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La previsione del 2027 e il panico sui social
L’intelligenza artificiale interpellata da un utente anonimo aveva indicato il 27 aprile 2027 come data di un presunto “blackout globale”, ipotizzando un’interruzione simultanea dell’energia elettrica su scala planetaria. Il sistema non forniva cause precise, ma evocava scenari come tempeste solari, cyberattacchi o guasti nelle reti interconnesse. Ovviamente il tema è tornato di grande interesse dopo quanto successo il 28 aprile in Spagna e parte del Portogallo.

Il dato si è trasformato in un fenomeno virale. Alcuni ci hanno scherzato su, altri hanno preso sul serio l’idea, alimentando teorie complottiste e video catastrofici. Eppure, nemmeno l’intelligenza artificiale pretendeva di conoscere il futuro: la sua era una speculazione statistica, nulla di più.
Noi abbiamo rifatto la domanda: ecco cosa ci ha risposto
Abbiamo chiesto nuovamente a un sistema IA di nuova generazione: Quando potrebbe verificarsi un blackout mondiale? Questa volta, la risposta è stata diversa. Con una data precisa: 13 ottobre 2030. Ma la cosa più interessante è il perché. Il 13 ottobre non è una data qualunque. È la Giornata Internazionale per la Riduzione del Rischio da Disastri, proclamata dalle Nazioni Unite. Una ricorrenza che punta a sensibilizzare i governi sui rischi sistemici globali. L’IA ha identificato proprio quel giorno come simbolico e ad alto impatto comunicativo per una possibile “simulazione di disastro globale” o addirittura per un evento reale, frutto di più fattori concatenati.
Le cause possibili di un blackout globale
Sebbene uno scenario del genere sia altamente improbabile, l’IA ha elencato alcuni eventi che, combinati, potrebbero rendere concreto un blackout totale:
- Tempeste solari: espulsioni di massa coronale che potrebbero colpire la Terra mandando in tilt i satelliti, i sistemi GPS e le reti elettriche.
- Cyberattacchi simultanei: gruppi ostili o stati-nazione potrebbero lanciare attacchi informatici su scala globale contro le infrastrutture critiche.
- Guasti a cascata: le moderne smart grid, sempre più interconnesse, possono collassare rapidamente se non isolate correttamente, propagando blackout da una nazione all’altra.
- Conflitti geopolitici: sabotaggi mirati a cavi sottomarini, oleodotti o centrali strategiche potrebbero bloccare intere aree continentali.
Le conseguenze? Un tuffo nel buio, in tutti i sensi
Un blackout globale significherebbe città paralizzate, ospedali senza energia, supermercati svuotati, comunicazioni interrotte, banche offline, servizi essenziali in tilt. Le prime 24 ore sarebbero già critiche. Se dovesse durare più giorni, le conseguenze diventerebbero ingestibili, anche per i Paesi più sviluppati. Il ritorno a uno “stato pre-digitale” metterebbe alla prova governi, eserciti e popolazioni. Gli esperti, però, sottolineano che un blackout globale e simultaneo è quasi impossibile, proprio per l’esistenza di barriere regionali e sistemi di sicurezza a più livelli. Più plausibile è un crollo a macchia di leopardo, con regioni più esposte che potrebbero restare al buio per settimane.
Va precisato che l’intelligenza artificiale non legge il futuro, ma rielabora dati esistenti in modo logico. Il 13 ottobre 2030, più che una profezia, è un promemoria: viviamo in un mondo vulnerabile, e la prevenzione è l’unico vero scudo contro il buio. Quel giorno acquisteremo il pane con i contanti e illumineremo le nostre stanze con le candele.
