I laureati sono davvero più intelligenti dei non laureati? La risposta non è banale

Il dibattito tra laureati e non laureati accende spesso discussioni accese, soprattutto quando si parla di intelligenza e competenze. Se posti davanti a una domanda diretta, in molti sono pronti ad affermare che chi possiede una laurea sia di gran lunga più intelligente rispetto a chi si è fermato prima. Ma i dati raccontano una storia diversa. Grazie a fonti accademiche come l’OCSE-PIAAC, il quadro diventa sorprendente: il divario esiste, ma è così sottile da passare quasi inosservato.

Laureati italiani: davvero più “intelligenti”? I numeri dell’OCSE

Secondo quanto riportato da Andrea Passador (prolisso0 sui social), le statistiche OCSE confermano che in Italia i laureati superano i non laureati nei test di competenza. Tuttavia, la differenza resta minima. La distanza tra laureati e diplomati italiani nella comprensione del testo è di soli 19 punti, contro i 33 della media OCSE. Sul fronte delle competenze matematiche il discorso è simile: anche qui il vantaggio dei laureati italiani sui non laureati è modesto.

Andrea Passador ha pubblicato un video sulla differenza di intelligenza tra laureati e non laureati italiani.
Andrea Passador ha pubblicato un video sulla differenza di intelligenza tra laureati e non laureati italiani.

Passador, che ha rilanciato questi dati sui social, mette in evidenza come la laurea nel nostro Paese non costituisca quel salto di qualità che molti si aspettano. “In Italia, il livello di comprensione dei testi e di calcolo delle persone non diplomate è superiore alla media degli altri Paesi. Stessa cosa per i diplomati. Va peggio invece ai laureati: gli italiani sono 10 punti sotto la media OCSE”. Queste parole trovano riscontro nei numeri ufficiali, che mettono il Belpaese agli ultimi posti in Europa per competenze di base tra adulti, sia nella lettura che nel calcolo.

Competenze di base: italiani sopra o sotto la media?

I dati OCSE-PIAAC fotografano una situazione insolita: in Italia, le persone senza diploma presentano competenze di lettura e calcolo superiori alla media OCSE della stessa fascia di istruzione. I diplomati risultano perfettamente allineati con il livello europeo, mentre i laureati italiani sono 11 punti sotto la media OCSE in lettura e 17 punti in meno nel calcolo. Solo il 5% degli italiani raggiunge i livelli più alti di competenza (livello 4 o 5), contro una media OCSE del 12%. Questo significa che, nel complesso, il livello medio delle competenze in Italia resta tra i più bassi dell’area OCSE, specialmente tra i laureati.

Il divario di competenze tra laureati e non laureati in Italia

Un altro dato interessante riguarda proprio la distanza tra chi ha una laurea e chi si è fermato al diploma o alla scuola superiore. Nel nostro Paese, questa differenza è una delle più basse di tutta l’OCSE. In pratica, la laurea in Italia “aumenta troppo poco le competenze” rispetto al percorso scolastico precedente. Per un confronto: negli Stati Uniti il salto di qualità è ben più evidente, con un gap tra laureati e non laureati molto più ampio.

Secondo i grafici OCSE, l’Italia occupa l’ultimo posto in Europa per “adulti con competenze elevate” e il confronto con altri Paesi, come Finlandia o USA, risulta impietoso. Nei Paesi nordici, ad esempio, i laureati hanno risultati nettamente superiori rispetto ai connazionali ma anche rispetto ai diplomati italiani.

Passador riflette su questi risultati a fine video. A suo dire, da un lato, la scarsa differenza tra laureati e non laureati riduce la polarizzazione sociale tipica di altri Paesi come gli Stati Uniti, dove la laurea segna spesso uno spartiacque sociale. Dall’altro lato, però, il titolo universitario italiano non garantisce una formazione di qualità superiore né un vantaggio concreto nel mondo del lavoro.

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