Italiana visita il lago salato più alto del mondo: "È anche un luogo sacro"

L’influencer e content creator manu_lacinese ha raccontato una delle esperienze più affascinanti che si possano vivere in Asia centrale: la scoperta di Namtso Lake, il lago salato più alto del mondo e autentico luogo sacro per la cultura tibetana. Un viaggio che unisce avventura, spiritualità e panorami che lasciano senza fiato, con una meta capace di sorprendere anche i viaggiatori più esperti.

Cos’è il Namtso Lake: tra spiritualità, natura e tradizione

Il Lago Namtso (o “Lago Celeste”) si trova a 4.718 metri sul livello del mare, a nord-ovest di Lhasa, nel cuore del Tibet. Secondo i dati della rivista scientifica Science of The Total Environment, Namtso è il secondo lago salato più grande della Cina, con una superficie di oltre 1.900 km², e uno dei più alti del pianeta. A differenza del Titicaca, famoso lago navigabile tra Perù e Bolivia (3.812 m), Namtso si impone per altitudine e sacralità, rappresentando un vero cuore pulsante della spiritualità tibetana.

Il Lago Namtso è salato perché la sua acqua non ha 'sbocchi' e i sali minerali qui concentrati gli donano, per l'appunto, la salinità.
Il Lago Namtso è salato perché la sua acqua non ha 'sbocchi' e i sali minerali qui concentrati gli donano, per l'appunto, la salinità.

Qui, la religione buddhista tibetana e la tradizione Bon convivono, dando vita a un'atmosfera sospesa tra leggenda e fede. I pellegrini tibetani raggiungono il lago da secoli, soprattutto durante l’Anno della Pecora secondo il calendario locale, per compiere la kora, il rituale cammino di purificazione intorno alle sue rive. La presenza delle marnyi stones (pietre votive), dei monasteri e delle grotte di meditazione testimonia l’antichità delle pratiche spirituali legate al lago. Si crede che qui dimorino divinità e bodhisattva come Chenrezig (Avalokiteshvara), simbolo di compassione per milioni di fedeli.

Come raggiungere il lago salato più alto del mondo dal’Italia

Visitare Namtso Lake partendo dall’Italia richiede organizzazione, ma il viaggio è assolutamente accessibile a chi ama esplorare. Le principali città di partenza sono Roma e Milano. Esistono due itinerari principali:

  • Via Cina: Voli diretti da Roma o Milano verso Pechino, Shanghai o Chengdu (circa 10 ore, da 1.030 euro con Air China). Da qui, si prosegue verso Lhasa con un volo interno (4-8 ore, tra 150 e 380 euro) o con il treno panoramico Tibet Railway (34-47 ore, da 200 euro per cuccetta), attraversando l’altopiano tibetano.
  • Via Nepal: Voli con scalo verso Kathmandu con Qatar Airways, Turkish Airlines o Emirates (13-14 ore, da 600 euro). Da Kathmandu, un volo diretto per Lhasa dura circa 1 ora e mezza (274 euro) oppure si può attraversare il confine terrestre partecipando a un tour organizzato.

Una volta a Lhasa, capitale spirituale e geografica del Tibet, l’ultimo tratto verso il lago (circa 220-240 km) si percorre in auto o bus. Il viaggio dura 4-5 ore e attraversa il passo Laken La a 5.190 metri, tra paesaggi di rara intensità. Si consiglia di acclimatarsi a Lhasa almeno due giorni, per ridurre i rischi del mal di montagna.

Per entrare in Tibet occorre il visto cinese e un permesso speciale per il Tibet, rilasciato solo tramite agenzie autorizzate. Chi passa dal Nepal necessita anche di un visto di gruppo rilasciato dall’ambasciata cinese a Kathmandu.

Perché Namtso è un luogo sacro e una meta unica al mondo

Namtso Lake rappresenta uno dei tre laghi sacri per 'eccellenza' del Tibet, insieme a Yamdrok e Manasarovar. I tibetani considerano le sue acque cristalline come simbolo di purezza. Numerose leggende raccontano che immergersi nel lago, o anche solo toccarne l’acqua, aiuti a guarire malattie e a lavare via i peccati, secondo le tradizioni orali tramandate dalle famiglie locali e dai monaci del monastero di Tashi Dor. Ovviamente ci limitiamo a riportare quanto insegna la saggezza popolare locale, ma la scienza ufficiale smentisce che le acque siano 'miracolose'.

Durante i pellegrinaggi, migliaia di fedeli percorrono la kora camminando in silenzio tra le pietre votive, le grotte di meditazione e le piccole isole che emergono dalle acque. Sulle rive sorgono monasteri antichissimi e formazioni rocciose considerate sacre, spesso avvolte da lunghe bandiere di preghiera tibetane, che sventolano incessantemente al vento himalayano.

Il lago non è solo spiritualità: i suoi panorami tolgono il fiato. Le acque turchesi riflettono le vette innevate della catena Nyenchen Tanglha. Yak, cavalli e pecore pascolano liberi sulle praterie circostanti. In estate la riva si colora di fiori selvatici e centinaia di uccelli migratori, come l’oca indiana e il gabbiano tibetano, rendono l’area un paradiso per ornitologi e fotografi.

Consigli pratici: quando andare, dove dormire, cosa portare

La stagione migliore per visitare il Lago Namtso va da maggio a ottobre, quando il clima risulta più mite e le strade sono praticabili. In inverno il lago gela e la maggior parte delle guesthouse e dei campi tendati chiude. Le strutture ricettive in zona sono semplici, spesso gestite da famiglie di nomadi tibetani: si consiglia di prenotare tramite agenzie locali, soprattutto durante l’alta stagione estiva.

L’altitudine sfiora i 4.800 metri: abbigliamento caldo, crema solare, occhiali da sole, medicine contro il mal di montagna, snack e acqua sono indispensabili. Anche in estate le temperature scendono sotto zero durante la notte. Per motivi di sicurezza e normativa locale, è obbligatorio essere accompagnati da una guida autorizzata e viaggiare con tutti i permessi in regola. Solo così si potrà vivere pienamente e in serenità l’esperienza di un luogo davvero unico al mondo.

 

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