Perché dimentichiamo i sogni appena svegli? Il motivo che non ti aspetti

Per quale motivo ti capita di dimenticare i sogni appena sveglio? C'è una motivazione che devi assolutamente conoscere e che, probabilmente, ti servirà a scoprire aspetti di te nascosti.

Succede a tutti, quasi ogni mattina. Apriamo gli occhi con la sensazione di aver appena vissuto un’avventura incredibile, magari surreale, intensa, emozionante. Ma già pochi secondi dopo, svanisce tutto. I colori, le parole, le immagini che sembravano così vivide si dissolvono come nebbia al sole. Ci resta solo un vago senso di déjà vu o una sensazione inspiegabile, ma il sogno vero e proprio sembra essersi volatilizzato. È una condizione comune e affascinante: sogniamo ogni notte,  eppure la maggior parte di quei viaggi onirici sparisce dalla nostra memoria come se non fosse mai avvenuta. Ma perché accade questo? Perché il nostro cervello decide di dimenticare i sogni appena svegli?

La risposta, sorprendentemente, non è legata solo alla distrazione o alla pigrizia mattutina. Esiste un meccanismo biologico preciso, e ancor più curioso: potremmo essere programmati per dimenticare i sogni. Uno degli studi più rilevanti e discussi sull’argomento è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, grazie alla collaborazione tra ricercatori giapponesi e statunitensi. I risultati di questa ricerca hanno rivoluzionato la nostra comprensione della memoria dei sogni. Gli scienziati hanno identificato un gruppo specifico di neuroni, noti come cellule MCH (Melanin-Concentrating Hormone), situati nell’ipotalamo, una piccola ma fondamentale regione del cervello.

Per quale motivo dimentichiamo i sogni appena svegli? La spiegazione

Durante la fase REM, queste cellule si attivano in modo selettivo. E quello che fanno è tanto sorprendente quanto controintuitivo: non aiutano a ricordare, ma al contrario cancellano attivamente i sogni. Sì, hai letto bene. Il nostro cervello, in uno dei suoi momenti più creativi, attiva delle cellule specializzate per sopprimere la memoria di quanto stiamo vivendo nel sogno. Questo comportamento è stato interpretato come una forma di “pulizia” delle informazioni non essenziali: i sogni, in quanto esperienze non consolidate o utili per la sopravvivenza immediata, vengono etichettati come “scarti” e rimossi prima che possano entrare nella memoria a lungo termine. È come se il nostro cervello, durante la REM, mettesse in pausa il sistema di archiviazione e lasciasse che le emozioni e le immagini scorressero senza lasciare traccia duratura. In questo modo, si evita forse di sovraccaricare la mente con dati non necessari. Una teoria affascinante che, però, apre anche domande più profonde: e se i sogni contenessero messaggi importanti che perdiamo senza saperlo?

Perché dimentichi sogni appena sveglio
Perché dimentichi sogni appena sveglio

Un altro elemento chiave riguarda il momento del risveglio. Non tutti i risvegli sono uguali quando si tratta di sogni. Se ci svegliamo durante o immediatamente dopo la fase REM, abbiamo molte più probabilità di ricordare cosa stavamo sognando. In quel momento, le immagini sono ancora fresche e galleggiano nella nostra memoria a breve termine. Tuttavia, questo ricordo è estremamente fragile: entro 10-15 minuti, il sogno tende a dissolversi se non facciamo qualcosa per fissarlo. Parlare del sogno, scriverlo, rievocarlo mentalmente sono tutte strategie che aiutano a consolidarlo nella memoria. Ma se ci alziamo dal letto e ci lasciamo assorbire dalla routine, il sogno viene rapidamente cancellato dalla mente, come se non fosse mai esistito.

Perché il cervello fa tutto questo? Ecco il motivo

Secondo gli esperti, ci sono motivi evolutivi per cui non è vantaggioso ricordare ogni sogno. I sogni possono essere illogici, emotivamente intensi o addirittura disturbanti. Se tutti venissero memorizzati con la stessa forza delle esperienze reali, rischieremmo di confondere fantasia e realtà, o peggio, di accumulare ansia, paura, desideri inappagati in modo disfunzionale. Il cervello, quindi, sembrerebbe dotato di un filtro selettivo. Solo quei sogni che hanno un impatto emotivo molto forte, o che vengono rielaborati subito dopo il risveglio, riescono a superare la barriera e a essere conservati. Gli altri vengono silenziosamente cancellati, come se fossero frammenti di un altro mondo che non ci appartiene del tutto.

La buona notizia è che sì, esistono tecniche per migliorare la memoria onirica. Tenere un diario dei sogni accanto al letto e scrivere anche solo poche parole appena svegli può fare una grande differenza. Anche ripetere mentalmente la frase “voglio ricordare i miei sogni” prima di dormire sembra aumentare la probabilità di farlo. Alcune persone, con pratica e dedizione, riescono persino a sperimentare i sogni lucidi, nei quali diventano consapevoli di stare sognando e possono influenzare volontariamente il corso del sogno. In questi casi, la memoria del sogno tende a essere molto più vivida e duratura, proprio perché il cervello è più attivo e coinvolto.

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