Nutrizionista spiega perché non dovresti mai comprare le angurie tagliate a metà

L'estate è tornata. Sebbene da calendario inizierà tra circa venti giorni, nel nostro paese giugno è iniziato con temperature tipicamente estive e, salvo ribaltoni, il caldo resisterà almeno fino al 10. Massime sopra i 30 gradi 'impongono' un cambio nell'alimentazione: è più che mai importante consumare cibi leggeri e freschi, come frutta e verdura. Comprare frutta già tagliata sembra la soluzione ideale per chi ha poco tempo e cerca praticità. Angurie e meloni pronti in vaschetta fanno gola soprattutto d’estate, quando la voglia di freschezza si fa sentire e il pensiero di lottare con frutti enormi e pesanti non entusiasma nessuno. Ma la comodità ha un prezzo, e a volte anche dei rischi. Duna Nicolau, nutrizionista spagnola con migliaia di follower su TikTok, interviene proprio su questo tema con una riflessione che ha sollevato il dibattito tra consumatori e appassionati di alimentazione sana.

Anguria già tagliata: una scelta pratica ma non sempre sicura

Le angurie vendute a metà o già in pezzi risolvono molti problemi, soprattutto per chi vive solo o non consuma l’intero frutto prima che si deteriori. Chi ha poco spazio in frigo o vuole semplicemente la quantità giusta per uno spuntino, spesso preferisce la versione "a metà". Anche i supermercati, negli ultimi anni, propongono sempre più spesso vaschette di frutta già pronte, accattivanti e veloci da portare a casa.

Secondo Duna Nicolau, però, questa abitudine va valutata con attenzione: «La buccia dell’anguria rappresenta una barriera naturale molto efficace, soprattutto perché questi frutti crescono a stretto contatto con il terreno». Tagliare la frutta espone immediatamente la polpa all’aria, favorendo la perdita di vitamine sensibili come la vitamina C e accelerando i processi di ossidazione. In pratica, la fetta d’anguria tagliata perde rapidamente parte del suo valore nutrizionale.

Il punto cruciale, secondo la nutrizionista, riguarda la sicurezza alimentare. Dal momento in cui il coltello attraversa la buccia, la superficie interna dell’anguria diventa vulnerabile alla contaminazione da parte di batteri e altri microorganismi. Duna Nicolau spiega: «Dal taglio in poi, inizia la proliferazione di microorganismi. In campo possono già essere presenti batteri, mentre nel supermercato la frutta spesso resta esposta all’aria, senza una corretta protezione».

L’anguria, come altri frutti dalla buccia spessa, sfrutta questa naturale corazza per difendersi da sporco e germi. Quando viene aperta e lasciata nei banchi frigo dei negozi, questa protezione viene meno. In alcuni casi, la frutta viene esposta per ore a temperatura ambiente prima di essere refrigerata, aumentando i rischi per la salute. Gli stessi supermercati, inoltre, a volte commettono errori nell’etichettatura o nelle modalità di conservazione, senza sempre garantire una filiera sicura.

Perdita di nutrienti e proliferazione batterica

La perdita di nutrienti rappresenta uno dei problemi principali della frutta tagliata. Vitamine come la C, presenti in buona quantità nell’anguria, si degradano rapidamente quando la polpa resta esposta all’ossigeno. Questo fenomeno si intensifica se la fetta rimane a lungo fuori dal frigo, oppure se la catena del freddo viene interrotta. Un altro rischio riguarda la proliferazione batterica: la polpa, già ricca d’acqua e zuccheri, crea l’ambiente perfetto per lo sviluppo di microorganismi dannosi se non viene conservata correttamente.

Secondo la nutrizionista, è sconsigliabile comprare angurie tagliate a metà
Secondo la nutrizionista, è sconsigliabile comprare angurie tagliate a metà

L’Agencia Española de Seguridad Alimentaria raccomanda di mantenere meloni e angurie tagliate a temperatura ambiente (inferiore a 25°C) per non più di tre ore, solo se il luogo è ventilato e protetto dalla luce solare. Successivamente, la frutta va conservata a una temperatura inferiore ai 5°C per ridurre i rischi di contaminazione. Trascurare queste regole può esporre a infezioni alimentari o a disturbi gastrointestinali, soprattutto nei mesi caldi.

La soluzione suggerita dalla nutrizionista è semplice: meglio acquistare l’anguria intera e tagliarla solo poco prima del consumo. In questo modo si preservano tutti i nutrienti e si riduce al minimo il rischio di contaminazione. Chi non può consumare un’intera anguria può organizzarsi con amici o parenti, oppure scegliere varietà più piccole, sempre senza rinunciare alla sicurezza.

Frutta già tagliata e marketing: attenzione alle etichette

Il marketing della grande distribuzione spesso punta sulla praticità, ma non sempre le informazioni sulle confezioni risultano accurate. Duna Nicolau invita a prestare attenzione alle etichette, che a volte possono risultare fuorvianti, specialmente in merito alla data di taglio o alle modalità di conservazione. Alcuni supermercati propongono anche “mezze angurie” con pellicola trasparente, ma senza specificare da quanto tempo siano state affettate e in quali condizioni siano state mantenute.

Lascia un commento