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Winchester — Hanno speso milioni per vivere in tranquillità. Si sono ritrovati a fare i portieri, nel senso che raccoglievano continuamente palloni di calcio. Mohamed e Marie-Anne Bakhty, coppia benestante del sobborgo inglese di Winchester, si sono visti invadere il giardino della loro villa da oltre 170 palloni da calcio in meno di un anno. Una situazione da incubo condita da urla, rumori continui e zero pace. Alla fine, hanno deciso di portare tutti in tribunale. E non è finita a reti inviolate.
Una villa da 2 milioni... sotto assedio
I coniugi Bakhty vivono a St Anns, una residenza da favola valutata circa 2 milioni di sterline. Una proprietà immersa nel verde, confinante con la Westgate All Through Primary School. Fin qui tutto bene, se non fosse che la scuola ha pensato bene di costruire un campo da calcetto a 5 a meno di due metri dal loro confine. Risultato? Ogni partita si trasformava in un tiro al bersaglio... verso i fiori dei vicini. Il giudice Philip Glen dell’Alta Corte ha dato ragione alla coppia: la scuola ha creato una “nuisance", ovvero un disturbo sistematico e illegale. I Bakhty hanno ottenuto un risarcimento di 1.000 sterline per il disagio subito.

Mohamed Bakhty, 77 anni, imprenditore immobiliare in pensione, ha dichiarato che il giardino era diventato inutilizzabile. Un tempo oasi di pace, ora zona off-limits per colpa dei continui tiri in porta. Secondo lui, la scuola avrebbe addirittura costruito il campo “con l’intento di infastidirli”. Marie-Anne Bakhty, 66 anni e appassionata di giardinaggio, ha raccontato in aula come il rumore e l’invasione dei palloni abbiano avuto un impatto pesante sulla sua salute mentale: “Era un incubo continuo. Non potevo nemmeno curare le mie rose senza rischiare un colpo in testa”. Durante un sopralluogo, il giudice ha trovato ben 20 palloni incastrati nelle aiuole. Prove concrete, sufficienti a giustificare il risarcimento.
Nessuna rete di protezione. Letteralmente.
Il campo, realizzato nel 2021 con fondi raccolti per offrire uno spazio sportivo agli studenti, è stato circondato solo da una semplice recinzione metallica verde. Nessuna rete para-palloni, nessuna misura per evitare che il giardino privato diventasse una porta da calcetto. La coppia aveva chiesto anche un’ingiunzione per far smettere le attività sportive, ma il giudice ha negato questa possibilità, suggerendo invece l’installazione di barriere adeguate. Nel verdetto, il giudice Glen ha anche chiarito che l’area potrebbe essere usata per lezioni di scienze naturali, ma non per attività sportive senza misure di contenimento.
E in Italia? Pallone fuori... risarcimento dentro
Episodi simili accadono anche in Italia, dove la legge non scherza affatto con chi invade proprietà altrui, anche con una semplice palla.
Risarcimenti per danni da pallone
Secondo l’articolo 2043 del Codice Civile, chi causa un danno è tenuto a risarcirlo, anche in maniera involontaria. Se un pallone rompe un vetro, ammacca un’auto o colpisce una persona, scatta l’obbligo di risarcimento. In particolare:
- Danni a veicoli: Se un pallone colpisce un’auto parcheggiata e la danneggia, il proprietario può chiedere il risarcimento ai genitori del minore responsabile o all’adulto autore del tiro.
- Danni a persone: In un caso reale, un turista colpito da una boccia in spiaggia è stato risarcito tramite l’assicurazione dello stabilimento, responsabile della sicurezza dell’area.
- Danni condominiali: Se il calcio disturba la quiete o provoca danni in un contesto condominiale, il danneggiato può agire in sede civile.
In ambito sportivo, la responsabilità oggettiva può ricadere su allenatori, istruttori e organizzatori, ma anche sui genitori dei minori, a meno che non dimostrino di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. In mancanza di reti o protezioni, la partita può trasformarsi in una causa civile.
