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Zurigo, Svizzera – Una pensionata di 68 anni finisce in tribunale per aver fatto l’impossibile: conquistare il cuore (e lo stomaco) del gatto della vicina. Dieci mesi di crocchette, carezze e porticine elettroniche hanno trasformato un semplice gesto d’affetto in un caso giudiziario che ha infiammato il quartiere... e non solo.
La protagonista è una signora svizzera (di cui la stampa non ha reso note le generalità), residente a Zurigo, che ha deciso di fare la "gattara" in grande stile. Non si trattava, però, di un randagio qualsiasi. Il felino in questione si chiama Leo, ed è il micio domestico della sua vicina di casa. La pensionata, incurante dei richiami scritti della legittima proprietaria, ha continuato imperterrita a nutrirlo ogni giorno. E non solo: ha persino programmato la sua porticina elettronica per permettere al gatto di entrare e uscire liberamente da casa sua. Risultato? Leo ha cambiato ciotola e affetti.
La proprietaria originale, esausta e frustrata, ha deciso di reagire passando dalle parole ai fatti legali. Ha presentato un esposto alla procura, chiedendo il riconoscimento della sottrazione indebita dell’animale. Il ministero pubblico ha proposto una pena pecuniaria: 30 giorni di multa da 120 franchi l’uno, più una sanzione aggiuntiva di 800 franchi. Ma la pensionata non ha accettato il Strafbefehl (il decreto penale) e ha preteso il processo pubblico.
In tribunale per un micio: il duello legale tra vicine
Il caso si è discusso al Bezirksgericht di Zurigo. Entrambe le donne si sono presentate con i rispettivi avvocati, pronte a combattere una vera e propria battaglia... legale. Ma il colpo di scena arriva sul finale: le due litiganti, in qualche modo, hanno trovato un accordo extragiudiziale. Nessun verdetto clamoroso, nessuna condanna. Solo un compromesso. E il finale è inaspettato, considerata la denuncia di poche settimane prima: la pensionata ha ottenuto di tenere Leo con sé. Una vera vittoria felina, verrebbe da dire.

Il contenuto preciso dell’accordo resta riservato, ma una cosa è certa: Leo ha cambiato casa in via definitiva. La vecchia padrona ha ritirato la denuncia, e le spese legali sono finite a carico dello Stato. Tutto archiviato, con buona pace dei croccantini sprecati e delle lettere inviate invano. Lo riporta il portale svizzero sfr.ch.
Ma è legale tenersi il gatto del vicino?
In Italia, situazioni simili hanno già fatto discutere. Seppur meno frequenti, i casi di “adozione forzata” di animali domestici esistono eccome. E la legge ha qualcosa da dire. Secondo il diritto civile, la proprietà di un cane o di un gatto può cambiare solo in determinati modi: tramite compravendita, donazione, affidamento, rinuncia volontaria o ritrovamento. In altre parole, non basta dare da mangiare a un gatto per poterselo tenere, almeno sulla carta.
Tuttavia, esiste un principio giuridico chiave: “possesso vale titolo”. Se nessuno contesta il possesso di un bene mobile (e sì, anche un animale d’affezione lo è), allora quel possesso può tradursi in una presunzione di proprietà. In sostanza, chi se ne prende cura ogni giorno, paga per la sua salute, lo tiene in casa e dimostra affetto concreto, può rivendicarne la proprietà se il vero padrone non riesce a dimostrare il contrario.
Le prove che contano quando l’amore per un animale finisce in tribunale
Per stabilire chi ha davvero diritto a tenere con sé un animale, le autorità valutano documenti e comportamenti. Tra le prove più significative ci sono:
- Certificato di iscrizione all’anagrafe canina o felina
- Fatture di acquisto, ricevute veterinarie e documenti di cessione
- Testimonianze di vicini, amici e parenti
- Prove fotografiche o video dell’animale nella nuova abitazione
- Microchip registrato a nome del nuovo detentore
Non basta una ciotola piena. Serve costruire un vero e proprio dossier per dimostrare che l’animale ha cambiato vita, casa e, soprattutto, cuore. In molti casi, è il giudice a dirimere la questione, valutando il benessere dell’animale, la continuità dell’affetto e i documenti prodotti.
Quando il gatto sceglie da solo: il parere degli esperti
Veterinari e comportamentalisti felini concordano: i gatti scelgono dove stare. E spesso lo fanno in base a fattori concreti come il cibo, la tranquillità dell’ambiente e la presenza di affetto. In contesti urbani, dove i gatti sono più liberi di muoversi, può succedere che un micio “traslochi” da solo. Ma attenzione: l’ultima parola resta sempre alla legge. Nel caso del gatto Leo, la scelta è stata netta. Ha abbandonato la sua vecchia casa per una nuova routine fatta di coccole e pasti puntuali. E la sua nuova padrona, con tenacia e un pizzico di furbizia, ha portato avanti una vera operazione di conquista... a colpi di crocchette.
Morale della favola? Se vuoi tenerti il gatto del vicino, preparati a dimostrare che è stato lui a scegliere te. E possibilmente, fatti consigliare da un avvocato prima di farlo entrare dalla gattaiola.
