande stanza. La tecnologia è assente, ma ogni gesto, ogni rito, ogni sguardo è carico di significato. Per Elie, questa non è solo una vacanza estrema. È un esperimento sociale, un ritorno all’essenziale. E per chi la segue da casa, è un’occasione rara per vedere il mondo da una prospettiva completamente diversa.

Non tutti sarebbero disposti a mangiare vermi o vivere con sconosciuti nella giungla. Ma proprio per questo, la sua esperienza diventa virale: è un mix perfetto tra shock, fascino esotico e umanità.

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