Nel Lazio c'è la citta che muore, un luogo che merita la visita dei turisti. Scoperte indimenticabili e tanti angoli da scoprire. Scopri di quale posto si tratta e tuffati nelle meraviglie più autentiche.
Nel cuore dell’Italia centrale, sospeso tra cielo e terra, si erge un borgo fragile ma straordinariamente suggestivo: Civita di Bagnoregio. Questa piccola gemma incastonata nel paesaggio della provincia di Viterbo, nel Lazio, è conosciuta in tutto il mondo con un appellativo poetico e inquietante: la città che muore. Il nome evoca immagini di decadimento e solitudine, eppure chi visita Civita resta colpito dalla sua struggente bellezza e dal fascino immutato che il tempo non ha ancora cancellato.
Il motivo di questo soprannome non è romantico, ma geologico. Civita sorge su un fragile sperone di tufo e argilla, materiali teneri che l’erosione, il vento e la pioggia stanno consumando lentamente ma inesorabilmente. Le frane sono una costante minaccia, e l’intero borgo rischia, nel lungo periodo, di scomparire del tutto. Nonostante ciò, il paese sopravvive, testardo e silenzioso, con appena undici abitanti stabili e migliaia di visitatori ogni anno.
Un tuffo nel passato: origini millenarie e fascino eterno
La storia di Civita di Bagnoregio è lunga e affascinante. Fondata dagli Etruschi oltre duemilacinquecento anni fa, fu un importante insediamento antico, con templi, un’acropoli e spazi pubblici proprio dove oggi si snodano vicoli e piazzette. La sua posizione strategica, sospesa tra la Valle dei Calanchi e il vicino fiume Tevere, l’ha resa per secoli un crocevia naturale per commerci e spostamenti. Nel tempo, Civita passò sotto il dominio romano, poi dei Goti, dei Longobardi e infine dello Stato Pontificio. Ogni epoca ha lasciato tracce nel tessuto urbano e culturale del borgo, rendendolo un piccolo scrigno di storia e memoria.

Oggi, Civita è raggiungibile soltanto a piedi. Un lungo ponte pedonale in cemento collega la città madre di Bagnoregio al borgo, sospeso sopra un paesaggio da cartolina, fatto di colline frastagliate e gole profonde che sembrano uscite da un dipinto. L'ingresso al borgo è segnato dalla Porta Santa Maria, l’unica rimasta delle cinque porte originali, decorata da due leoni scolpiti nella pietra che stringono tra le fauci delle teste umane, simboli della vittoria sui tiranni medievali. È il primo segno di un mondo che resiste, fiero e solenne. All'interno, Civita si presenta come un dedalo di stradine in pietra, archi, scalinate e cortili fioriti. Non ci sono auto, né rumori moderni: solo il suono dei passi sul selciato, il canto degli uccelli e lo scorrere del vento tra i vicoli.
Cosa vedere e vivere a Civita: un’esperienza fuori dal tempo
Nonostante le dimensioni ridotte, Civita di Bagnoregio offre numerose attrazioni che permettono di immergersi nella sua atmosfera incantata. Il cuore pulsante del borgo è la Chiesa di San Donato, situata nella piazza principale. Qui si svolgono ancora oggi cerimonie religiose e feste popolari, e la chiesa rappresenta un punto d’incontro tra fede e tradizione locale. A pochi passi si trova il Museo Geologico e delle Frane, ospitato nel Palazzo Alemanni. Il museo racconta con strumenti interattivi e documenti storici l’origine geologica del territorio, le frane che hanno cambiato il volto del paese e le misure prese per conservarlo. È una tappa fondamentale per capire le ragioni del soprannome “la città che muore”. Un altro luogo ricco di suggestione è la Grotta di San Bonaventura, una tomba etrusca trasformata in luogo di culto, legata alla figura di San Bonaventura, illustre filosofo e teologo nato proprio a Bagnoregio. Secondo la tradizione, qui sarebbe guarito miracolosamente da bambino. La sopravvivenza di Civita di Bagnoregio è tuttora appesa a un filo. Le continue frane, la fragilità del terreno e il progressivo spopolamento hanno trasformato il borgo in un simbolo della lotta tra bellezza e decadenza.
