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Vestiti più economici del cappuccino? A sentire Matteobroad – all’anagrafe Matteo Gallinotto – content creator italiano che vive e lavora in Lussemburgo, la risposta sembrerebbe sì. Nei suoi video virali su Instagram, racconta la quotidianità di chi vive in uno degli stati più ricchi dell’Unione Europea e lo fa con uno stile diretto e senza filtri. Ma sarà davvero così conveniente vestirsi da quelle parti? Abbiamo scavato un po’ dietro le quinte delle sue clip per capire cosa c’è di vero… e cosa è solo effetto speciale da social.
La t-shirt a 3 euro è una leggenda urbana
Nel suo reel più cliccato, Matteo afferma che in Lussemburgo una t-shirt può costare meno di un caffè. Il video ha spopolato, ma la realtà è leggermente diversa. Lui stesso fa sapere che nei negozi di fast fashion come Zara e H&M, i prezzi sono praticamente identici a quelli di Milano o Roma: una maglietta base parte da 15,99 euro, mentre una in tessuto tecnico può arrivare a 20 euro. Nessuna magia, nessun prezzo stracciato made in Luxembourg.

Forse la tesi di Matteo è che più che di convenienza assoluta, in Lussemburgo è il potere d'acquisto che cambia. Perché sì, in Lussemburgo lo stipendio medio supera i 3.500 euro al mese. Chi guadagna così tanto, percepisce come “economico” un capo che da noi, in Italia, magari è un piccolo lusso. Tutto qui il trucco.
Fast fashion e stipendi d’oro: ecco perché lì sembra tutto regalato
Il cuore del discorso è semplice: i vestiti non costano meno, ma tu guadagni di più. Il PIL pro-capite del Lussemburgo è tra i più alti al mondo. E il salario minimo legale sfonda la barriera dei 2.500 euro lordi al mese. In questo contesto, anche un capo di fast fashion a 10-15€ diventa un acquisto ridicolo rispetto allo stipendio, mentre in Italia può fare la differenza tra una pizza con gli amici o una serata a casa.
Ma attenzione: i prezzi nei negozi fisici restano quelli delle grandi catene europee. Non esistono sconti “da residenza”. È su Internet, semmai, che si trovano le vere occasioni. Come in tutta Europa, anche in Lussemburgo si può ordinare un vestito da un e-commerce cinese a 4 euro e riceverlo in tre giorni. Ma questo non rende il Lussemburgo più conveniente: rende solo il fast fashion sempre più globale.
Vita da expat: stipendi alti, ma anche tante solitudini
Tra un vlog e l’altro, Matteo Gallinotto non si limita a parlare di shopping. Mostra anche il rovescio della medaglia di vivere in un microstato dove tutto funziona… ma la gente scompare nel weekend. “Il sabato e la domenica spariscono tutti. Non so dove vadano. Io resto a casa,” racconta Matteo in un video girato nella sua piccola cittadina lussemburghese.
La capitale – che si chiama anch’essa Lussemburgo – ha solo 120.000 abitanti. Non è una metropoli frenetica. È ordinata, efficiente, silenziosa. Forse troppo. Le opportunità lavorative non mancano, gli stipendi sono al top, ma la vita sociale è ai minimi storici. Non è facile stringere amicizie o iniziare relazioni. Soprattutto per i giovani stranieri come Matteo.
Quanto costa vivere davvero in Lussemburgo?
Il prezzo dei vestiti non è l’unico indicatore da guardare. In Lussemburgo, alcuni beni e servizi sono relativamente convenienti, ma altri fanno tremare il portafoglio.
- Elettronica: televisori, aspirapolvere, smartphone hanno prezzi simili a quelli di Francia e Germania. Ma con stipendi così alti, l’acquisto pesa molto meno.
- Prodotti per la cura personale: shampoo a 4 euro, gel doccia a 2. Nulla di speciale, ma accessibile.
- Abbonamenti Internet: 50 euro al mese. Nella media dell’Europa occidentale, ma meno percepiti.
- Souvenir e articoli da regalo: spesso convenienti, specie nei grandi centri commerciali e durante le offerte stagionali.
Dove invece si piange è sul fronte affitti e ristorazione:
- Casa: affittare un bilocale può costare anche 1.800 euro al mese. Comprare è quasi un sogno.
- Spesa: i supermercati hanno prezzi alti. Una confezione di pasta può arrivare a 2,50 euro.
- Ristoranti: un pranzo semplice costa circa 18 euro. Una birra? 5 euro.
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