Stefano Piergiovanni è nato e cresciuto a Milano ma da oltre dieci anni vive in Spagna, per l'esattezza a Valencia. Qui ha creato il profilo 'viviallestero.com', dove parla della vita quotidiana di un italiano in Spagna. Un video recente ha destato un certo interesse, perché - come dice lui stesso - "smonta un mito" sugli spagnoli che hanno gli italiani. La sangria, simbolo universale delle vacanze iberiche, in realtà in Spagna la ordinano solo i turisti. Proprio così. Altro che bevanda nazionale: per gli spagnoli la sangria si beve in occasioni rarissime (e prevalentemente dai 18 ai 25 anni).
Sangria, mito turistico: “Quando la vedi in un bar, capisci subito chi non è spagnolo”
Stefano, su TikTok con il nickname @viviallestero, spiega: “In Spagna nessuno beve la sangria. Quando vedi qualcuno ordinarla al bancone, capisci subito che è un turista”. E se lo dice una persona che vive in Spagna da dieci anni, c'è da credergli. Non è un caso che, entrando in molti bar di Madrid, Barcellona o Valencia, la sangria nemmeno compare sul menù. Stefano precisa che spesso nei locali tipici spagnoli la sangria non sia proprio prevista, o venga servita solo per accontentare qualche gruppo di viaggiatori stranieri.

Se la sangria è la superstar dei listini turistici, gli spagnoli veri scelgono altro quando vogliono rinfrescarsi. Stefano non ha dubbi: “Quando sei in Spagna e vuoi bere come un locale, scordati la sangria. Ordina un tinto de verano”. Questa bevanda, un mix fresco di vino rosso e gassosa (o limonata) e ghiaccio, è la regina dell’estate spagnola. Facile da preparare, poco alcolica e molto popolare, il tinto de verano si trova ovunque, dalle terrazze di Madrid alle spiagge di Valencia.
Ma la Spagna è un mosaico di sapori regionali. In Andalusia va forte il rebujito, un cocktail a base di vino manzanilla (dolce) o fino e soda al limone, protagonista indiscusso delle feste della Feria de Abril. In Paesi Baschi non manca mai il calimocho, miscela di vino rosso e cola amata dai giovani. E se vi trovate a Valencia, occhio all’Agua de Valencia, mix esplosivo di succo d’arancia, cava, gin e vodka. Tutte bevande che i locali ordinano senza pensarci due volte, mentre la sangria rimane relegata al ruolo di comparsa da cartolina.
Il confronto con l’Italia: “La sangria come il vermut”
Per spiegare il fenomeno, Stefano lancia un paragone tutto italiano: “In Italia il vermut esiste, ma ormai nessuno lo ordina davvero al bar. Così anche la sangria in Spagna: la conoscono tutti, ma è difficile vedere uno spagnolo chiederla al bancone”. Una similitudine che aiuta a capire come molte abitudini attribuite a un popolo siano in realtà stereotipi costruiti fuori dai confini nazionali. Dopo più di dieci anni a Valencia, Stefano è categorico: “Mai, ripeto mai, ho visto uno spagnolo ordinare una sangria in un bar”. Una frase che suona come una sentenza definitiva per chi ancora si ostina a credere che la Spagna sia la patria della sangria a ogni ora. L'unica circostanza in cui questa bevanda si vede 'spesso' sono le feste di universitari spagnoli.
Certo, la sangria esiste e qualcuno la beve, ma spesso rimane confinata alle feste universitarie o alle cene casalinghe, dove viene preparata alla buona per gruppi numerosi. Nella quotidianità, però, gli spagnoli scelgono altro. Lo confermano anche le statistiche della Europa Press, che negli ultimi anni ha riportato un calo netto del consumo di sangria nei locali rispetto ad altre bevande più contemporanee e popolari.
