Questo film su Rai Play è un invito alla riflessione su una tematica importante e di grande rilievo. Cristiana Capotondi spicca insieme ad un cast stellare. Ecco di quale pellicola stiamo parlando.
Nelle pieghe della quotidianità operaia, tra i rumori delle macchine tessili e la routine di una fabbrica italiana, si consuma una battaglia silenziosa, intensa e profondamente umana. 7 minuti, film diretto da Michele Placido nel 2016, torna su Rai Play per scuotere le coscienze, raccontando con rara delicatezza e potenza le dinamiche del lavoro, della dignità e della solidarietà femminile.
Cristiana Capotondi è il cuore pulsante di questa storia, ma accanto a lei un cast tutto al femminile. Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Ottavia Piccolo e molte altre crea un coro di voci che si incrociano, si scontrano e si uniscono in un confronto tanto silenzioso quanto esplosivo. Non ci sono eroi, non ci sono villain. Solo donne comuni chiamate a prendere una decisione straordinaria.
Su Rai Play, 7 minuti: un film con Cristiana Capotondi e un cast unico
La vicenda si apre tra le mura di un’azienda tessile italiana, il cui futuro viene improvvisamente messo in discussione. Una multinazionale acquisisce lo stabilimento. L’annuncio è agrodolce: nessun licenziamento in vista, nessuna rivoluzione apparente. Solo una richiesta, minuscola ma non banale: ridurre di sette minuti la pausa pranzo. Sette minuti. Un tempo impercettibile sulla carta, ma sufficiente a incrinare un equilibrio precario. È questa la proposta che viene portata all’attenzione del consiglio di fabbrica, composto da undici donne. Una dopo l’altra, le protagoniste si ritrovano a interrogarsi sul senso di quella richiesta: è davvero solo una questione logistica? O si tratta del primo passo verso un lento e inesorabile smantellamento dei diritti conquistati?

La riunione che si svolge nella sala conferenze diventa teatro di un dramma collettivo. Ogni donna porta con sé il peso di una storia, di una famiglia, di un conto da pagare, di una vita vissuta al margine dell’incertezza. L’apparente semplicità della scelta si dissolve in un vortice di emozioni, dubbi e paure. Accettare i sette minuti significa garantire la stabilità immediata. Rifiutarli, invece, è un atto di resistenza simbolica, un messaggio forte lanciato contro la logica del profitto che consuma i diritti con la stessa rapidità con cui taglia i tempi di produzione.
Un film che risuona ancora oggi
Nonostante siano passati diversi anni dalla sua uscita, 7 minuti continua a essere attuale. Le sue tematiche toccano nervi scoperti del nostro tempo: la precarietà del lavoro, le dinamiche di potere nelle aziende globalizzate, la fragilità dei diritti acquisiti. Ma soprattutto, il film pone una domanda fondamentale: quanto vale il nostro tempo? In un’epoca in cui produttività e ottimizzazione sembrano aver soppiantato l’umanità dei processi, la decisione di queste undici donne risuona come un atto di resistenza silenziosa. Non ci sono slogan, né manifestazioni di piazza. Solo un tavolo, delle sedie, e una scelta da compiere insieme. La forza di 7 minuti è anche quella di non fornire risposte semplici. Non c’è una posizione giusta o sbagliata, ma solo prospettive diverse, tutte comprensibili e profondamente umane. Il pubblico è chiamato a riflettere, a prendere posizione, a misurarsi con i propri valori. E in questo, il film diventa un esercizio collettivo di empatia e pensiero critico. Rai Play offre la possibilità di poter incantare e appassionare milioni di telespettatori. Capolavori intensi, che lasciano il segno.
