Ti piace scegliere sempre la stessa meta estiva? La motivazione ti sorprenderà, ecco tutto quello che c'è da sapere.
Ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, milioni di persone iniziano a pensare alle vacanze estive. Alcuni cercano mete esotiche, esperienze insolite o paesaggi mai visti prima. Altri, invece, senza esitazione prenotano lo stesso luogo di sempre: la stessa spiaggia, lo stesso albergo, magari persino lo stesso ombrellone. Ma cosa spinge tante persone a fare questa scelta apparentemente ripetitiva?
La ripetizione di una meta estiva è un comportamento molto più diffuso di quanto si possa pensare. C’è chi non rinuncerebbe mai alla vista familiare del tramonto su quella specifica baia, chi trova rassicurante il sorriso dei gestori dell’hotel che ormai conosce da anni, o chi si sente “a casa” solo in quel piccolo borgo sul mare.
La forza dell’abitudine e la paura dell’ignoto
Uno degli aspetti più affascinanti di questo comportamento è che non si tratta semplicemente di “comodità”. Le abitudini, come hanno mostrato numerosi studi nel campo della psicologia comportamentale, si formano quando un'azione viene ripetuta con costanza nello stesso contesto. Secondo una ricerca significativa condotta da Lally et al. nel 2010, ogni volta che una persona compie una scelta identica, per esempio, decidere di trascorrere le ferie sempre nello stesso posto si rinforza un legame, tra la situazione (la pianificazione del viaggio) e la risposta (scegliere la solita meta). Questo collegamento diventa nel tempo così automatico da rendere le alternative meno visibili o addirittura irrilevanti. Il nostro cervello, in fondo, è una macchina progettata per risparmiare energia: le decisioni abituali riducono lo sforzo mentale, rendendo il processo decisionale più rapido e meno faticoso.

Ma non è solo una questione di efficienza cognitiva. Spesso si tratta anche di una forma di auto-protezione. A influenzare fortemente le nostre scelte sono anche due potenti dinamiche psicologiche: l’inerzia e l’avversione al rischio. L’inerzia si manifesta come una tendenza a mantenere lo status quo, evitando cambiamenti anche quando potrebbero essere vantaggiosi. L’avversione al rischio, invece, spinge le persone a preferire ciò che conoscono, perché l’ignoto genera incertezza e potenziale disagio. C'è una cosa ad ogni modo da considerare e riguarda la scoperta e la capacità di meravigliarsi dinanzi al nuovo. Scoprire posti mai visti prima è un'avventura che emoziona e lascia senza fiato. Per questa ragione, nonostante il senso d'abitudine e la voglia di scegliere la comodità e il relax mentale, è la scoperta e il cambiamento a regalarci, le vere emozioni. Ad ogni modo, capire perché facciamo certe cose è il primo passo per agire con maggiore consapevolezza, sia che decidiamo di restare fedeli alla “nostra” spiaggia, sia che sentiamo il richiamo di nuove avventure. Ascoltarsi e fare scelte consapevoli, è fondamentale per una vita sana e felice.
