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Premessa doverosa: questo articolo non è un trattato di psicologia né sostituisce la diagnosi di uno psicologo o di un professionista della salute mentale. Le informazioni riportate si basano su fonti accademiche e pubblicazioni verificate e vanno lette nell’ottica della psicologia pop.
Mordersi l’interno delle labbra – noto in ambito clinico come cheilofagia o morsicatio labiorum – è un comportamento comune, spesso sottovalutato. Dietro questo gesto automatico possono celarsi significati psicologici importanti, legati alla gestione delle emozioni, all’ansia, alla tensione e alla regolazione dell’umore. Le ricerche psicologiche più accreditate lo classificano tra i comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo (BFRB – Body-Focused Repetitive Behaviors). È un gesto che può emergere tanto in momenti di stress quanto nei silenzi del quotidiano, e il suo significato varia in base a frequenza, intensità e contesto.
Una strategia inconscia di coping per ansia e stress
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Anxiety Disorders (2018), gesti come il mordicchiarsi le labbra rientrano nelle strategie di coping non consapevole, utili per affrontare tensioni emotive acute o croniche. La dottoressa Nancy Keuthen del Massachusetts General Hospital, esperta di BFRB, spiega che “il cervello utilizza questi comportamenti come valvola per ridurre la tensione interna quando le emozioni diventano troppo forti da contenere”. Simile all’onicofagia (mangiarsi le unghie) o al tamburellare nervoso, mordersi le labbra rappresenta una forma di auto-consolazione. Il gesto funziona come un micro-sfogo corporeo che, pur essendo innocuo nella maggior parte dei casi, segnala un bisogno interiore di regolare l’iperattivazione emotiva.
Quando il corpo parla: emozioni represse e conflitti interiori
Dal punto di vista della psicologia clinica, mordersi le labbra può rappresentare anche un tentativo di esprimere emozioni bloccate. Rabbia inespressa, disagio sociale, frustrazione accumulata: tutte queste emozioni possono trovare uno sbocco nel corpo, quando mancano parole o contesti sicuri per esprimerle.
Il gesto diventa allora un linguaggio non verbale del disagio. Come sottolineato dallo psichiatra clinico Dr. Martin Franklin (University of Pennsylvania), “i comportamenti corporei ripetitivi possono servire come meccanismi compensatori per regolare conflitti emotivi interiori. Spesso sono un compromesso tra l’urgenza di esprimere e il timore di farlo”. Questo tipo di lettura è particolarmente rilevante nei contesti relazionali o sociali dove il soggetto sente di dover controllare ciò che prova.
Un gesto legato a insicurezza, timidezza e autovalutazione
Molti psicologi concordano nel vedere nel mordicchiarsi le labbra un segno di insicurezza, specialmente se avviene in situazioni pubbliche o durante l’interazione con gli altri. Secondo la ricercatrice clinica Melanie Tannenbaum, “questi gesti riflettono spesso un processo interno di valutazione personale o di incertezza”. Il labbro inferiore, in particolare, viene spesso morso in momenti di imbarazzo, nervosismo o indecisione. In questi contesti, il gesto può agire da barriera emotiva: serve a proteggersi, a livello inconscio, da uno sguardo esterno percepito come giudicante. Non a caso, questo comportamento è frequente anche durante esami, colloqui di lavoro o primi appuntamenti. Probabilmente lo hai messo in atto anche tu in uno di questi frangenti.

Quando diventa compulsivo: disturbo o abitudine patologica?
In una minoranza di casi, il comportamento supera la soglia della normalità e si configura come compulsivo. Quando mordersi le labbra porta a ferite, infiammazioni o dolore, il gesto può rientrare nel quadro clinico di disturbi come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o i disturbi da tic. La Trichotillomania Learning Center Foundation identifica la cheilofagia come una condizione BFRB potenzialmente invalidante, soprattutto se si associa a sensi di colpa, vergogna o difficoltà nel controllare l’impulso.
In questi casi, gli psicologi consigliano l’intervento di un professionista. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) ha dimostrato buoni risultati nel ridurre la frequenza del gesto e nel lavorare sulle cause emotive profonde.
Fattori fisici e segnali non verbali: contesto e interpretazione
Oltre alle cause psicologiche, va considerata anche la componente fisiologica. Secchezza, irritazione o abitudini orali possono innescare il gesto, specie nei cambi di stagione o con l’uso di alcuni farmaci. Tuttavia, quando la causa è solo fisica, il gesto tende a essere episodico e privo di valenza emotiva. Infine, non va sottovalutato il significato sociale e non verbale del gesto. In certi contesti può suggerire attrazione, vulnerabilità o tensione erotica. In altri, segnala semplicemente disagio o attenzione intensa. L’interpretazione corretta dipende sempre dal contesto e dagli altri segnali corporei concomitanti.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Se mordersi le labbra diventa frequente, doloroso o causa lesioni, può indicare un disagio emotivo che merita attenzione. I segnali da non ignorare includono:
- presenza quotidiana o compulsiva del gesto
- sensazione di sollievo momentaneo seguita da colpa
- lesioni visibili o infiammazioni
In questi casi, è utile rivolgersi a uno psicologo per indagare le cause profonde e adottare strategie alternative di gestione dello stress. Spesso, lavorare sulle emozioni represse e sui pensieri automatici negativi aiuta a ridurre la necessità di ricorrere a comportamenti corporei auto-consolatori.
