Giappone, turista mostra quello che i social non fanno vedere dell'esperienza con i cervi a Nara

Quando si parla di Giappone, le immagini che scorrono sui social sono spesso da cartolina: templi antichi, ciliegi in fiore, mercati dove mangiare pesce fresco e, tra le esperienze più virali, l’incontro ravvicinato con i cervi sacri del Parco di Nara. Basta un cracker e voilà: l’animale si inchina, tu sorridi e il video fa il giro del web. Ma la realtà, come spesso accade, ha molte più sfumature. A mostrarlo è Ashley Grace, una content creator americana che ha deciso di raccontare anche l’altro lato dell’idillio. E no, non è una favola con il lieto fine: “Nessuno mi aveva detto quanto fossero aggressivi”, racconta nel suo video diventato virale.

I cervi inchinano la testa… e a volte pure te

La magia dell’inchino ha conquistato Instagram e TikTok. I cervi si avvicinano, fanno un piccolo cenno col capo e aspettano il famoso senbei, il biscotto di riso venduto all’interno del parco. Ma l’inchino, spiegano gli etologi, non è un atto di gratitudine o rispetto: è un comportamento condizionato. Un gesto imparato nel tempo perché premiato dai turisti. In realtà, quel cenno del capo può essere molto simile anche alla postura che i cervi usano prima di una carica. E quando il biscotto non arriva, scattano morsi, testate e spintoni. Altro che spirito zen: in molti casi, l’esperienza si trasforma in una piccola corrida tra uomo e animale.

I cervi di Nara, in Giappone, non sono "teneri e coccolosi"
I cervi di Nara, in Giappone, non sono "teneri e coccolosi"

Ogni anno, secondo il Comune di Nara, si registrano decine di feriti a causa delle interazioni troppo ravvicinate con i cervi. Le testate, anche se prive di corna, possono causare ematomi, cadute e in alcuni casi persino fratture. Le autorità locali invitano a non accerchiare gli animali, evitare movimenti bruschi con il cibo e soprattutto a tenere i bambini a distanza. Ma tra la curiosità e l’algoritmo, spesso vince la foto da postare.

I cervi “gentili” rubano anche le tasche

Chi pensa di cavarsela con un solo biscotto si sbaglia di grosso. Come mostra Ashley, molti cervi, ormai abituati al contatto umano, frugano nelle tasche, nei marsupi, persino nelle borse. Un comportamento che ha fatto ridere alcuni e spaventato altri, soprattutto chi non si aspettava questa intraprendenza a quattro zampe. Sono tante le testimonianze online di turisti che si sono visti portare via mappe, foulard e snack personali. Non per cattiveria, certo. Ma per un istinto che, nel tempo, si è trasformato in abitudine.

Dietro la foto perfetta: cervi magri e stressati

Un altro problema sollevato da chi visita il parco è legato alle condizioni fisiche degli animali. Alcuni cervi appaiono visibilmente magri, con costole sporgenti e pelo spento. Durante la pandemia, con la mancanza di turisti, molti esemplari sono stati avvistati in stato di malnutrizione. I cracker di riso, per quanto autorizzati, non costituiscono un’alimentazione bilanciata. E a peggiorare la situazione ci pensano quei turisti che offrono cibo non adatto: snack industriali, pane, plastica. Risultato? Danni alla salute degli animali, in alcuni casi anche mortali.

I cervi del Nara Park sono considerati sacri, ma l’afflusso turistico ha trasformato la zona in un palcoscenico permanente. E mentre i video da sogno si moltiplicano, aumentano anche le critiche. C’è chi denuncia scarsa igiene, con escrementi ovunque e odori poco gradevoli. Altri parlano di delusione: “Non sembrano addomesticati, ma affamati”, si legge su alcune recensioni. L’esperienza, per molti, non è quella pacifica e spirituale promessa dalle guide di viaggio.

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