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Lo digitiamo quasi senza pensarci, ma quel +39 che precede ogni nostro numero di cellulare italiano nasconde un piccolo pezzo di storia globale. I prefissi telefonici internazionali sono la chiave d’accesso alle comunicazioni tra paesi diversi, e raccontano molto più di quanto immaginiamo. In un’epoca in cui riceviamo messaggi e chiamate anche da oltre oceano, sapere cosa significa quel numeretto può fare la differenza, soprattutto per i più curiosi. E perché mai solo quattro nazioni al mondo nel 2025 hanno ancora un prefisso a una sola cifra? Preparati: la risposta affonda le radici nella Guerra Fredda e nel vecchio ordine mondiale.
Prefissi internazionali: il passaporto del tuo telefono
Oggi quasi nessuno ha più il telefono fisso: le utenze domestiche sono ormai un ricordo del passato, mentre 'resistono' alcune attività commerciali. I cellulari regnano sovrani e tra WhatsApp, Telegram, FaceTime e compagnia bella, le distanze si sono azzerate. Ma i prefissi internazionali restano lì, in testa a ogni numero, a ricordarci che viviamo su un pianeta diviso in confini e codici. Per noi italiani, il +39 è un vecchio amico. Chi ha parenti in Spagna riconosce il +34. Quelli con amici in UK sono abituati al +44. Ma alcuni numeri sorprendono: il +1 vale per Stati Uniti e Canada, mentre il +7 appartiene a Russia e Kazakhstan. Solo quattro paesi usano ancora prefissi a una cifra. Un’eccezione nella giungla dei +33, +351 e +966.
Un TikTok spiega tutto: il mistero delle cifre solitarie
Un video virale pubblicato da @geoglobetales su TikTok ha acceso i riflettori su questo enigma. In meno di due minuti, l’autore spiega che la storia dei prefissi internazionali affonda negli anni ’60, quando fu creato l’attuale piano di numerazione telefonica mondiale, gestito dall’ITU, l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, un’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Ginevra. All’epoca, il mondo fu diviso in 10 zone telefoniche, ciascuna con un numero iniziale distintivo:
- +1: Nord America (USA e Canada)
- +2: Africa
- +3 e +4: Europa
- +5: America Centrale e Sud America
- +6: Sud-est asiatico e Oceania
- +7: Unione Sovietica
- +8: Asia orientale
- +9: Medio Oriente e alcune zone dell’Asia
Due nazioni ottennero il prefisso d’oro, a una sola cifra, come simbolo di priorità tecnologica e geopolitica: gli Stati Uniti con il +1 e l’Unione Sovietica con il +7. Oggi quel +1 è ancora condiviso con il Canada, mentre il +7 è rimasto in uso da parte della Russia e del Kazakhstan, due dei più grandi stati successori dell’URSS ma a breve il Kazakhstan potrebbe cambiarlo.

Numeri e politica: la telefonia mondiale nasce nella Guerra Fredda
Dietro le cifre si nasconde un disegno molto preciso. I numeri a una cifra vennero assegnati alle potenze globali di allora. Gli altri paesi ricevettero codici regionali, seguiti da numeri specifici nazionali. Ad esempio:
- +33: Francia (area Europa Occidentale)
- +34: Spagna
- +49: Germania
- +81: Giappone
Una sorta di gerarchia numerica globale. Più era basso il numero, maggiore era il "peso" della nazione nel panorama internazionale dell’epoca. Oggi tutto ciò può sembrare anacronistico, ma quel sistema resta ancora in vigore, con pochissimi aggiornamenti da oltre sessant’anni.
La vera chicca arriva alla fine del video di @geoglobetales. Dopo aver elencato i prefissi da +1 a +9, l’autore si chiede: "E il +0?". La risposta è una battuta: "Forse lo stanno conservando per l’Antartide". In realtà, non esiste alcun prefisso +0. L’ITU non lo ha mai assegnato a nessuna zona. Potrebbe trattarsi di una riserva tecnica, oppure, come qualcuno ha ipotizzato, di un numero da usare un giorno per le missioni spaziali o per la futura comunicazione interplanetaria. Chi lo sa?
