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New York, la città che non dorme mai, risveglia il sogno americano di migliaia di italiani ogni anno. Ma per qualcuno, quel sogno rischia di trasformarsi in un brutto incubo, o quantomeno in una disavventura che spezza l'incantesimo. A lanciare l’allarme, con un tono tra il serio e il faceto, è Rosario Rapisarda, content creator amatissimo su Instagram, reduce da un viaggio nella Grande Mela. Con l’aiuto di un connazionale esperto che vive a New York da anni, ha raccolto le 3 trappole più comuni per i turisti italiani in questa città. E no, non c’è da ridere: tra le vittime, anche chi si è visto alleggerire il portafoglio di centinaia di dollari. Ecco quali sono i pericoli più sottovalutati, con tanto di bonus tip finale.
1. Taxi abusivi a JFK: il benvenuto più salato
Scendi dall’aereo, ti lasci alle spalle un volo intercontinentale, e pensi che il peggio sia passato. Invece, all’uscita dal JFK, ti aspetta la prima fregatura. Decine di “autisti” abusivi ti assalgono con l’offerta del secolo. Peccato che alcuni italiani, secondo i racconti riportati dall’amico newyorkese di Rapisarda, abbiano pagato 500 o persino 600 dollari in contanti per una corsa fino a Manhattan. Una follia. Il prezzo corretto? Tra i 100 e i 120 dollari al massimo, anche meno con Uber.

Il consiglio è semplice: ignora chi ti avvicina all’uscita e cerca solo i taxi gialli con tassametro visibile. Oppure, scarica Uber prima di partire e prenota in anticipo. Se qualcuno ti chiede somme esagerate, non aver paura di chiamare la polizia. I truffatori contano proprio sulla tua inesperienza e confusione. Non farti intimidire.
2. Hot dog sì, ma a prezzo giusto
Un hot dog a New York è più di uno spuntino: è un rito turistico. Lo mangi per strada, magari davanti a un campo da baseball, scatti una foto e la posti con l’hashtag #americanvibes. Tutto bellissimo e tutto da Very Normal People, finché non scopri che hai pagato 10 dollari per una salsiccia in un panino. L’amico italo-americano di Rapisarda è categorico: “Non dovrebbe costare più di 3 dollari”. Se te ne chiedono di più, ridigli in faccia – letteralmente è questo il consiglio del local – e vai via.
Il centro città pullula di venditori ambulanti, ma alcuni approfittano del turista distratto. Non è una truffa nel senso legale del termine, ma è comunque una fregatura bella e buona. Il prezzo corretto? Dai 2 ai 3 dollari. Controlla prima di ordinare e non aver paura di dire di no.
3. L’acqua più cara del petrolio
Dopo l’hot dog, arriva la sete. E lì scatta la seconda batosta: bottigliette d’acqua vendute a 5 o 6 dollari. Nei truck ambulanti, l’acqua dovrebbe costare al massimo 2 dollari. Alcuni, più onesti, la offrono anche a 1,25 o 1,50$. Ma se ti propongono prezzi folli, cambia banco. New York è piena di alternative, e i venditori seri non mancano.
Vale lo stesso consiglio: non accettare mai il primo prezzo senza verificare. La regola è semplice: se hai la sensazione che ti stiano fregando, probabilmente è proprio così. Questo il video riassuntivo:
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Bonus: la mancia, il grande enigma italiano
Per noi italiani, la mancia è un gesto facoltativo ed è forse uno dei più grandi fastidi che proviamo quando mangiamo fuori a New York, per molti americani invece è un obbligo sociale. Questo scontro culturale crea non pochi problemi ai turisti. Il consiglio dell’esperto è chiaro: se mangi seduto in un ristorante, devi lasciare la mancia. Tra il 15% e il 20% del conto. Fine della storia. Sei in un paese dov'è normale e ti devi adattare. Se invece prendi un caffè da Starbucks, mangi in un fast food o ordini da asporto, la mancia non è necessaria. Anche se il POS ti chiede “quanto vuoi lasciare?”, puoi cliccare 0% senza alcun senso di colpa. Alcuni locali sperano nell’ingenuità dei turisti, ma nessuno può obbligarti a dare di più del dovuto.
Altre trappole turistiche da evitare a New York
Non solo taxi e hot dog. New York offre un catalogo completo di fregature per turisti inesperti. Tra le più frequenti:
- Pedicab truffaldini: giro in risciò con prezzi assurdi se non concordati prima.
- Finti monaci buddisti: chiedono donazioni insistenti, ma non rappresentano alcuna religione.
- MetroCard false: vendute da sconosciuti fuori dalle stazioni. Acquista solo alle macchinette ufficiali.
- Negozi di elettronica-trappola: soprattutto a Midtown, promettono sconti ma vendono fregature.
- Supereroi aggressivi a Times Square: foto “gratis” che diventano richieste di denaro insistente.
- CD dei rapper: ti offrono un CD e poi ti chiedono soldi con insistenza.
- Truffe nei ristoranti: mance nascoste e costi extra non indicati nel menu.
- “Stand-up comedy” gratuita: i biglietti sono gratis, ma le consumazioni obbligatorie costano una follia.
- Merce contraffatta a Canal Street: rischi legali oltre alla fregatura economica.
La morale? New York è meravigliosa, ma non è Disneyland. Serve attenzione, spirito critico e un pizzico di malizia da viaggiatore. Come direbbe un vero newyorkese: “Don’t be a tourist, be smart”.
